prima pagina pagina precedente




Amo dato !
Franco Isman


 Una vignetta di Altan che dice pił di tutto l'articolo!


Ieri sera a uno dei tanti, tantissimi dibattiti e interviste ho intrasentito, passando davanti al televisore, un tizio, un industrialotto leghista suppongo, che tesseva le lodi dell'inflazione, magari al 10 per cento, naturalmente mantenendo “al loro valore nominale” salari e pensioni, tranne eventuali aumenti di merito, come soluzione ai problemi economici italiani.

Indecente, ma il governo Monti, con la sua famosa “salvaitalia”, ha agito esattamente in questa direzione: incremento dell'inflazione e blocco di stipendi e pensioni. Niente patrimoniale, niente tassazione delle transazioni finanziarie, niente aumento delle aliquote irpef per i redditi oltre un certo livello. Una legge iniqua.

Adesso siamo alla legge che dovrà rivoluzionare il mercato del lavoro.
E qui Monti e gli industriali hanno un sacco di ragioni. E' vero che in passato i sindacati, e in special modo quelli settoriali, hanno salvaguardato le condizioni dei lavoratori in attività anche a scapito dei nuovi assunti e dei pensionati, è vero che un certo grado di mobilità è indispensabile per attirare nuovi investimenti, in particolare stranieri ma, in certi casi, addirittura per la sopravvivenza delle imprese. E' vero che in passato sono state fatte concessioni assurde, a partire dai tempi di Andreotti, con i baby pensionati, con le pensioni dei parlamentari, con le enormi pensioni dei super dirigenti (ma questo non lo dice Monti).

"Bisogna dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro" ha dichiarato ieri Monti, ed è difficile dargli torto. L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nella sua fondamentale importanza di tutela dei lavoratori dallo strapotere dei “padroni”, non è un dogma e come tale indiscutibile e immodificabile. Pietro Ichino non è quel reazionario che viene descritto dalla sinistra e le sue proposte meritano di essere prese in considerazione.

Tutto questo però significa sacrifici da parte dei lavoratori, di quelli stabilmente occupati. E i sindacati sono sempre stati più che ragionevoli a partire da quando avevano accettato l'eliminazione della “scala mobile”, cosa di cui personalmente non avevo mai ben capito la necessità. E di tutto questo si sarebbe potuto forse discutere e trovare un punto di incontro se non ci fosse il precedente dei gravissimi e unilaterali sacrifici imposti dalla salvaitalia.

Nelle attuali condizione, con la grave perdita di potere d'acquisto delle classi deboli è evidente che invece i sindacati non accetteranno le condizioni del governo, ma questo è intenzionato ad andare avanti, accordo o non accordo. Il PDL in questo caso lo appoggerà senza riserve e così pure, obtorto collo, il povero ma imbelle PD. Ma questo significherà gravi tensioni sociali, scioperi e, speriamo di no, disordini. Insomma Monti ha fatto trangugiare una legge iniqua quando avrebbe dovuto, ma probabilmente anche potuto, fare una legge che distribuisse equamente i sacrifici e non li concentrasse soltanto sui poveri cristi e non riuscirà ad ottenere il consenso dove invece ha molte ragioni dalla sua parte.

Franco Isman




EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  4 febbraio 2012