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Mein Kampf
Franco Isman

edicolante antifascista

Il fatto è noto: Il Giornale, con direttore Alessandro Sallusti, pubblica a pagamento una collana di libri sul Terzo Reich e, al primo volume in edicola con il quotidiano dell'11 giugno, aggiunge in omaggio il volume Mein Kampf, La mia battaglia, scritto da Adolf Hitler fra il 1923 e il 1926.

Emanuele Fiano su Facebook scrive:
“Vergognatevi. Punto.
Per favore, se per voi la pubblicazione, in allegato a "Il Giornale" del Mein Kampf è un fatto come un altro, da commentare come una battuta di Renzi, o una polemica di Salvini, o un abbassamento di tasse, o un peggioramento della bilancia commerciale, evitate di scrivermi. La mia pazienza ha un limite, anche con gli amici. Io NON SONO OBIETTIVO, quello è il manuale dell'assassino di 11 membri della mia famiglia, e di milioni di ebrei, omosessuali, disabili, Rom, Sinti e Camminanti, testimoni di Geova, antifascisti, antinazisti, renitenti alla leva, oppositori. Finché avrò una goccia di sangue in corpo non lascerò passare queste cose sotto silenzio. Per papà e per gli altri suoi compagni.”

Matteo Renzi twitta “Trovo squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica #maipiù”; Laura Boldrini dichiara "Decisione grave, la memoria merita rispetto. La mia solidarietà a tutte le famiglie vittime dell'Olocausto"; la comunità ebraica ha definito la scelta del Giornale "un'operazione indecente", mentre l'ambasciata israeliana in Italia ha espresso “sorpresa”.

Piero Fassino, al ballottaggio a Torino nelle elezioni per il sindaco, dichiara: "Squallido e indecente riesumare persino Hitler per strizzare l'occhio all'estrema destra nelle città al voto” e tutti i candidati sindaco nelle varie città si sono sentiti in obbligo di dissociarsi dall'iniziativa.

Sallusti nega che si tratti di un'operazione elettorale “su una tragedia simile non si gioca” e ricorda come il suo giornale abbia sempre sostenuto le posizioni di Israele, al contrario di una certa sinistra la cui opposizione alla politica di Israele sconfina spesso nell'antisemitismo.

In
Mein Kampf Adolf Hitler espone il suo pensiero politico e delinea il programma del partito nazista. Nella prefazione scrive: “I popoli che combattono per sublimi idee nazionali hanno forza di vita e ricchezza d'avvenire. Tengono nelle proprie mani i loro destini. Non di rado le loro forze, creatrici di comunità, sono valori di portata internazionale, aventi per la convivenza dei popoli effetti più benefici che gli «immortali principii» del liberalismo, i quali intorbidano e avvelenano i rapporti fra le nazioni.”
Mussolini alla voce fascismo della Enciclopedia Italiana Treccani aveva scritto: "Anzitutto il fascismo... non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla." Degni l'uno dell'altro.

Nel libro Hitler rivela il suo odio per ciò che ritiene siano i due mali gemelli del mondo: comunismo ed ebraismo, basandosi in particolare sui Protocolli dei Savi di Sion, un pericolosissimo libello antiebraico, costruito dalla polizia segreta zarista,
secondo il quale esiste una cospirazione ebraica con l'obiettivo di ottenere la supremazia nel mondo,.
Sostiene che il futuro della Germania dipende dalla conquista dei territori ad est a spese della Russia, ma anche di Cecoslovacchia e Polonia, ed annuncia di voler distruggere completamente il corrotto sistema parlamentare.

Del Mein Kampf furono stampati milioni di copie e Hitler guadagnò milioni di marchi con i diritti d'autore (passati dopo la guerra alla Baviera e scaduti soltanto lo scorso anno). Una copia veniva regalata ai soldati al fronte e ad ogni nuova coppia di sposi ma in realtà faceva bella mostra di sé nella libreria di ogni buon tedesco, anche se pochissimi lo leggevano.

Dopo la guerra milioni di copie residue vennero distrutte e la ristampa è stata vietata finché nel gennaio del 2016 ne è stata pubblicata un'edizione critica in cui i commenti storici sovrastano di gran lunga il testo.
In Austria e in Israele il possesso e la vendita di Mein Kampf sono illegali, salvo che per edizioni riservate agli storici e agli ambienti universitari; la prima traduzione del libro in lingua ebraica risale al 1995.
Negli Stati Uniti il libro si può acquistare nelle librerie e via internet. Il governo statunitense si impossessò dei diritti d'autore nel 1941, in seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti, come parte del Trading with the Enemy Act, e nel 1979 la Houghton Mifflin acquistò i diritti dal governo americano. Ogni anno ne sono vendute più di 15.000 copie.
In Cina il Mein Kampf è vietato ed è consultabile per ricerche solo in poche biblioteche.
(notizie tratte da Vikipedia).
***
Quali le conclusioni ?
Il commento più pertinente sembra quello di Fassino che, come già scritto, ha dichiarato: "Squallido e indecente riesumare persino Hitler per strizzare l'occhio all'estrema destra nelle città al voto” ed forse questo l'aspetto peggiore dell'iniziativa del Giornale, cioè utilizzare il “male assoluto” rappresentato dallo sterminio, come lo ha definito lo stesso Fini alcuni anni fa, per basse speculazioni elettorali. Sull'altro versante non poche dichiarazioni indignate appaiono anch'esse più strumentali che sentite.

Franco Isman

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  15 giugno 2016