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Incoscienza, inefficienza, irresponsabilità
Franco Isman


La prima bozza di manovra, si fa quasi fatica a ricordarla anche se era stata dettagliatamente illustrata dai diversi giornali ed addirittura integralmente pubblicata, aveva numerosi difetti in quanto trascurava totalmente provvedimenti che potessero incentivare la crescita economica e scaricava il maggior onere sui soliti poveri cristi, direttamente o indirettamente con i tagli agli enti locali, che significano taglio ai servizi e aumento dell'imposizione, ma aveva perlomeno una sua plausibilità. Con tutti i suoi difetti portava effettivamente alla riduzione delle spese del Paese.

Subito dopo il caos, in primo luogo guai far pagare di più a chi di più ha e di conseguenza niente maggiorazione irpef per i redditi medio alti (sopra i 90.000 euro), e su questo principio si batteva come un leone anche Pier Ferdinando, niente più ulteriore prelievo sui capitali “scudati”, cioè rientrati dall'estero con un modestissimo obolo all'erario (ma che lo Stato si rimangiasse quanto aveva stabilito per legge era addirittura illegale). Di patrimoniale nessuno aveva nemmeno osato parlare. Poi niente più eliminazione delle provincie al di sotto di certi parametri né accorpamento dei comuni, nemmeno fra piccolino di sopra, piccolino di mezzo e piccolino di sotto. Niente riduzione del numero dei parlamentari o delle loro grasse prebende ma, per carità, i parlamentari saranno dimezzati e le province abolite tutte quante, però con una legge costituzionale… Il taglio ai comuni veniva ridimensionato, seppure non di molto.

Ma a tutti i mancati risparmi si sarebbe sopperito con un massiccio recupero fiscale dovuto ad una più incisiva opera di controllo, come se non fossero decenni che di questo recupero si parla con risultati certamente non commensurabili all'entità dell'evasione. Era evidente, e ci è stato fatto notare più o meno garbatamente in sede europea, che non si poteva affidare la quadratura dei conti ad entrate aleatorie di questo tipo. A parte ciò c'era stata l'immediata levata di scudi del cuore sanguinante di Berlusconi e di una buona parte del suo partito per questi provvedimenti definiti tout court di stampo comunista; molto meglio un aumento dell'Iva che si spalma su tutte le merci con un effetto evidentemente inflattivo ma contemporaneamente di contrazione dei consumi e cioè deflattivo.

Ma la cosa incredibile è che i nostri insipienti, ignoranti e incapaci governanti non si siano resi conto che questi continui e frenetici riduzioni e cambiamenti non potevano non portare, alla riapertura delle borse dopo il periodo feriale, alla totale sfiducia dei Mercati (ebbene sì, con la emme maiuscola), ai reiterati attacchi speculativi con il precipitare delle borse (fenomeno di valenza europea ma più in particolare italiano) e all'aumento dello spred nei confronti dei titoli tedeschi nonostante i massicci interventi protettivi della banca centrale europea. Non avrebbe potuto non essere così, ma loro non ci hanno pensato !

E con questo siamo ad oggi, con i pesanti interventi del Capo dello Stato, assolutamente fuori da qualsiasi prassi ma indispensabili per tentare di salvare una nave che è sul punto di affondare.

incontro

Esiste in realtà un provvedimento legislativo che potrebbe salvarci: approvare in maniera definitiva quella oscenità anticostituzionale che è il cosiddetto “processo lungo”, negazione di qualsiasi possibilità di giustizia, con il quale Berlusconi sarebbe finalmente al sicuro dalle conseguenze delle sue decennali malefatte e disponibile quindi a levarsi dai piedi. Oppure dargli un salvacondotto per il Ciad dove potrebbe ricongiungersi con il suo sodale Gheddafi.

Franco Isman


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  6 settembre 2011