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I poteri del Presidente
Franco Isman


Il Presidente della Repubblica, come una volta il Re, “regna ma non governa”, infatti, al di fuori del suo ruolo essenziale di garante della Costituzione e dei compiti specifici che essa gli assegna con l'articolo 87, egli «rappresenta l'unità nazionale» e deve quindi restare in una posizione neutrale rispetto al dibattito politico nazionale.
Questo tanto più in quanto egli non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

Il Presidente Napolitano, come talvolta qualche suo predecessore, ha la tendenza a travalicare questo limite e l'ultimo esempio lo si è avuto con le dichiarazioni odierne sulla guerra in Libia quando ha affermato che l'Italia deve continuare nel suo impegno militare.
L'argomento è estremamente delicato e controverso: portatori di pace, sia pure con i missili e cercando di ammazzare Gheddafi, ma uccidendo i civili che si dice di voler proteggere, oppure traditori dei patti internazionali liberamente sottoscritti e partecipi di una guerra di aggressione, in violazione dell'articolo 11 della Costituzione ?
Le sinistre ed anche la Lega, questa più per motivi di economia che di principi ideali, sono state fin dall'inizio contrarie all'intervento ed ora ne chiedono con forza la fine.

L'esternazione odierna di Napolitano, assolutamente giusta quando contrasta con decisione i tentativi della Lega di scardinare l'unità nazionale, relativamente all'impegno italiano in Libia rappresenta invece l'esatto contrario di quello che il Presidente dovrebbe fare a norma di Costituzione: anziché rimanere in una posizione neutrale, si schiera con i partiti fautori dell'intervento.

Franco Isman


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  20 giugno 2011