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Una brutta storia
14 . E' tempo di ricostruire
Umberto De Pace

Edoardo Baraldi
in attesa di autorizzazione...

Comunque andrà a finire la querelle tra il Quirinale e la Procura di Palermo rimarrà una brutta storia, questa la mia sensazione fin dall'inizio dell'intera vicenda. Una brutta storia iniziata (penosamente) a ridosso dell'anniversario della strage di via d'Amelio in cui furono uccisi vent'anni fa il magistrato Borsellino e la sua scorta.
Una brutta storia perché vede coinvolti da una parte la presidenza della Repubblica e dall'altra una delle procure più esposte nella lotta contro la mafia in contrasto tra loro su un tema tecnico – le intercettazioni telefoniche – nell'ambito di un'inchiesta alquanto difficile quale quella della trattativa tra Stato e mafia all'indomani degli attentati di stampo mafioso che colpirono il nostro paese negli anni 1992-93.
Una brutta storia perché si trascina dietro non solo legittimi confronti e discussioni ma in gran parte polemiche, strumentalizzazioni, contrapposizioni, chiamate alle armi – spesso all'interno degli stessi schieramenti politici e aree di pensiero – le quali, vista la crisi politica ed economica che attanaglia il paese, di certo non contribuiscono ad aumentare la fiducia e la speranza in un cambiamento in positivo della situazione.
Una brutta storia perché vista la posta in gioco ci si aspetterebbe il massimo della collaborazione tra le istituzioni al fine della ricerca della verità. Questo al di là degli aspetti giuridici che la vicenda solleva sui quali non mi esprimo, non avendone le competenze, ma che ritengo secondari in questo momento rispetto al diritto dei cittadini di questo paese di conoscere la verità sulla trattativa Stato-mafia dopo troppi anni di depistaggi, menzogne e occultamenti. Un diritto inalienabile accompagnato da un dovere improcrastinabile, quello delle istituzioni nel loro complesso di operare affinché tale verità venga stabilita.
Una brutta storia perché si pone su un piatto d'argento alla mercé di quelle “menti raffinatissime” sempre pronte a tessere le trame per destabilizzare il paese. Un paese nel quale le vicende più torbide e sanguinose della sua storia più recente non hanno mai visto la condanna dei colpevoli; un paese con un'intera classe politica precettata in quanto incapace di svolgere il compito affidatogli dai suoi elettori; un paese nel quale troppo spesso si contrappone la “Ragion di Stato” agli interessi dei cittadini che formano quello Stato.
Nessuno dei due protagonisti della vicenda, a mio modo di vedere, è imputabile di atti illegittimi quanto in entrambi mi pare si evidenzino delle scelte inopportune. Inopportuna la scelta del Presidente della Repubblica nel sollevare il conflitto di fronte alla Corte Costituzionale, in un momento nel quale il paese avrebbe bisogno della massima trasparenza da parte delle istituzioni e soprattutto avrebbe bisogno di comportamenti e atti che dimostrassero la volontà di cambiamento all'interno di un assetto politico istituzionale vecchio e stantio. Inopportuna la sovraesposizione e presenzialismo dimostrato in alcuni casi dai magistrati coinvolti nell'inchiesta a fronte di ruoli che richiederebbero il massimo equilibrio nonché sobrietà nei comportamenti.
Indubbiamente sulla vicenda hanno pesato e pesano notevolmente gli schieramenti creatisi a sostegno dei due contendenti che hanno trascinato, pur contro la loro volontà, entrambe le parti nell'arena di uno scontro che a tutti gli effetti rischia di andare al di là dell'oggetto del contendere.
In attesa che la questione venga affrontata e chiarita (si spera) dalla Corte Costituzionale sarebbe bene che si riportasse l'intera vicenda nell'ambito di un confronto civile e responsabile, abbassando i toni, salvaguardando il diritto di critica e la difesa delle prerogative istituzionali, ma soprattutto concentrando le forze di ognuno affinché si giunga finalmente a dare una risposta a una delle tante pagine oscure della storia recente del nostro paese, facendo prevalere per una volta la “Ragion dei cittadini” su tutte le altre ragioni.

Umberto De Pace

E' tempo di ricostruire
GLI ARTICOLI PRECEDENTI
  1. Libertà (aria), uguaglianza (acqua), fratellanza (terra)
  2. Sull'intolleranza
  3. La camorra infame e il ruolo dello Stato
  4. Lo Stato di Cossiga
  5. La zingara rapitrice
  6. Omertà di Stato
  7. Il clandestino gentiluomo
  8. La società multietnica e il piccolo presidente
  9. Lettera aperta a Valentino Parlato
10. In morte di un dittatore
11. Buonsenso e responsabilità
12. Politica, antipolitica e democrazia
13. Echi dal Palazzo


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  7 settembre 2012