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Iran, atomica e Israele
Franco Isman


sito atomico

Dopo le reiterate e inutili trattative fra Stati Uniti e Iran per impedire che questo si dotasse di armi nucleari, e le altrettanto inutili sanzioni, la situazione sembra adesso precipitare e l'attacco alle centrali nucleari iraniane sembra avvicinarsi.

Il 12 ottobre ci sono state le cervellotiche accuse americane all'Iran di aver preparato un piano per uccidere l'ambasciatore dell'Arabia Saudita a Washington, piano che le forze americane sarebbero riuscite a sventare, accuse non suffragate da alcuna prova e immediatamente smentite da Teheran.
Poi le esercitazioni dei cacciabombardieri israeliani assieme a quelli Nato a Decimomannu.
Adesso le esplicite dichiarazioni del presidente israeliano Shimon Peres alla tv che ha definito "sempre più probabile un attacco contro l'Iran" da parte del suo e di altri Paesi. "I servizi d'intelligence di vari Paesi che lo sorvegliano avvertono che l'Iran è pronto ad ottenere l'arma atomica. Dobbiamo fare ciò che va fatto: il che prevede una lunga lista di opzioni", ha detto Peres.

Il quadro tattico dell'intervento prevederà probabilmente un'azione congiunta di Israele e degli Stati Uniti, con questi che si occuperanno dell'accecamento o della distruzione con attacchi missilistici delle difese antiaeree, in particolare dei siti nucleari iraniani, ed il loro successivo bombardamento da parte dell'aviazione israeliana con tutte le diavolerie tecnologiche disponibili (dai sistemi di puntamento e di guida dei razzi alle testate perforanti in grado di distruggere qualsiasi bunker).
E per quanto “intelligenti” possano essere le bombe, le vittime civili sono sempre la maggioranza.

Quali le ragioni di questo intervento ? Da parte di Israele certamente quella esplicitamente dichiarata: la distruzione preventiva delle centrali atomiche iraniane prima che queste riescano a produrre l'atomica, e ci sono pochi dubbi che questo sia il fine di Ahmadinejad.
Da parte dell'America le motivazioni possono essere più complesse e, al sostegno a Israele, sempre offerto, si possono aggiungere i complicati calcoli della politica estera americana in Medio Oriente nell'attuale periodo di rivolgimenti provocati dalla “Primavera araba”.

Israele ritiene che si tratti di garantire la sua stessa sopravvivenza: le passate minacce di Amadinejad di cancellare Israele dalla faccia della terra sono innumerevoli (cfr. Wikipedia-Ahmadinejad Israele e gli ebrei) e di qui l'imperativo categorico di impedire che l'Iran si possa dotare della bomba atomica.

Questo timore, per quanto serio e motivato, può giustificare l'eventuale attacco ?
Siamo di fronte ad una spirale perversa in cui Israele continua nella sua politica espansionistica con il reiterarsi degli insediamenti e con le reazioni spropositate agli attentati di Hamas, Ahmadinejad propugna la “cacciata” dei sionisti dalla Palestina e, nel medesimo tempo, cerca di dotarsi di testate atomiche e di missili in grado di portarle a destinazione e, adesso, Israele prende in considerazione l'opzione dei bombardamenti preventivi.

Ma sarebbe davvero così grave la presenza sullo scenario di un Iran in possesso dell'atomica? In realtà non potrebbe certamente lanciare missili atomici contro Israele considerata la prossimità, addirittura la frammistione fra gli insediamenti ebraici e quelli palestinesi.
Per contro un'aggressione all'Iran di tal fatta potrebbe scatenare una nuova guerra con attacchi a Israele da parte degli Hezbollah libanesi, appoggiati ed armati dall'Iran, della Siria, che troverebbe nell'odio antiebraico una soluzione ai gravissimi problemi interni, o addirittura dello stesso Iran in prima persona.

Tragico effetto collaterale sarebbe un ulteriore aumento dell'antisemitismo di chi confonde tout court la politica israeliana con gli israeliani tutti (sarebbe come considerarci tutti responsabili per le aberrazioni del governo Berlusconi) e, ancora peggio, gli israeliani con gli ebrei sparsi nel mondo. E in questa confusione le sinistre hanno una bella fetta di responsabilità.

La recente liberazione di Shalid da parte di Hezbollah in cambio di mille palestinesi trattenuti nelle carceri israeliane aveva fatto sperare nell'inizio di un percorso virtuoso che potesse finalmente portare alla pace fra i due popoli, alla collaborazione fra israeliani e palestinesi e, con questo, anche alla normalizzazione dei rapporti con l'Iran. Ma gli estremisti delle due parti non vogliono la pace e neppure l'America di Obama ha fatto alcunché per costringere Israele a bloccare la politica degli insediamenti, cioè della continua erosione dei territori palestinesi, e a sedersi ad un tavolo di pace.

Franco Isman



Annalisa Bemporad
November 08, 2011 11:31 AM

Caro Franco,
vorrei aggiungere qualche considerazione al tuo articolo che condivido in alcune parti.
Ferma restando la mia pessima opinione sulla politica del governo israeliano, non credo che il dilagare dell'antisemitismo dipenda solo dal conflitto Israele-Palestina.
E' una storia antica di duemila anni ed è un groviglio di pregiudizi che riemergono  nelle situazioni di crisi internazionale come dopo la grande depressione del 29.
Vorrei solo far notare che la demoniaca superpotenza degli ebrei (13.000.000 di persone) nel mondo intero è ridicolmente considerata.
Sono i Protocolli dei Savi anziani di Sion che propugnavano un complotto ebraico per impadronirsi del mondo. Tu ed io ne facciamo parte?
Altrettanto mitizzate sono la potenza militare e l'intelligence israeliana. Mi pare che abbiano fatto acqua in molte occasioni negli ultimi decenni.
Tuttavia, se il governo israeliano avesse voluto cogliere di sorpresa con un attacco le postazioni atomiche iraniane non mi pare che tutti questi annunci dimostrerebbero grande acume. Posso, come mi succede spesso, sbagliare, ma credo che si tratti di un allarme lanciato all'ONU e alle varie nazioni che non sono riuscite minimamente ad arginare l'espansione atomica di Ahmadinejad.
Mi auguro che qualcuno possa fare qualcosa per spegnere l'incendio e che non ci sia nessun attacco perchè non so nemmeno immaginare quali potrebbero essere le conseguenze.
Mi chiedo che cosa abbia fatto di utile la comunità internazionale per risolvere la situazione mediorientale e cosa stia facendo l'Europa a tutt'oggi. Penso che si dovrebbero incoraggiare  quelli che in Palestina e in Israele lavorano per una pace giusta invece di dividere in buoni e cattivi per mettersi l'anima in pace.
Con affetto ,
Annalisa


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  7 novembre 2011