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Scuola Diaz, Genova luglio 2001: è Stato tortura
Umberto De Pace


La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha sancito quello che è sempre stato chiaro ai più e cioè che nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 uomini delle forze dell'ordine dello Stato italiano usarono non la forza, ma una violenza gratuita e brutale nei confronti di persone innocenti e inermi fino al punto di compiere veri e propri atti di tortura. La magistratura italiana aveva già a suo tempo riscontrato l'utilizzo di tale abbietto strumento ma non essendo previsto lo specifico reato nella legislazione del nostro paese non poté sanzionarlo. Gli autori della carneficina furono coperti, negli anni successivi, dall'omertà del branco richiuso su se stesso a propria autodifesa; i responsabili delle decisioni prese e degli ordini impartiti furono addirittura promossi o premiati; i pochi che marcarono la propria differenza durante o dopo quei fatti furono isolati se non allontanati.

Ciò che successe in quei giorni alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto non potrà mai essere perdonato e sui responsabili diretti o indiretti, sulla politica di governo e di opposizione di quel periodo e dei successivi, peserà per sempre l'onta non solo di aver compiuto, permesso o lasciato impunito un atto così aberrante ma anche di aver umiliato e infangato le istituzioni del nostro paese.
Con l'unica eccezione del capo della polizia Manganelli che quanto meno espresse pubblicamente le sue pur timide scuse, ad oggi nessun uomo dello Stato o di governo ha mai saputo dire parole all'altezza della gravità di quei fatti, chiedendo direttamente ed esplicitamente scusa alle vittime di tale barbara violenza, perpetrando con tale mancanza una inquietante continuità con ciò che è stato e che una legge contro la tortura, tardiva e discussa, non è sufficiente a spezzare e la carriera di uomini come l'ex capo della polizia dell'epoca Di Gennaro, ma non solo, è lì a suggellare.

E' grazie alla determinazione e al coraggio di Arnaldo Cestaro, all'epoca fra le vittime della Diaz,
se la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per ciò che è successo e per ciò che non ha fatto per punire i colpevoli. Mentre è grazie anche all'irresponsabilità di uomini come Fabio Tortosa se quella notte nel nostro paese è stata stracciata qualsiasi regola democratica. Tortosa, uno dei poliziotti che quella notte erano all'interno della Diaz, rivendica su face-book con orgoglio quanto fatto per poi ovviamente il giorno dopo prendere le distanze dalle sue stesse dichiarazioni.
Certo Tortosa quella sera era un mero esecutore di ordini studiati e impartiti a tavolino dai suoi superiori, sui quali pesa la colpa maggiore, ma non di meno ogni singolo uomo che quella sera colpì vilmente e barbaramente persone inermi all'interno della scuola Diaz, ancor prima che un torturatore sappiamo che sicuramente è un codardo, anche solo per il fatto di non essersi opposto a ciò che in quel momento accadeva di fronte ai suoi occhi.

Su ciò che è successo alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto si sa tutto, mancano solo i nomi e cognomi dei singoli responsabili della carneficina e delle torture e la giusta punizione per chi dette gli ordini di attuarla. Di questi ultimi si conoscono anche i nomi e cognomi, sui quali la magistratura ha svolto il suo compito e comminato le sue condanne, ma che la politica e le altre istituzioni dello Stato non hanno mai voluto richiamare alle loro responsabilità, sospendendole, allontanandole o aprendo nei loro confronti procedimenti disciplinari. E' lì che si annida a tutt'oggi l'impunità, è lì che si attende che la politica e le istituzioni facciano il loro dovere.

Umberto De Pace

Precedenti articoli sull'argomento:
I Giusti di Bolzaneto nella notte della democrazia
Omertà di Stato
Il giorno della vergogna di Stato
Diaz, De Gennaro e la III Repubblica

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  19 aprile 2015