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Processo breve, processo lungo e dimissioni
Franco Isman


i maiali sono pił uguali degli altri

È ormai qualche mese che gli inviti al nostro ahimè presidente del Consiglio a dimettersi, a fare un passo indietro per il bene dell'Italia, si moltiplicano. Ci sono naturalmente gli inviti dei politici di opposizione e quello del presidente della Camera, ma anche di politici della sua maggioranza: da Pisanu al “distratto” Scajola, addirittura a Maroni. Ci sono quelli degli editorialisti dei principali giornali nazionali Repubblica e Corriere della Sera: da Scalfari a Mauro, a Romano a Mario Monti, e adesso quello dell'associazionismo cattolico.
Devo dire che questi inviti sono patetici e, certamente, ininfluenti: ma quando mai il nostro ha preso in considerazione il bene dell'Italia e non quello suo personale, prevalente su tutto ? Ne sono palese dimostrazione tutte le leggi ad personam fatte per il suo personale tornaconto con assoluto disprezzo delle gravissime conseguenze di ordine generale che ne sarebbero derivate.

Berlusconi è stanco e snervato, e non da oggi, ne sono sintomo gli aberranti sfoghi riportati alcuni giorni fa dalla stampa in una telefonata con Lavitola in cui vaneggia di portare in piazza milioni di persone e di distruggere il Tribunale di Milano. Ormai non ha più tempo né energia, e forse neppure voglia, di assecondare quella che certamente è una sua fissazione, che non sono le donne ma gli organi sessuali primari e secondari di queste. Una vera e propria malattia, come ha affermato la sua ex moglie Veronica Lario, una malattia che lo porta ad una reale sesso-dipendenza, qualsiasi siano i rischi e i costi che questo comporta. Siamo a conoscenza dei costi folli sostenuti per questa fissazione, siamo a conoscenza di alcuni ricatti subiti ma, con tutta probabilità, si tratta soltanto della punta di un iceberg.

Ma allora perché non lascia e non si occupa soltanto, scusate ma è il termine più adatto, di figa ?
La risposta è semplice ed immediata, e vanifica totalmente qualsiasi appello gli venga rivolto: la paura di essere condannato in uno dei diversi procedimenti ancora in vita; il terrore di poter addirittura finire in carcere o di dover espatriare come il suo antesignano Craxi.

Da qui l'esigenza primaria ed assoluta di approvare, a colpi di fiducia, due decreti-legge: il cosiddetto processo breve, che in realtà è soprattutto una prescrizione breve, ed il processo lungo che, consentendo agli imputati di chiamare a deporre un qualsiasi numero di testimoni che abbiano in qualche modo attinenza con esso, permette di allungare moltissimo i tempi del dibattimento e di arrivare quindi alla prescrizione e alla impunità.

Il “Processo breve” è stato approvato dal Senato il 20 gennaio 2010 ed è stato brandito come una clava da Berlusconi per ottenere l'approvazione del cosiddetto “Legittimo impedimento (legge 7 aprile 2010 n.51), dopodiché è rimasto ibernato. “Vergognoso, criminale, criminogeno e ridicolo” lo ha definito Carlo Taormina, già avvocato di Berlusconi. Michele Vietti, vicepresidente del Csm, ha ricordato che già nel 2005 con la legge Cirielli le prescrizioni furono tagliate. "Un ulteriore taglio finirebbe a destinare a morte sicura un numero molto considerevole di processi (le valutazioni variano da decine di migliaia a più di centomila)”.

Il “Processo lungo” è stato anch'esso approvato dal Senato (il 29 luglio 2011) e consente alla difesa di portare in aula un numero illimitato di testimoni che non siano manifestamente non pertinenti con il processo oltre a non considerare come prova in un processo la sentenza passata in giudicato di un altro procedimento. Il procuratore Gian Carlo Caselli lo spiega con una immagine molto efficace: “E' come se un imputato per un reato avvenuto allo stadio chiamasse a testimoniare tutti gli spettatori presenti”. Scendendo allo specifico, nel processo Ruby potrebbero essere chiamate a testimoniare tutte le persone che sono stata una volta a cena a villa San Martino ad Arcore e in quello Mills non avrebbe alcun valore la condanna di questo per essere stato corrotto.

Dei due è certamente il “Processo lungo” quello che, da solo, impedirebbe qualsiasi possibilità di arrivare ad una sentenza quando l'imputato dispone di sufficienti mezzi per poterlo utilizzare, impedirebbe cioè qualsiasi possibilità di giustizia, in aperta contraddizione con il diritto sancito dall'art. 24 della Costituzione. Si tratta di una disposizione aberrante e fa specie che non ci siano state più che tante proteste alla sua approvazione in Senato.

Disposizione aberrante ma che metterebbe Berlusconi al riparo da qualsiasi imputazione presente e futura, indipendentemente dalla sua carica, rendendo a questo punto plausibile un suo eventuale "passo indietro", per il bene del Paese, si intende.

Scherzosamente, ma non tanto, due anni fa, proprio per evitare questa iattura avevo proposto una legge costituzionale di un solo articolo:

Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge ma Silvio Berlusconi è più uguale degli altri (come i maiali nella famosa Fattoria degli animali di Orwell). Sono vietati qualsiasi indagine e procedimento giudiziario nei suoi confronti.

Franco Isman


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  19 ottobre 2011