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Euro: una rivoluzione ?
Virtù e piccoli problemi
di Franco Isman

5 euro

5 euro (archiviato a grandezza naturale)
Una rivoluzione, certamente.
Dal punto di vista dell'economia nazionale l'entrata nell'area dell'euro, raggiunta, come tutti ricordiamo, dal governo Prodi, con Ciampi super ministro dell'economia, con una politica di sacrifici per risanare l'economia della Nazione depauperata da decenni di allegra amministrazione, ha rappresentato e rappresenta una grande conquista. Una conquista che ci ha protetto dagli sbalzi economici provocati dagli eventi mondiali e dalla speculazione selvaggia che in passato faceva quel che voleva delle monete più deboli.

Dal primo gennaio prossimo l'euro entrerà effettivamente in circolazione e nel giro di due mesi, durante i quali potranno essere usate anche le vecchie lire, le sostituirà integralmente. Dal primo marzo esisteranno solamente gli euro (ma le lire potranno essere cambiate alla Banca d'Italia per ben dieci anni). In realtà dopo una settimana resteranno ben poche lire in circolazione, quelle conservate sotto i materassi, considerato che banche e bancomat distribuiranno solo euro.
Un euro vale 1936,27 lire. Ci saranno banconote da 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro, che corrispondono all'incirca ad un valore in lire da 10.000 ad un milione, contro le attuali banconote che vanno dalle 1.000 alle 500.000 lire. Questo significa che le attuali banconote da 1.000, 2.000 e 5.000 lire non avranno una corrispondente (o quasi) banconota in euro ma saranno sostituite da monete. Molte più monete quindi, in sostituzione di queste banconote, ma anche monetine: nell'euro infatti ci sono i centesimi e sono previste monete da 1, 2, 5, 10, 20, e 50 centesimi e da 1 e 2 euro. Il portamonete è d'obbligo !

Nel periodo di transizione, gennaio e febbraio prossimi, potremo effettuare pagamenti sia in euro che con le vecchie lire, i commercianti dovranno però darci il resto solamente in euro (ma probabilmente sarà un obbligo poco rispettato). Infatti ciò rappresenta un bel problemino perché li obbligherà (o obbligherebbe), nei primi tempi, a tenere in cassa quantitativi non indifferenti della nuova moneta.
Per di più, anche se il cliente pagherà in lire, il cassiere dovrà registrare le entrate in euro e dovrà fare i conti: nessun problema per la grande distribuzione, dove i prezzi derivano direttamente dai codici a barra, un appesantimento per gli esercizi tipo bar, panetterie e simili dove ci sono molti incassi di importo limitato. Dovranno attrezzarsi con tabelle di conversione che prevedano gli importi più comuni: Campari, al mio bar preferito, 2,58 euro.

Per l'acquirente la sola fatica di controllare il resto. Nel periodo di transizione i prezzi avranno la doppia indicazione: lire ed euro, dal primo marzo la Lira non esisterà proprio più, molto facile però verificare a quante vecchie lire corrisponde un prezzo, tanto per avere un'idea della sua convenienza o meno: essendo il cambio di 1936,27 lire per euro molto vicino a 2000, basta moltiplicare appunto per 2.000 il prezzo in euro.

Nessun problema per i Bancomat, che dal primo gennaio erogheranno soltanto euro; nessun problema con le carte di credito: i foglietti di addebito saranno compilati dal venditore in euro. Per gli assegni ci si dovrà munire di nuovi libretti (quelli vecchi non sono assolutamente utilizzabili) ed indicare anche i centesimi, con una virgola nell'importo in cifre ed una barra in quello in lettere.

I vantaggi, non indifferenti, li avrà chi andrà all'estero negli undici Paesi che fanno parte dell'area dell'euro assieme all'Italia: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna. Nessun cambio con i relativi oneri e la moneta straniera che avanza a fine viaggio, nessun problema di conoscenza di una nuova moneta, immediata comprensione della convenienza o meno delle diverse merci. Ci si sentirà molto di più a casa propria: un bel passo anche psicologico verso l'unificazione europea.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net




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 25 novembre 2001