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Il sangue dei poveri
Franco Isman


Mario Monti

“…Ma anche qualche spazio per l'equità, con la rinuncia all'aumento dell'Irpef e l'introduzione travagliata di un prelievo dell'uno e mezzo per cento per i capitali scudati già rientrati in Italia: che è un primo abbozzo di patrimoniale” scrive nel suo editoriale Ezio Mauro. E Monti sulla marcia indietro sull'IRPEF ha chiosato “evitando così di colpire i soliti noti”.

Maccheccavolo di equità. Equità sarebbe stata, al contrario, un aumento dell'aliquota Irpef, che è progressiva, che andasse a colpire i redditi al di sopra di un certo livello, anche non molto alto; il lasciare le aliquote invariate significa NON gravare i ricchi.
E niente patrimoniale, naturalmente.

Quanto al prelievo dell'uno e mezzo per cento sui capitali “scudati”, rappresenta un risibile contentino all'assurda richiesta fatta a suo tempo da Bersani. Prelievo indecente in quanto uno Stato, e il governo opera e il Parlamento legifera in nome e per conto dello Stato, non può venir meno ad un preciso impegno preso con i cittadini, per evasori che siano. Aumento risibile perché, una volta deciso di gettare alle ortiche gli impegni assunti, si sarebbe potuto procedere ad un ben più cospicuo prelievo, sulla scia di quanto fatto all'estero.

Non occorre essere economisti per comprendere che l'aumento dell'IVA dal 20 al 21 ed ora al 23 per cento porta inflazione, e l'inflazione la pagano i lavoratori dipendenti con reddito fisso, i pensionati ed i poveri cristi in genere. In Germania l'IVA è del 19%, in Francia del 19,6%, in Spagna del 18% e nel Regno Unito del 20%.

Quanto ai pensionati, il blocco degli aumenti anche per le pensioni medio basse, con la sola eccezione delle minime, rappresenta un provvedimento che definire iniquo è dir poco, infatti questo, sommandosi all'inflazione che aumenterà in conseguenza dell'IVA, come detto prima, ridurrà in modo davvero pesante il loro potere d'acquisto. Il ministro Enza Fornero è scoppiata in lacrime annunciandolo, ma piangeranno certamente di più i pensionati.

Anche la reintroduzione dell'ICI sulla prima casa, anche se questa è una sola casa, la casa in cui si abita, la casa acquistata con i sudati risparmi e spesso ricorrendo a un mutuo, è un provvedimento che va nella direzione di tartassare i più deboli: si poteva aumentare l'imposta sulle seconde e terze case, sulle prime case di lusso, sui grossi patrimoni immobiliari, ma risparmiare le casette in cui tanti italiani vivono.

Sulla riforma delle pensioni, altro provvedimento che va ad incidere nel vivo, c'è da osservare che se, come pare, in Europa e in particolare in Germania l'età pensionabile è superiore a quella nostrana, ogni battaglia contro un adeguamento da parte nostra è insostenibile e perdente: non è pensabile di farci sovvenzionare dalla Germania mantenendo dei trattamenti privilegiati.

Il discorso di Monti agli italiani è molto bello e sottoscrivibile in toto, tranne dove dice: “abbiamo dovuto distribuire dei sacrifici e abbiamo però avuto grande cura nel distribuirli in un modo che c'è parso equo”, ma questo, al massimo, era una buona intenzione, assolutamente disattesa. Perché ?

Perché Monti ha dovuto piegarsi ai compromessi in particolare con il partito più forte che, in Parlamento, in questo Parlamento, è pur sempre quello berlusconiano e che è in grado di imporre la sua visione del mondo: i ricchi sono ricchi e hanno il diritto-dovere di difendere la loro ricchezza, in particolare dalle mani rapaci dello stato, gli altri si arrangino.

Tra Monti e il suo predecessore c'è un abisso: dal punto di vista morale, di capacità, di efficienza, di immagine e, finalmente, non dobbiamo più vergognarci di chi indegnamente ci rappresentava. Proprio per questo è ancora più triste dover riconoscere che i provvedimenti di emergenza previsti non sono affatto diversi da quelli che avrebbe voluto prendere il governo precedente. Nessuna concessione da parte della vecchia maggioranza, tuttora, ripetiamo, maggioranza in Parlamento, mentre quella che era opposizione accetta i sacrifici imposti ad una sola parte sociale, sacrifici contro i quali avrebbe votato se ad imporli fosse stato Berlusconi. Politicamente uno sfacelo. E in questo quadro si colloca anche l'esaltazione della “rinuncia all'aumento dell'Irpef” presentata da Ezio Mauro come un provvedimento per l'equità,tre punti esclamativi.

