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Il gioco d'azzardo
Franco Isman

la ruota della fortuna

In principio c'era il Lotto.
“La tassa sugli imbecilli” lo definì Bruno de Finetti matematico e statistico, ma è più esatto dire “la tassa sui poveri”; Camillo Benso conte di Cavour affermava che era l'unica forma di tassa volontaria.
Proibito da papa Benedetto XIIl nel 1728 ma riammesso dal suo successore Clemente XII, il lotto esiste in Italia fin dalla sua unità, ci giocavano i nostri bisnonni; e con il lotto è nata la smorfia e l'interpretazione dei sogni: 47 morto che parla, 77 le gambe delle donne, la paura fa 90.
Le ruote in diverse città, il bambino bendato che estraeva i bussolotti erano diventati una tradizione.
I numeri con i massimi ritardi, ricordate? E la frenesia per quelli che non si decidevano mai ad uscire (203 estrazioni il record di “resistenza”), e se qualche menagramo sosteneva che i numeri non hanno memoria, con le puntate al raddoppio la certezza di vincere era matematica, si diceva. E non pochi si rovinavano per correre dietro al numero ritardatario di turno.
Terna, quaterna, cinquina: sì d'accordo, le vincite erano un po' inferiori alle probabilità matematiche, ma non ci si basa soltanto sulla probabilità !
Un po' inferiori? Beh non tanto poco: per il terno le probabilità di uscita sono 1 su 11.748 e la vincita 4.250 volte la posta: 2,76 volte meno di quanto vorrebbe l'arida matematica. Per la cinquina va peggio, infatti le probabilità sono 1 su 43.949.000 e la vincita 6 milioni di volte la posta: 7,32 volte meno del giusto (ma in passato era molto peggio).
E' vero le probabilità sono poche, ma se punto 100 euro vinco 600 milioni, seicento milioni !
Poi con Veltroni ministro le estrazioni diventarono bisettimanali ed i maggiori utili furono destinati al restauro di opere d'arte. Ma che bravo questo Veltroni. Adesso ci sono 5 estrazioni 3 volte alla settimana: 15 estrazioni settimanali per ciascuna delle 11 ruote. Troppe, e il lotto “tira” meno.

Poi nel 1997 è nato il Superenalotto e qui il jackpot, cioè il monte premi, aumenta ogni settimana finché arriva un vincitore. Un terzo degli incassi viene destinato alle vincite, sempre di più che nel lotto, e poi giocando soltanto quando il jackpot è arrivato molto in alto le condizioni diventano più favorevoli.

Non dimentichiamo il vecchio Totocalcio, il Totip, le lotterie e i gratta e vinci che imperversano in ogni dove, dalle tabaccherie alle casse dei super.
Adesso poi proliferano le Sale gioco con le slot machine, le terrificanti macchinette mangia soldi (le Iene a Pavia ne hanno contate 7 in poco più di 1 km) ma queste hanno proliferato in ogni sorta di esercizi commerciali, bar soprattutto. 400.000 slot machine in tutta Italia con Pavia che batte tutti i record con una slot ogni 100 abitanti.
E poi le Sale del Bingo, una “innocente” tombola si dice, e chi non ci ha mai giocato almeno a Natale?
E le Sale corse per puntare sulle corse dei cavalli e su altri eventi sportivi.
Il poker on line è in pieno sviluppo e si è buttato in questo businness anche Berlusconi.

l'economia del gioco d'azzardo

Il gioco d'azzardo è la terza “impresa” italiana con un giro di affari di 79 miliardi nel 2011, pari al 4% del PIL nazionale (61 nel 2010, 16 nel 2003) secondo i dati ufficiali della AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato). Questi dati non tengono conto ovviamente del gioco illegale e nemmeno di quello on line.
Il fenomeno è certamente gravissimo e preoccupante, però quasi ovunque si afferma che questo giro di affari corrisponde a 1.300 euro all'anno per persona, lattanti compresi (2.900 per Pavia); in realtà il dato importante è quanto gli italiani spendono pro capite nei giochi d'azzardo. Nella stessa tabella della AAMS sono indicate vincite per 61 miliardi circa e quindi 79-61=18 miliardi quanto hanno perso i giocatori, pari a 300 euro all'anno pro capite. Per la verità una percentuale così alta di vincite, non rispondente assolutamente ai dati teorici, fa sospettare pesanti brogli sul fronte delle entrate segnalate dai concessionari oppure, ancora peggio, delle uscite. Forse proprio per questo dal 2012 l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha incorporato l'AAMS non ha più fornito dati.

