prima pagina pagina precedente




Paure e fragilità eterosessuali
Umberto De Pace

I due libri messa all'indice dai novelli inquisitori del Pdl di Carate

L'inqualificabile iniziativa di tre consiglieri comunali del Pdl di Carate, assurti alla cronaca nazionale per aver chiesto di rimuovere dalla biblioteca comunale due libri “rei” di trattare il tema delle famiglie omogenitoriali e della omosessualità, potremmo derubricarla a una grottesca mancanza di buon senso oltre che di buon gusto; oppure a una fra le tante “iniziative” politiche che, in un'epoca post-ideologica come quella attuale, vede l'utilizzo strumentale di temi legati ai diritti civili da parte di partiti e movimenti alla ricerca di consenso e visibilità. Adottando una chiave di lettura più ampia potremmo riprendere un tema di estrema attualità, quale quello della libertà di espressione, sull'onda del massacro di “Charlie Hebdo” in Francia o il rogo dei libri di poesie e la distruzione di statue millenarie da parte dei neonazisti del presunto Stato islamico. O ancora interpretarlo come l'ennesima provocazione da parte di frange minoritarie di quell'integralismo cattolico (supportato dagli immarcescibili “atei devoti”) sostenitori di una battaglia a difesa della presunta “famiglia naturale”. Benché ognuno dei suddetti aspetti rappresenti parte del problema, ritengo che il suo fulcro sia un altro.

Cosa può spingere una persona a far si che un libro, un film, un dibattito, un comportamento, un atteggiamento differente dal suo rappresentino un “problema da rimuovere”? Tanto più quando il tema del libro o il comportamento in oggetto rappresentano l'espressione di sentimenti umani primordiali quali l'amore, l'affettività, la genitorialità, la socialità, la sessualità? Cosa può esserci di così profondo e radicato in quella persona per indurlo ad agire contro la libera espressione di tali sentimenti da parte di un suo simile? Cosa lo spinge a voler imporre una sua visione del mondo a chi pensa e vive in modo differente dal suo?

Personalmente sono convinto che alla base vi sia un sentimento di paura che prende il sopravvento in persone dall'identità fragile, impreparate ai cambiamenti che l'epoca in cui vivono gli pone di fronte; ciò vale per il fenomeno delle grandi migrazioni, delle società multietniche, multiculturali e multireligiose e, nello specifico, vale anche per le diverse identità di genere che rivendicano pari dignità e pari diritti civili al di là delle differenze di qualsiasi tipo.

Ebbene a queste persone “fragili” occorre far capire che nessuno vuole distruggere la loro famiglia naturale o artificiale che sia, che sono liberi di crescere i loro figli come meglio credono, che sono liberi di fare l'amore o non farlo a loro piacimento, che altrettanto liberamente possono sposarsi con rito religioso o civile, che possono leggere i libri e gustarsi i film che preferiscono, che possono sorridere, abbracciare, baciare i loro cari, così come possono non farlo; l'unica cosa che importa e che facciano tutto ciò nella loro piena libertà e felicità, senza dimenticare che questa libertà e felicità è un diritto di tutti e va quindi riconosciuta anche agli altri esseri umani, senza mai ferirla, né comprometterla o limitarla.
A queste persone “fragili” occorre spiegare che se un libro non è di loro piacimento possono non leggerlo, possono lasciarlo nello scaffale delle loro biblioteca cittadina, possono addirittura criticarlo pubblicamente, possono protestare, ma non possono richiedere di rimuoverlo, perché con esso “rimuoverebbero” un pezzo della libertà di tutti e questo non lo possiamo permettere a nessuno.
A queste persone in preda alle loro “paure” occorre spiegare che l'omosessualità non è una malattia, né uno “status” contagioso. Non si trasmette via stampa, né via e-mail, né per via “aerea” durante i convegni. Mentre via stampa, via e-mail, durante i convegni si può trasmettere odio, paura, disprezzo, solitudine, discriminazione e questo non può essere permesso.

L'omosessualità è… e basta, è sempre stata e sempre sarà perché fa parte dell'essere umano, che a sua volta fa parte della natura ed è quindi anch'essa perfettamente naturale; non mette in crisi la sopravvivenza della razza umana ma ne rappresenta la varietà, fa parte della sua “grande bellezza”. L'essere umano è inoltre un essere sociale ed è all'interno di una comunità che trascorre la sua vita, svolge il suo lavoro, vive il proprio presente, costruisce il futuro, dandosi delle regole e stabilendo delle leggi. E' all'interno della società che ogni individuo gode dei propri diritti ed è tenuto a risponde ai propri doveri, in un processo in continuo cambiamento e sviluppo corrispondente ai bisogni e alle esigenze dell'epoca in cui vive. Capisco che le persone più “fragili” facciano fatica ad accettare ciò, per questo vanno comprese e accompagnate nell'inevitabile percorso di cambiamento e superamento delle loro paure. Forse può aiutare gli eterosessuali “militanti” sapere che queste paure e fragilità non sono loro patrimonio esclusivo, possono appartenere anche agli omosessuali, perché le paure, le fragilità così come le malattie, fisiche e psicologiche, non sono ne “etero” ne “omo” ma possono colpire chiunque. Così come l'amore è un sentimento unico, intenso, straordinario, alla portata di tutti e fare in modo che ognuno lo viva come meglio crede e la cosa più bella che possiamo fare insieme. L'amore è ciò che ci spinge a creare una famiglia, nella quale condividere gli affetti, procreare i propri figli o adottarli, farli crescere. E l'unica vera cosa fondamentale all'interno di una famiglia non è la diversità di genere ma è l'amore che troppo spesso manca e sappiamo quanto sia impegnativo mantenerlo vivo e sempre presente. Quello che dobbiamo combattere è l'odio, la solitudine, la tristezza, l'abbandono, la sopraffazione, la violenza, tutto ciò che vorrebbe insinuarsi in quanto di più intimo c'è in noi e fra di noi: i nostri rapporti d'amore. E' questo che va rimosso dalla nostra società, non un libro.

Umberto De Pace

Condividi su Facebook Condividi su Facebook
Segnala su Twitter


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net

Commenti anonimi non saranno pubblicati


in su pagina precedente

  1 marzo 2015