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La guerra dimenticata
Franco Isman


bombardamenti nato

A tutto ci si abitua, specialmente quando non ci riguarda direttamente.
Eppure sono passati più di sei mesi da quando, tradendo plateali dimostrazioni di fratellanza ed un trattato di pace e amicizia firmato e ratificato dal Parlamento, abbiamo iniziato a bombardare la Libia, per proteggerne la popolazione, naturalmente, almeno quella che non è rimasta sotto le bombe. Intervento approvato quasi all'unanimità dalle forze politiche, compreso l'amato Presidente della Repubblica che pare abbia dimenticato l'articolo 11 della Costituzione.

20.000, a fine agosto, i morti (di parte “ribelle”) secondo il presidente del Consiglio Nazionale Transitorio (TG La7), 10.000 erano quelli imputati da Frattini e soci a Gheddafi nei primi giorni della repressione, con l'esibizioni di fasulle fosse comuni sulla spiaggia, centinaia di migliaia secondo fonti che contestano l'intervento della Nato. Vogliamo fare l'ipotesi di “soltanto” 50.000 morti (oltre qualche centinaio di migliaia di feriti) ?
50.000 morti su una popolazione di circa 5.000.000 corrisponde all'uno per cento: 600.000 rapportati alla popolazione italiana.

Ed il costo economico? Secondo il sottosegretario Guido Crosetto (Pdl), «nei primi novanta giorni di intervento l'importo è ammontato a circa 145 milioni di euro… per i mesi successivi ipotizziamo invece un costo ulteriore di altri 35 milioni di euro al mese, con la configurazione di forze attuale». Almeno 300 milioni di euro a tutt'oggi (ma altre fonti parlano di 700 milioni) (agoravox).

Ma di questa guerra ormai è difficile trovare notizie fatta eccezioni per alcuni lanci di agenzie.

“L'intervento in Libia è per la Francia un «investimento per il futuro»” afferma con spavalda sincerità il 28 agosto Alain Juppé ministro degli Esteri francese (il Sole24Ore)

Il 29 agosto 2011 è stato reso noto dal direttore di "Unicef Italia", Roberto Salvan, l'elevato "rischio di un'epidemia sanitaria senza precedenti" nella zona circostante Tripoli, la quale sarebbe dovuta alle carenze di acqua provocate dai bombardamenti della NATO sulle tubature dell'acquedotto libico conosciuto come Grande fiume artificiale (NDR bombardamenti umanitari, naturalmente). (Wikipedia).

l'acquedotto Great Man-Made River
l'acquedotto Great Man-Made River, bombardato il 22 luglio

È una “farsa”, “il regime non è cambiato”: Muammar Gheddafi torna a manifestarsi in un messaggio audio ad una televisione siriana.
“Le parole del leader libico sono state diffuse nel giorno della riunione all'Onu degli Amici della Libia, le 80 delegazioni che riconoscono il Consiglio Nazionale Transitorio quale unico interlocutore politico per il Paese, che segna la riammissione della Libia nella comunità internazionale”.
(Euronews del 20 settembre).

La Nato resterà in Libia per altri tre mesi. “L'Alleanza atlantica ha infatti deciso di prolungare la sua missione, che doveva terminare il 27 settembre, di 90 giorni. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche. La Nato aveva già fatto sapere di essere intenzionata a mantenere la sua missione 'Unified protector', iniziata il 31 marzo, finché i civili saranno minacciati dalle forze leali a Muammar Gheddafi”. (il Sole24Ore)

E il 15 ottobre e cioè ieri, cercando molto a fondo, troviamo che “a Tripoli è salito a tre morti ed una trentina di feriti, secondo il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), il bilancio dei combattimenti di venerdì nel quartiere di Abu Salim, tra fedelissimi di Muammar Gheddafi e forze del nuovo governo”. (Intopic).

E sempre ieri “gli uomini rimasti fedeli a Muammar Gheddafi hanno messo in campo un violento contrattacco a Sirte, respingendo le truppe del nuovo regime sotto una pioggia di razzi e bombe. Dopo una pioggia di bombardamenti nella mattinata e nel primo pomeriggio, i fedelissimi di Gheddafi, concentrati ora in due quartieri (il Dollaro e il Numero Due)- hanno scatenato il loro fuoco di sbarramento nel tardo pomeriggio” (AGI).

