Il lavoro cambia
Franco Isman
Il lavoro cambia (e non in peggio), titola l'articolo di fondo di Maurizio Ferrera sul Corrierone . Ci vuole un bel coraggio ho pensato di botto. Ma leggiamo quello che Ferrera dice. «La vittoria del sì apre una fase del tutto nuova per le relazioni industriali e forse per l'intero modello economico-sociale del nostro Paese. Da domani inizierà il delicato percorso di attuazione dell'accordo, in cui potranno ribilanciarsi, su questioni concrete, gli interessi dei dipendenti e quelli dell'azienda». ... «A Mirafiori prenderà avvio il primo grande esperimento di accordo aziendale al di fuori del contratto nazionale. Siglandolo, i sindacati (tranne la Fiom) hanno «internalizzato» il vincolo della globalizzazione, riconoscendo che una grande azienda multinazionale deve poter governare la produzione in base a regole certe e a garanzie di disponibilità e impegno lavorativo». ... «Dopo decenni di conflitti antagonistici, le relazioni industriali italiane possono oggi imboccare il sentiero di quel sindacalismo pragmatico e partecipativo che da tempo caratterizza i Paesi germanici e scandinavi, con enormi vantaggi per i lavoratori. La strada sarà lunga, occorrerà sperimentare e imparare «come si fa» . Tutti, anche gli imprenditori, dovranno cambiare approccio e modo di pensare. Ma il dado è tratto. All'interno di nuove relazioni industriali sarà possibile impostare in modo diverso anche il nesso fra globalizzazione e diritti sociali». ... «Dopo un decennio di riforme mancate o scarsamente efficaci, le nuove relazioni industriali potranno dare un contributo decisivo all'introduzione di politiche capaci di creare sinergie fra produzione economica e protezione sociale». Ci vuole un bel coraggio, continuo a pensare. Intanto gli operai della Fabbrica Italiana Automobili Torino stanno imparando a cantare «se dieci ore, vi sembran poche » Franco Isman EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati 16 gennaio 2011 |