prima pagina pagina precedente




Il giornalista e scrittore Giacomo Scotti minacciato di morte
Umberto De Pace

sentenza

Giornalista, scrittore, poeta, l'intellettuale di frontiera con doppia cittadinanza italo-croata, Giacomo Scotti vive sotto minaccia di morte. Il giornale on-line dell'estrema destra neoustascia croata, Hrvatski List, ha pubblicato a fine dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slavo in cui si accusa Giacomo Scotti, insieme ad altri – tra cui l'ex capo di Stato Stipe Mesic e l'attuale presidente Ivo Josipovic – di essere filo comunista e nemico dei croati. «Finalmente - scrive l'autore del testo di minacce, Josko Celan - gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa. Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l'ora di punire i nemici della Croazia».
Sul sito on-line in coda all'articolo insulti e minacce a quello che viene definito “il più grande nemico della Croazia …”, il “…vampiro, topo, scarafaggio” di cui i croati devono sbarazzarsi, il “… bastardo italo-serbo” per il quale si chiede la lustracija cioè l'epurazione, l'eliminazione.
Giacomo Scotti raccontò e denunciò in un suo libro-diario del 1996 – dal titolo “Croazia-Operazione Tempesta” – i crimini compiuti dall'esercito croato nella Krajina all'indomani della cosiddetta liberazione di quella regione abitata dai serbi. Secondo i dati delle Nazioni Unite tra i 150.000 e i 200.000 civili serbi di Croazia abbandonarono la regione, migliaia le vittime dirette della deportazione forzata e centinaia gli uccisi. Circa due mesi fa il Tribunale dell'Aja per i crimini nell'ex Jugoslavia, nella sua sentenza d'appello, ha assolto l'ex generale croato Ante Gotovina e il capobrigata Mladen Markac dalla condanna di primo grado relativa a crimini di guerra stabilendo che “Tempesta” è stata una operazione di carattere militare non dettata da finalità criminali, né dall'esigenza di ripulire etnicamente il territorio. Una sentenza che si è trascinata dietro innumerevoli polemiche, basti pensare alla dichiarazione dell'ex-procuratore capo del Tribunale dell'Aja Carla Del Ponte: “Penso alle vittime serbe di quei crimini. Il Presidente della Croazia ha detto che sono stati commessi errori durante la guerra; allora non si chiamano più crimini, ma errori? Questa sentenza dà un duro colpo alla credibilità della giustizia“.
Una sentenza che ha ridato vigore al nazionalismo più estremo e alla destra fascista neoustascia, i quali si sentono così legittimati a ingiuriare e minacciare direttamente Giacomo Scotti. Quanto queste minacce possano essere pericolose lo dimostra il fatto che già nel 1997, a seguito di due articoli apparsi sempre su Hrvatsko Slovo a firma dello stesso autore il quale incitava i patrioti croati a “farlo fuori”, lo scrittore subì un'aggressione a Fiume da parte di alcuni uomini in uniforme mimetica che cercarono di strangolarlo.
Giacomo Scotti nato a Saviano (NA) nel 1928, si trasferì a Pola, in Istria, nel 1947 e in seguito a Fiume. Antifascista e comunista si recò in Jugoslavia spinto dal proprio ideale e dalla prospettiva di costruire il nuovo stato socialista. Questo suo ideale ha sempre avuto un profondo radicamento umano ancor prima che ideologico e quando venne a conoscenza delle terribili vicende del gulag jugoslavo, sull'isola di Goli Otok, non esitò a raccogliere e pubblicare le testimonianze dei sopravvissuti ai crimini del regime di Tito contro i comunisti cominformisti che, all'atto della rottura tra Tito e Stalin nel 1948, rimasero fedeli a Mosca. E' del 1991 il suo libro “Goli Otok, ritorno all'isola Calva”, prima testimonianza in Italia delle tragedie consumatesi in quel gulag. Il cosiddetto “più grande nemico della Croazia”, durante la guerra in Jugoslavia ricoprì la carica di presidente dell'Associazione pacifista e umanitaria Arcobaleno, la quale coordinò gli aiuti ai profughi in quella terra da parte di una quarantina di associazioni umanitarie italiane.
Membro del Pen Club croato, dell'Associazione degli scrittori croati e dell'Associazione degli scrittori italiani, Giacomo Scotti per la sua produzione letteraria ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi in Croazia, in Italia e in vari altri paesi. Nel 2006 il comune di Monfalcone gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Autore di decine di libri sulla guerra partigiana in Jugoslavia e in Italia, sull'occupazione nazifascista in Jugoslavia – è appena uscito il suo ultimo libro “L'isola del miele. Regno della morte. Campi di concentramento italiani nella Dalmazia insanguinata 1941-1943” – sul tema delle Foibe, Scotti si è spesso trovato al centro di polemiche e critiche a causa del suo spirito libero e della sua continua ricerca della verità storica al di là delle convenienze personali e di parte del momento.
Ciò non significa che i suoi scritti non possano e non debbano essere oggetto di discussione, di critica o di revisione nel tempo a seguito dell'acquisizione di nuove fonti di ricerca – come lui stesso ha ammesso per il numero di vittime dei gulag jugoslavi, ad esempio – ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con delle accuse infami contro un uomo che esprime pubblicamente il suo pensiero attraverso i suoi libri e articoli, senza mai nascondersi dietro pseudonimi come spesso fanno alcuni dei suoi vili accusatori.
Nel novembre scorso Giacomo Scotti era qui a Monza ad accompagnare la presentazione dello spettacolo “Goli Otok l'isola della libertà” che si tenne al Binario 7. Molti di noi hanno potuto sentire la sua testimonianza. Chi come me ha avuto l'onore e il piacere di conoscerlo direttamente ha potuto anche apprezzarne il grande spessore umano, l'onestà intellettuale e la grande determinazione. A Giacomo Scotti va quindi tutta la mia solidarietà accompagnata dall'invito, che rivolgo agli uomini e alle donne italiani e croati, di respingere e isolare con fermezza senza indugio chi, incapace di sostenere e argomentare le proprie ragioni, vuole prevaricare quelle degli altri con la violenza e il sopruso. Questo è inaccettabile, da qualunque parte provenga.

Umberto De Pace


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  24 gennaio 2013