E' davvero incredibile che americani ed europei non siano riusciti a tutt'oggi ad ammazzare Gheddafi, come hanno tentato di fare fin dai primi giorni con i bombardamenti mirati alle sue residenze (con l'uccisione di un figlio e tre nipotini), con la taglia messa sulla sua testa “dead or alive”, come nel Far West, e con le forze speciali sguinzagliate nel Paese. Ci riusciranno certamente, e se non verrà ammazzato durante la cattura sarà processato e giustiziato come Saddam. Vae Victis.

E se qualcuno è interessato a sentire una versione differente (ma non necessariamente oggettiva) rispetto a quella dell'intervento umanitario si legga quanto scrive Lisa Karpova di la Pravda russa (uno dei due tronconi derivati dalla vecchia Pravda sovietica).
E' un massacro, un genocidio, una distruzione di una città al suolo. Il loro crimine? Nessuno. L'unico modo dei terroristi NATO per prendere la città è di uccidere tutti.
La città di Sirte, città natale del leader libico Muammar Al-Gheddafi, è sotto assedio da parte dei barbari della NATO. Finora nei 4 giorni di bombardamenti, oltre 1.400 civili sono stati uccisi. La campagna è stata condotta per due scopi.
Il primo scopo è quello di uccidere Gheddafi e la sua intera famiglia. Lo testimonia il fatto che dal momento che a Tripoli il suo quartiere è stato il bersaglio di bombardamenti quotidiani. Uno di questi attacchi hanno ucciso un figlio e tre nipotini.
Il secondo scopo è quello di schiacciare, distruggere, uccidere, eliminare e mettere giù ogni resistenza alla NATO terrorista del paese. Il popolo libico si rifiuta di rinunciare alla sua libertà ed essere sottomesso al saccheggio imperialista, colonialista, alla crociata di schiavitù.
Un migliaio di persone sole sono state uccise in un attentato da parte di aerei NATO durante la preghiera di Eid al-Fitr su questo Martedì mattina (31 agosto). I credenti sono stati uccisi da 12 razzi in pochi minuti! La NATO non ha curato il minimo che questo è stato il Ramadan per i credenti musulmani.
La NATO ha effettuato le stragi entro i limiti della città, i terroristi della NATO cliente fantoccio del Consiglio nazionale di transizione uccidono chiunque tenti di uscire dal perimetro della città cercando di fuggire dalla carneficina all'interno.
Si nascondono in agguato alla periferia di una città che non si arrenderà. Essi hanno dichiarato che se non possono prendere il potere, essi uccideranno tutti fino a quando non ci sarà più nessuno
” (Pravda.ru 2011/09/01).

La rivolta iniziale è nata nel solco della Primavera Araba, probabilmente con una componente di giovani che si ribellavano al satrapo Gheddafi. E all'inizio le truppe di Gheddafi inglobavano anche mercenari dell'Africa nera. Adesso la situazione è differente, adesso i combattenti lealisti sono con tutta evidenza davvero fedeli a Gheddafi, membri della sua tribù in gran parte. Adesso si tratta di una guerra civile, di una guerra tribale, fra le tribù della Cirenaica e parte di quelle della Tripolitania, separate e distinte fin dal tempo della dominazione turca e poi di quella italiana. Adesso minacciati di genocidio non sono gli abitanti della ribelle Bengasi ma della lealista Sirte, e i caccia della Nato, per proteggere la popolazione civile, dovrebbero bombardare le bande del governo provvisorio…

Non si sono mai visti campi di prigionieri, di norma esibiti con orgoglio ai media stranieri, né di truppe lealiste, né di ribelli. E' questo ha un significato sinistro: si direbbe proprio che da entrambe le parti i prigionieri vengano immediatamente uccisi. Si sono a suo tempo visti soltanto alcuni mercenari neri appena catturati, poco più che ragazzi, con le facce terrorizzate, poi spariti nel nulla.

Siamo in guerra anche se nessuno lo dice, e le mie bandiere della Pace stanno sbiadendo sui balconi !

Franco Isman

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  16 ottobre 2011agg. 17 ottobre