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In morte di Nelson Mandela
Uno dei Padri dell'umanità intera
Umberto De Pace


Nelson Mandela

Ho ancora nitide di fronte a me le immagini e sulla pelle le emozioni di quel 11 febbraio 1990. In piedi nella sala, di fronte al televisore, attendevo con gioia e trepidazione la sua liberazione; non ero il solo, milioni di uomini e donne di tutto il mondo condividevano con me quel momento. A migliaia di chilometri di distanza, nel profondo sud del mondo, in un paese dove sopravviveva uno dei più odiosi regimi di discriminazione razziale, un uomo, con la sua determinazione e la sua tenacia, ne decretava la fine, suggellandola con un sorriso.

Un uomo che attese 27 anni quel momento, ventisette anni passati all'interno delle carceri del suo paese, del paese in cui era nato e nel quale, per il differente colore della sua pelle, gli fu negata la libertà. Come potevano pensare di negare la libertà a un uomo che ancor prima di lottare sapeva sognare: “… àncora di tutti i miei sogni è la saggezza collettiva dell'umanità nella sua interezza. Ora più che mai faccio mia la convinzione che l'uguaglianza sociale sia la sola e unica base della felicità umana”.

Come potevano credere di spezzare la volontà a chi non si nutriva di odio verso i suoi simili, ma sapeva guardarli negli occhi, qualsiasi colore della pelle avessero: “ … anche quando gli scontri fra noi si saranno fatti estremi, vorrei che combattessimo per i diversi principi e ideali e non per odio personale“.
Come potevano immaginare di sottometterlo mentre percorreva con umiltà il suo cammino nella storia dell'umanità: “Quando tornerò, di sicuro avrò dimenticato tutto quello che ho imparato riguardo alla legge e dovrò trovarmi un altro lavoro, magari mi metterò a scavare strade, pulire fogne o scenderò nelle miniere di carbone con pala e piccone.”
Come potevano illudersi di imporre i loro principi discriminatori a chi sapeva guardare nel profondo dell'animo umano: “ Nel giudicare i nostri progressi in quanto individui, tendiamo a concentrarci su fattori esterni quali la posizione sociale, l'influenza e la popolarità, la ricchezza e il grado di istruzione. Ciò che è importante, naturalmente, per valutare il successo di una persona nelle questioni materiali ed è perfettamente comprensibile che molti si adoperino per questo. Tuttavia, i fattori interni sono forse ancor più cruciali per stimare il nostro sviluppo in quanto esseri umani. Onestà, sincerità, semplicità, umiltà, generosità disinteressata, mancanza di vanità, disponibilità nell'aiutare gli altri – qualità alla portata di chiunque – sono il fondamento della vita spirituale.”

E difatti non riuscirono nel loro intento, perché dopo 27 anni di galera quell'uomo uscì vittorioso dalle carceri, divenne presidente del Sudafrica, condusse il suo paese alla transizione dal vecchio regime dell'apartheid alla democrazia, affrontò con determinazione il difficile percorso della riconciliazione nel nome della verità e della giustizia, non mancò di riconoscere i propri errori, abbandonò la vita politica nel 1999 e si ritirò a vita privata nel 2004. La sua è stata una vita dedicata agli altri con determinazione e passione, con forza e amore.

Nelson Mandela fa parte di quella schiera di uomini e donne, pochi ma in fondo non così rari, che rendono unico ed entusiasmante il faticoso e tortuoso cammino dell'essere umano; uomini e donne fonte di orgoglio e tenerezza, forza e speranza, gioia e determinazione per i propri simili; uomini e donne che portano sulle loro spalle le sofferenze del mondo e nel cuore e nella mente la speranza per un futuro migliore. Uomini e donne che non sono eroi, ne santi, ma più semplicemente, quanto straordinariamente, Padri e Madri dell'umanità intera. Oggi è il momento del pianto, della commozione, del ricordo e della preghiera. Da domani, per tutti quelli che credono nei valori e nei principi di libertà, di giustizia, di fratellanza e solidarietà, Mandela continuerà a vivere nel loro cuore e nella loro mente.
Grazie Madiba, un forte abbraccio.

Umberto De Pace

P.S.: le citazioni di Nelson Mandela sono tratte dal libro “Io, Nelson Mandela. Conversazioni con me stesso.” ( Sperling & Kupfer editore)

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  6 dicembre 2013