prima pagina pagina precedente




Vincitori e vinti
Le elezioni regionali in Emilia Romagna
Franco Isman

Elezioni regionali Emilia Romagna

Chi ha vinto e chi ha perso ? O forse meglio: c'è qualcuno che ha vinto?
La domanda è certamente pertinente in una elezione alla quale ha partecipato il 37,70 per cento degli aventi diritto, poco più di un terzo. Cosa mai vista in Italia e, a maggior ragione, in una regione di regola politicamente impegnata.
Nel 2010 la partecipazione era stata del 68,06 per cento, non certo molto elevata per gli standard italiani ma comunque quasi doppia, il che significa che i votanti si sono ridotti a poco più della metà: 1,067 milioni contro 1,828 milioni.

Molto facile dire chi ha perso: Forza Italia, confrontando i dati con le elezioni del 2010, ha visto passare i suoi sostenitori da 518 mila a 100 mila, meno di un quinto. Un crollo rovinoso.
In Emilia Romagna Forza Italia quasi non esiste più, con il suo 9,41% è il quarto partito, dietro a PD, Lega e 5stelle.
Era ora.

Ma il PD, ha vinto? Con il 50,13% dei voti formalmente sì, ed è politicamente importante.
Non è però possibile non osservare che “questo” PD, il PD di Renzi, rispetto al 2010 ha perso 322mila elettori su 857mila, addirittura il 37,60% e questo significa ben qualcosa !
Significa che la spaccatura esistente al vertice c'è ancora di più alla base e che la minoranza che disapprova la politica indiscutibilmente di destra di Renzi ha voluto in questo modo metterlo in evidenza. Speriamo che Renzi ne tenga conto e non vada avanti con la sua politica autoritaria all'interno di quello che dovrebbe essere il maggiore partito della sinistra. Dovrebbe.

E la Lega? Si può davvero dire che la Lega ha vinto: nella regione “rossa” per eccellenza e nel crollo della partecipazione ha limitato la sua perdita di voti a 55 mila su 288 mila e cioè al 19,1% (percentualmente la metà rispetto al PD) arrivando ad essere il secondo partito con una percentuale del 21,87%.
Il problema degli immigrati e quello dei Rom è un problema importante e molto sentito: spesso è un problema reale e “vissuto”, malamente vissuto da molti. La bieca politica razzista di Salvini paga.

5Stelle, nel generale crollo della partecipazione, ha aumentato i suoi voti del 25,93% e con questa performance è arrivata al 14,94%, addirittura il doppio del 2010 diventando il terzo partito dopo PD e Lega.
Questo successo avviene, “nonostante” l'indecente blaterare del suo guru Beppe Grillo, per merito della politica pulita perseguita dai più bravi del raccogliticcio esercito dei suoi parlamentari. Una assoluta intransigenza nei confronti della corruzione e dei privilegi, riduzione reale degli stipendi abnormi e delle spese, una reale opposizione alle spese militari ed alle missioni militari all'estero.

Anche SEL ha aumentato sia pur di poco (3,04%) i suoi voti ed ormai è giustamente vista come l'unica forza davvero di sinistra nel panorama politico italiano. Con questa performance dal 2,06% del 2010 è arrivata al 3,64%.

Chi, purtroppo, con il 62,30% degli elettori, ha davvero vinto è il partito dell'astensione. Il partito di chi ormai vede la politica come il gioco di una casta di privilegiati che, più che a risolvere i gravissimi problemi della gente, non del paese, della gente, pensa a farsi gli affari suoi ed a perpetuare i propri privilegi. Una massa di elettori disgustati che, per fortuna, non si sono nemmeno lasciati conquistare dagli arruffa popolo come Grillo e Salvini. Una massa di elettori comunque pericolosi per la democrazia.

Franco Isman


Condividi su Facebook Condividi su Facebook
Segnala su Twitter


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  27.11.2014