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Caro Don Gallo
Don Chisciotte


Don Gallo

Caro Don Gallo,
ti scrivo solo ora sapendo che in questi giorni eri molto impegnato con il tuo funerale, i commiati, le condoglianze, le benemerenze… quanta gente al tuo funerale? Hai visto? Proprio bello, qualche polemica… vabbé… ma bello!
Ah, scusami, non ho potuto partecipare alle tue esequie perché, tra disoccupati, rom, disperati, anch'io qui in Brianza ho il mio daffare. Poi sai che qui da noi ogni giorno ha la sua Lega e non posso abbandonare la trincea.
Il motivo per il quale ti scrivo e che i questi giorni più di una volta ho colto frasi del tipo: “ci mancherà tanto”, “gli porto l'ultimo saluto”, “come faremo senza di lui” e via andare. Inizialmente non capivo a chi si riferissero quelle persone tristi, ma dopo aver appurato che eri tu il soggetto del lamentazio ho chiesto:
Oh bella, cosa è successo al mio amico Donga che io non sappia?”
“Ma come Donchi, non lo sai?”
“Che cosa dovrei sapere?
“Ma Don Gallo è morto? Ci ha lasciati? E' dipartito? E' defunto?”
“Si, lo so che è morto, ma cosa centra la sua morte con tutta sta disperazione?”
Ora caro Donga, non fosse stato per lo sguardo contrito e sinceramente addolorato gli avrei risposto con un sonoro: “Embè, allora? Prima o poi … capita a tutti!” – mi sono però astenuto perché non ero certo che avessero afferrato bene il concetto di ciò che accade post mortem a chi come te ha percorso ignudo la vita, ha abbracciato l'umanità intera, condividendo con essa pane e lavoro, ostie e preservativi, gioia e tristezza, vino e sangue, speranza e disperazione, lotta e preghiera, sigari e sudore, errori e ragioni e tante altre cose ancora. Diamogli il tempo, un domani quando ti rincontreranno a fianco degli ultimi, per le strade del nostro piccolo mondo, capiranno che con la tua morte hanno seppellito nella terra carne e ossa, non il tuo insegnamento né la tua immensa umanità, le quali, insieme al tuo sorriso, saranno per sempre con tutti noi, e ancora oltre.
A presto Donga, ci vediamo domani nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi.
Un abbraccio fraterno e Bella Ciao, il tuo Donchi.

Don Chisciotte


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  27 maggio 2013