Cosa si può fare e cosa si fa.
Attualmente si stanno muovendo i sindaci di molte città, a partire da Milano mentre continua l'impegno dei sindacati e delle associazioni. Giovedì 16 maggio a Monza, in occasione del passaggio della Carovana antimafia, Libera, i sindacati e Avviso Pubblico hanno organizzato un dibattito al Binario 7 sul gioco d'azzardo in generale e su quello patologico in particolare.

Molto interessante e coinvolgente la “lezione” del dott. Maurizio Resentini direttore del servizio dipendenze della locale ASL.
Perché uno gioca? Perché questo gli dà piacere, come avviene per le droghe o anche per il sesso: ho sete, bevo e provo piacere. Poi subentra il meccanismo della sazietà.
Il gioco d'azzardo deriva il suo nome da una parola araba che significa dado e consiste nel puntare somme di denaro su un evento che deve avvenire, le sue caratteristiche sono essenzialmente
1. si punta denaro;
2. la posta giocata non può essere ritirata;
3. il risultato è basato prevalentemente sul caso.
Per una percentuale non trascurabile dei giocatori il gioco diventa una necessità, diventa una patologia, del tutto analoga a quella della droga o dell'alcol, e questi giocatori sono “costretti” a giocare: più denaro del previsto, più a lungo del previsto, più spesso di quanto preventivato. Si valuta che questi giocatori patologici siano fra l'uno e il 3% della popolazione e la nostra ASL, forzando un po' sulle disposizioni legislative, dà loro assistenza.
I giocatori patologici, proprio come i tossici, per procurarsi i soldi necessari non arretrano davanti a nulla, arrivano al furto e alla prostituzione, e ne conseguono vere e proprie tragedie che distruggono individui e famiglie.
Di norma la parte esterna del cervello, che è quella che cerca la gratificazione dei propri impulsi, è bilanciata da quella resistente interna in grado di opporsi a tali istinti, negli adolescenti la parte interna si sviluppa più lentamente di quella esterna ed essi risultano quindi più vulnerabili. Il tutto illustrato con un bel cervello sullo schermo, alternato a svariati diagrammi.

Molto interessante anche l'intervento di Roberto Corti, il giovane sindaco di Desio, ricca cittadina della Brianza con pesanti infiltrazioni della 'ndrangheta calabrese e l'arresto di vecchi amministratori e di imprenditori collusi.
Si è discusso del problema in consiglio comunale, nessuna possibilità di regolamentare l'insediamento delle sale giochi: le autorizzazioni sono rilasciate dal questore, che si occupa essenzialmente di ordine pubblico, e non dal sindaco. Si è cercato quindi di agire almeno sugli orari di apertura emanando un'ordinanza sindacale che prevedeva l'apertura solamente dalle 13 alle 22:30. L'ordinanza è stata impugnata al TAR dagli esercenti e il TAR ha dato loro ragione, attualmente è pendente l'appello al Consiglio di Stato anche in considerazione del fatto che altri TAR hanno sentenziato in maniera differente.
Un amministratore assiste impotente a drammi irraccontabili e non può far finta di non vederli, ma per il profitto tutto è lecito e una slot in un bar rende intorno a 500 euro al mese, molti di più se funziona in modo irregolare e cioè se è taroccata o se i dati non vengono trasmessi alla AAMS. Ma anche a volerlo non è facile rinunciare alle macchinette infernali: i contratti sono spesso con aziende legate alle mafie, alcuni contratti sono vincolati, il fornitore delle slot spesso finanzia l'esercente per migliorie al locale o altro, in un momento di crisi non si può o non si vuole rinunciare ad una fonte di guadagno tranquilla e sicura.
Si dovrebbe agire in campo nazionale: era stato predisposto il cosiddetto decreto Balduzzi ma alla Camera, con l'accordo di tutte le parti politiche (!), è stato notevolmente annacquato.

continuate a vincere

Senza arrivare al proibizionismo si dovrebbero regolamentare la quantità e la posizione delle sale giochi e la dislocazione delle slot, si dovrebbe vietare la martellante pubblicità che racconta come vincere sia facile con questo o con quel gioco: a Milano l'intera testata di una casa inneggia al Gratta e vinci e porta incorporato un contatore che in tempo reale indica quanti soldi sono stati vinti dal 1º gennaio a quel momento. Peccato si dimentichi di raccontare quanti soldi sono stati spesi.

Franco Isman


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  21 maggio 2013