prima pagina pagina precedente



Quante palle !
Franco Isman


obiettivo obiettivo obiettivo

L'intervento dei “volonterosi è naturalmente volto a salvare vite umane. Il Rais libico aveva dichiarato che sarebbe andato casa per casa a stanare i traditori, e non c'è molto da dubitarne. Invece i nostri amici insorti, che a Bengasi ormai sono tranquilli e pare abbiano ripreso il controllo di alcune città costiere (con raffinerie e terminal petroliferi) con l'aiuto appunto dei “volonterosi” che arrostiscono i soldati libici nei loro carri armati, sono certamente campioni del diritto. Sono impressionanti le riprese dei tornado in azione: centrato nel mirino il carro armato o il cannone o l'autocarro, questo non ha scampo: parte il missile che non può non centrare il bersaglio.
«Davanti ai ribelli, in ritirata sfilano i militari di Gheddafi colpiti, umiliati, incapaci di tenere le città sotto il peso delle bombe della coalizione che hanno lasciato una scia di carri armati abbrustoliti» racconta la brava Barbara Schiavulli, giornalista free lance sul teatro di tutte le guerre.

Si è vista in TV la cattura di alcuni mercenari africani, ragazzi meno che ventenni: qualcuno pensa che possano essere ancora vivi ? «I mercenari che abbiamo arrestato avevano in dotazione un preservativo e il Viagra. Avevano avuto l'ordine di ammazzare gli uomini e i ragazzi e di stuprare le nostre donne», raccontano al Consiglio nazionale libico secondo un inviato de La Stampa. Preservativo e viagra, ma qualcuno ci crede ?
Saranno tremila (i soldati lealisti a Bengasi), raccontano ancora al Consiglio nazionale libico, «Finora ne abbiamo arrestati 300 e ogni notte andiamo a cercarli a casa». Casa per casa, aveva detto Gheddaffi, non sembra ci sia molta differenza.

E poi le nefandezze del regime, con il carcere e le torture, che ci saranno certamente stati, ma l'Italia aveva firmato comunque il trattato di collaborazione e di amicizia. Lo stesso inviato racconta di «Dhaf el Garali, un giornalista prima torturato, gli furono mozzate le mani, e poi ucciso. Un martire della penna. Il regime non sopportava le sue critiche». Ma dove scriveva se non esistevano giornali di opposizione ? Ad ogni modo di lui non è mai stato raccontato nulla, infatti su Google al suo nome compare soltanto questo reportage.

Franco Isman


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  28 marzo 2011