La sinistra e i sindacati protestano e protesta blandamente anche la CEI, i vescovi, d'altra parte a questo punto non c'è certamente la possibilità né di modifiche né di rigettare la “cura Monti”: ormai o mangi sta minestra o è la fine del mondo.
Speriamo nei prossimi provvedimenti sullo sviluppo, in quelli sui controlli fiscali ma anche sulla riforma almeno della legge elettorale. Fatta questa, più presto si andrà alle urne e meglio sarà.

Franco Isman



Giuseppe Pizzi
December 06, 2011 2:48 PM

Franco ha ragioni da vendere, in questa manovra di equità ce n'è poco o niente. Che equità ci può essere nel negare alle pensioni, anche modeste se non proprio miserabili, un ritocco che le tenga al riparo dall'inflazione? Si tratta di una misura talmente penosa che il ministro che doveva annunciarla non ne è stata capace, lacerata com'era dal dissidio fra l'intenzione e la decisione! Il pianto nel quale il ministro scioglie il suo drammatico blocco emotivo ci dice che purtroppo non c'è niente da fare, anche chi è mosso dai più onesti propositi sociali deve arrendersi, a sanare i conti dello Stato devono provvedere i soliti noti, gli altri sono intoccabili.
Per Isman sono intoccabili perchè tuttora protetti dalla maggioranza parlamentare, io più cinicamente penso che sono intoccabili perchè in Italia lo Stato è strutturalmente incapace di toccarli. E' qualcosa che va oltre la volontà dei governi. Lo Stato, con le sue procedure, il suo personale, le sue lentezze e i suoi vizi, le sue corruzioni e le sue collusioni, non è in grado di scalfire le corazze dell'intoccabilità. Vale per la tassazione come vale per l'evasione fiscale, per i monopoli pubblici e privati, le rendite di posizione, gli ordini professionali, gli interessi corporativi, i privilegi delle caste per finire alle mafie di vario tipo e nome. Monti e il suo governo di persone esperte e navigate ne sono ben consapevoli e, nel breve tempo che gli è concesso, fanno quello che possono e che devono. 
In questa deplorevole situazione - economica, morale e di immagine - il primato della meschinità va al parlamento. Dopo aver assicurato più volte la sua fiducia a un governo che ripetutamente rilasciava promesse di riforme e sacrifici con il sottaciuto proposito di non mantenerle, è arrivato il tempo della resa dei conti. Perchè è facile sottoscrivere una lettera di intenti, poi però si deve onorarla. E di fronte alla prospettiva di "lacrime e sangue" si è fatto da parte, ha lasciato il pesante fardello sulle spalle di Napolitano. Adesso che Monti si presenta con le sue richieste e le sue condizioni, ricomincia con le eccezioni e i distinguo, i malumori e le contrarietà.
Anche in questo Franco ha ragione, prima si va a votare per cambiarlo, meglio è (solo che subito non si può).

G. Pizzi



Salvatore Iannazzo
December 06, 2011 5:16 PM

Sono d'accordo con entrambi, ma tendo a condividere la diagnosi di Franco, invece di quella quasi disperante di Giuseppe. Sono del parere che Monti si sia lasciato sfuggire un'occasione che quasi certamente non gli si offrirà di nuovo. Egli aveva infatti il coltello dalla parte del manico, e avrebbe potuto forzare la mano e applicare almeno la maggiorazione Irpef per gli scaglioni più alti (sulla patrimoniale, probabilmente, ha invece ragione Monti: non essendoci una documentazione sui patrimoni non ci sono nemmeno gli strumenti per tassarli). Sarebbe stato invece  psicologicamente ben difficile per il PDL votare contro in questo momento: si sarebbe assunto la responsabilità di un disastro quasi certo a livello europeo, e non credo l'avrebbe fatto. Ma rinunciando, Monti non ha solo commesso un'iniquità verso la stragrande maggioranza degli italiani che si aspettavano la patrimoniale(così, a quel che si legge, dicono i sondaggi), ma ha anche graziosamente porto il manico di quel coltello a Berlusconi; il quale non si periterà di usarlo se ne avrà l'occasione. In altre parole, quando i giochi saranno fatti, se Monti si permettesse di avanzare proposte invise all'elettorato di Berlusconi, PDL e Lega , ancora una volta assieme, non esiterrebbero a sparare i loro siluri mortali. Ora Monti, e speriamo lo faccia, potrà solo avanzare proposte per lo sviluppo, tra le quali probabilmente ce ne sono anche di difficile digestione per il cavaliere ed i suoi amici. Dovrà insomma muoversi con grande attenzione a non pestare i calli di chi non lo sopporterebbe.

T.Iannazzo


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  5 dicembre 2011