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Ma il PD è di sinistra ?
Il tentativo di stravolgimento della Costituzione
Franco Isman



Il primo dubbio, ovvio, è l'avallo dato alla politica di macelleria sociale del governo Monti.
Bisognava salvare l'Italia dalla bancarotta e tutti, quasi, concordavano sulla necessità di drastici tagli di spesa. Enorme era il sollievo e, diciamolo, la gioia di esserci finalmente liberati dall'orribile guitto Berlusconi e Monti appariva incomparabilmente migliore. Sostenere il suo governo era indispensabile.
Tutto vero, ma fin dall'inizio si era visto che, per sua scelta o per volere di Berlusconi, che poteva farlo cadere in qualsiasi momento, i sacrifici erano tutti imposti alle classi deboli: blocco delle pensioni, aumento delle imposte indirette - Iva (ma forse ci stanno ripensando) e accise, reintroduzione dell'ICI sulla prima casa (che diventa IMU), ma mantenimento della facoltà di optare per la cedolare secca per i locatori degli appartamenti, niente patrimoniale, niente aumento delle aliquote Irpef per i redditi alti, niente imposte sulle transazioni finanziarie.
Una politica decisamente di destra e il PD l'ha trangugiata, non poteva davvero fare nulla ?

Ma adesso sta accadendo qualcosa di veramente grave con la complicità, è questo il termine, del PD. Ne ha scritto Valerio Onida sul Corriere del 12 maggio e il 1º giugno 12 giuristi (Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Domenico Gallo, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Alessandro Pizzorusso, Eligio Resta, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky) hanno sottoscritto un accorato appello al Parlamento perché blocchi il tentativo avviato di stravolgere la Costituzione.

Si tratta di un disegno di legge costituzionale che i tre partiti che sostengono il governo Monti intendono portare in Parlamento bruciando i tempi di approvazione, senza che ci sia stata alcuna informazione ed alcun dibattito nel Paese; perdipiù hanno la forza numerica per approvarlo con la maggioranza di due terzi che esclude la possibilità di ricorrere ad un referendum abrogativo. Con una inammissibile precipitazione il Senato ha già approvato in commissione questo disegno di legge che verrà portato immediatamente in aula.

Si tratta di una legge “che altera profondamente gli equilibri costituzionali –scrive Onida- cancellando garanzie e bilanciamenti propri di un sistema democratico”.
“Viene attribuita una posizione assolutamente centrale al Presidente del Consiglio, mortificando il Parlamento e ridimensionando in maniera radicale la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica. Il Parlamento è conculcato nelle sue stesse funzioni e nella sua libertà, fino a poter essere sciolto dallo stesso Presidente del Consiglio, nel caso votasse contro una sua legge sulla quale fosse stata posta e negata la fiducia. L´intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere attribuisce a quest´ultimo un improprio strumento di pressione e rende marginale il ruolo del Presidente della Repubblica… E ora si propone di passare da una repubblica parlamentare ad una presidenziale, di mutare dunque la stessa forma di governo, addirittura con un emendamento che sarà presentato in aula all´ultimo momento”.

I dodici costituzionalisti scrivono: “la Costituzione non può essere profondamente mutata senza una vera discussione pubblica, senza che i cittadini adeguatamente informati possano far sentire la loro voce. E´ inaccettabile che la richiesta di partecipazione, così forte ed evidente proprio in questo momento, venga ignorata proprio quando si vuole addirittura modificare l´intero edificio costituzionale. I cittadini, che negli ultimi tempi sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione, non possono essere messi di fronte a fatti compiuti”.

Non meraviglia che Berlusconi, con i deputati da lui nominati e con compiacenti ascari, tenti con un colpo di coda di imporre una modifica costituzionale autoritaristica e potenzialmente liberticida di tal fatta. Quello che risulta davvero incomprensibile è quale sia la ratio per cui il PD si presta a questa vergognosa manovra, portata avanti con ottusa insensibilità nei confronti degli italiani considerati sudditi e non cittadini, proprio quando la disaffezione per la politica ha raggiunto livelli mai visti e la casta politica è vista come avulsa dalla vita dei cittadini.

Franco Isman


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  5 giugno 2012