prima pagina pagina precedente



Pace in Palestina
Franco Isman



 
 Palestina (da Wikipedia)

 
Il dibattito su Piazza d'Uomo è nato dall'episodio, riferito da Armando–Uniti si vince (questa la sua firma) nella sua Cronaca del consiglio comunale, del consigliere Riboldi (DS) che aveva portato la sua solidarietà al sergente SHALIT prigioniero da 4 anni dei terroristi di HAMAS e Armando aveva commentato *ricordo che i terroristi di HAMAS sono stati eletti dal popolo palestinese usano i Kassam contro gli F16 ABRAMS israeliani che sparano bombe al fosforo, lo scorso gennaio oltre 960 vittime civili palestinesi*.
A me l'idea dei terroristi eletti dal popolo ripugnava ed avevo contestato l'affermazione ma devo riconoscere che Armando aveva abbastanza ragione: è assolutamente vero che Hamas ha vinto le elezioni del 2006 e Hamas è decisamente un'organizzazione terroristica che nel suo statuto chiede la distruzione dello Stato di Israele e la sua sostituzione con uno Stato islamico palestinese nella zona che ora è Israele, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. La stessa carta dichiara che "Non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihad ”.
La striscia di Gaza č governata quindi da una organizzazione che predica la guerra santa contro Israele, fa quel poco che puņ per praticarla e non ne vuole sapere di trattative di pace.

Israele nasce da una risoluzione dell'ONU (n.181 del 29 novembre 1947) che sanciva la nascita in Palestina, allora sotto amministrazione britannica, di due stati, uno ebraico ed uno arabo, 1.200.000 erano gli abitanti arabi, 608.000 quelli ebrei (105.000 arabi e 100.000 ebrei a Gerusalemme). Al termine del mandato britannico, il 15 maggio 1948, proclamazione dello Stato di Israele e contemporaneamente ““gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania, attaccarono l'appena nato Stato di Israele. L'offensiva venne bloccata dall'esercito israeliano e le forze arabe vennero costrette ad arretrare. Israele distrusse centinaia di villaggi palestinesi, concausa all'esodo degli abitanti. La guerra terminò con la sconfitta araba nel maggio del 1949 e produsse 726 mila profughi arabo-palestinesi; analogamente circa 600 mila profughi ebrei dovettero abbandonare le loro case nei paesi arabi”” (Wikipedia).

250-300 mila i profughi istriani e dalmati dopo la seconda guerra mondiale, 10 milioni i profughi tedeschi dai territori al di là della linea Oder-Neisse, assegnati alla Polonia.
Ma mentre il problema dei profughi ha bene o male trovato una soluzione negli altri casi, quello dei palestinesi è stato volutamente lasciato marcire dai paesi arabi confinanti, evitando qualsiasi integrazione e relegando i profughi nei campi, fino alle stragi compiute dai giordani il “Settembre nero” e quella di Sabra e Chatila perpetrata dai falangisti libanesi ma con la complicità degli israeliani di Sharon che li avevano lasciati passare, voltandosi dall'altra parte. Oggi i “profughi”, ma evidentemente si tratta dei nipoti o dei pronipoti, sono diventati parecchi milioni ed il loro destino è uno dei punti di maggior ostacolo ad un accordo fra Arabi ed Israeliani.

Dalla guerra di sopravvivenza del 1948, siamo passati alla difesa preventiva con la guerra dei sei giorni, a quella del Kippur scatenata da Sadat, al predominio sempre più evidente della destra e degli integralisti nei governi di Israele con il contemporaneo sviluppo in costante crescendo degli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Israele ha perso la bussola e, nell'occupazione dei territori, ha perso anche l'anima. La pace è diventata quasi un'utopia e l'unica soluzione che pareva possibile dei “due popoli, due stati” viene vanificata dagli opposti estremismi, alleati nel far fallire qualsiasi tentativo. Onore a Sadat e a Rabin che hanno avuto il coraggio di tentare la via della pace e, proprio per questo, sono stati assassinati dai rispettivi integralisti fanatici.

L'episodio recente di maggior rilevanza è stato il bombardamento con la successiva occupazione della striscia di Gaza nel gennaio 2009 (operazione piombo fuso) con 1400 palestinesi uccisi, in gran parte civili, con moltissimi bambini. Reazione all'uccisione di due coloni provocata dal lancio di razzi Kassam, hanno sostenuto gli israeliani, ma si era trattato di una reazione spropositata se si considera che i razzi Kassam, semplici tubi artigianali addirittura senza testata esplosiva, avevano provocato dodici morti in sette anni, dodici morti ammazzati, comunque grave, ma certamente non comparabile.
E poi i nuovi insediamenti a Gerusalemme, il blocco di Gaza, l'attacco alle navi con i “pacifisti”.
Tutte azioni che allontanano la possibilità di pace e provocano, in particolare nelle sinistre, reazioni sempre e comunque contrarie a Israele, con indecenti paragoni con la Shoah. E provocano, cosa gravissima, un nuovo diffuso antisemitismo di chi confonde il governo di Israele con il popolo di Israele e, addirittura, con gi ebrei sparsi per il mondo.

Solidarietà a Shalit ? Certamente. Ma solidarietà anche e soprattutto al martoriato popolo palestinese e azioni politiche, anche delle forze di opposizione, per esercitare ogni possibile pressione per rilanciare i negoziati di pace.

Franco Isman


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  11 luglio 2010