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Povero Berlusconi
Franco Isman


bello

Berlusconi è eternamente in bilico fra l'empireo della presidenza della Repubblica e l'inferno di una condanna dei giudici.

Che l'obiettivo finale di Berlusconi sia, o forse fosse, di diventare Presidente non c'è da dubitarne, e più di una volta è stato vicino a raggiungerlo: nel maggio del 2006 ha perso con Prodi per circa 24.000 voti su 38 milioni mentre, se avesse vinto, sarebbe Presidente al posto di Napolitano (e io sarei emigrato alle Svalbard). Le prossime elezioni presidenziali sono nel 2013, il Berlusca avrà settantasette anni e se la legislatura fosse andata liscia, magari con una bella modifica costituzionale in senso presidenziale, il gioco sarebbe stato fatto.

Ma c'è anche Fini che studia da Presidente, certamente con un senso dello Stato che l'altro non sa nemmeno cosa sia e con una posizione politica di gran lunga più accettabile; per dirla tutta, sono anni che non sbaglia un intervento sui temi più diversi: dalle leggi razziali, male supremo, alla assoluta differenziazione fra chi ha combattuto per la libertà e chi per la dittatura, alle politiche sociali e perfino a quella immigratoria.
Ed ora si è arrivati allo scontro che porterà molto probabilmente alla fine della legislatura e, comunque, ad un grave deterioramento della figura di Berlusconi; forse non è escluso che anche questo lontano traguardo abbia influito su quanto accaduto.

Dall'altra parte la “persecuzione” dei giudici. Già perché Berlusconi è convinto che tale essa sia:
Il falso in bilancio è del tutto risibile, con legge acconcia non è neppure più reato; le società off-shore sono evidentemente indispensabili per difendersi dal fisco infame e mantenere una sufficiente liquidità, ovviamente necessaria a conseguire determinati scopi di sviluppo industriale; la corruzione di testimoni e giudici è finalizzata allo stesso scopo e quindi anch'essa necessaria; la mafia ormai è un'attività economica tra le più rilevanti nel Paese e bisogna evidentemente tenerne debito conto.

A forza di leggi ad personam, di accorciamento dei termini di prescrizione e di indulti, sono ormai poche le pendenze di Berlusconi con la giustizia. La più immediata e di esito con tutta probabilità infausto per lui è il processo Mills: acclarato giudizialmente che esiste un corrotto, Mills, non può non esistere un corruttore, Berlusconi. Naturalmente nessun pericolo di galera ma uno stop forse decisivo alla sua carriera politica. C'è poi il processo per la compravendita di diritti televisivi e, molto più pericolose, le accuse di collusione con la mafia e addirittura di complicità con le stragi di mafia, anche se lontane dall'essere dimostrate. Le più che sospette origini della sua fortuna sono ormai pressoché dimenticate.

L'immunità alle più alte cariche dello Stato, ed in particolare a Berlusconi, venne sancita, con formulazioni diverse, prima dal cosiddetto “Lodo Schifani” del giugno 2003, dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2004; quindi dal “lodo Alfano” del luglio 2007, anch'esso dichiarato incostituzionale nell'ottobre 2009, infine dal cosiddetto “legittimo impedimento”, attualmente sotto ricorso alla Corte Costituzionale che lo prenderà in esame il 14 dicembre prossimo e, con tutta probabilità, provvederà a cassare anche questo. Da questa situazione ha origine l'attuale ipotesi di compromesso al quale sembra disponibile Fini: non un lodo Alfano bis, deliberato con una modifica costituzionale, come vorrebbe Berlusconi, ma una modifica alla legge sul legittimo impedimento che convinca la Corte Costituzionale a rinviare l'esame del testo sottoposto al suo giudizio: una “pezza” nelle more di concordare provvedimenti definitivi. Un provvisorio sospiro di sollievo per Berlusconi.

D'altra parte Berlusconi deve evitare le elezioni anticipate per il motivo chiaramente spiegato da Eugenio Scalfari nel suo editoriale su Repubblica del 12 settembre scorso:
“Ebbene la ragione è chiara: c´è il rischio di perdere la maggioranza al Senato.
Questo rischio è reale anche con l´attuale e pessima legge elettorale. Il risultato dipende dalla probabile alleanza elettorale tra Fini e Casini in alcune Regioni-chiave come la Sicilia, la Campania, la Sardegna, il Lazio, il Piemonte. In queste Regioni l´accoppiata Fini-Casini potrebbe ottenere la vittoria o favorire quella del centrosinistra togliendole comunque a Berlusconi e realizzando al Senato una maggioranza diversa da quella della Camera.
In tal caso si renderebbe necessario un governo di quelli che si chiamano di "unità nazionale" che veda unite insieme tutte le maggiori forze politiche presenti in Parlamento. Un governo cioè del tipo delle "grosse coalizioni" tedesche, che potrebbe nascere soltanto se il nuovo presidente del Consiglio fosse persona diversa da Berlusconi, il quale diventerebbe semplicemente un deputato leader di un partito importante ma in fase - a quel punto - di un sommovimento interno di incalcolabili esiti. Per cinque anni in questa condizione e senza più alcuno scudo che possa difenderlo dai processi in corso.”

Per Berlusconi la sua immunità è in assoluto la cosa più importante, anche a costo di distruggere il funzionamento della giustizia con il cosiddetto “processo breve”: ogni decisione politica è subordinata a questo imperativo assoluto. Povero Berlusconi, che stress, sempre oscillante fra inferno e paradiso.

Franco Isman

bello
Hieronymus Bosch - Paradiso e Inferno (particolari)


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  27 settembre 2010