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Internazionale, comune Umanità:
il Sole del presente
Alfonso Navarra e Laura Tussi
Il testo completo del saggio su PeaceLink

Lenin

Il comboniano padre Alex Zanotelli, con cui collaboriamo in molte campagne pacifiste, alla conferenza stampa dei disarmisti esigenti per la ratifica dell'accordo sul clima di Parigi, tenutasi il 17 aprile scorso, ha sostenuto che l'Umanità si deve salvare da due “bombe” che incombono come una spada di Damocle: la bomba atomica e quella ecologica. Noi ne aggiungiamo una terza, quella finanziaria, pressoché certi che il nostro amico Zanotelli, oggi – dopo l'inferno di Korogocho - missionario a Napoli (un'altra bella trincea!), sarebbe d'accordo con questa integrazione. Più volte abbiamo spiegato nei nostri interventi che l'attività dei sistemi militari, dell'economia accumulativa e del consumismo sfrenato possono creare delle crisi propriamente mortifere per la massima parte del genere umano, ed abbiamo persino individuato una scala di priorità, definita dal numero di morti per estensioni temporali che la deflagrazione delle “bombe” sopra citate può innescare. La precedenza va al disinnesco attraverso il disarmo della bomba atomica, che può uccidere subito tutti i 7 miliardi che siamo; poi viene la bomba ecologica, che, ad esempio con il riscaldamento climatico, può sopprimere la totalità delle vite in 100 anni; infine c'è la bomba finanziaria da neutralizzare, che può fare collassare le società con sofferenze generalizzate e perdite massicce, in senso letteralmente fisico, di moltitudini umane.

I conflitti in corso, sociali, religiosi, culturali, etnici, territoriali, interstatuali, se consideriamo la centralità del parametro della sopravvivenza generale, sono oggettivamente meno importanti, anche se dominano la scena mediatica e delle preoccupazioni pubbliche: ma fungono da micce che possono portare all'esplosione catastrofica, addirittura cataclismatica, delle “bombe” globali.
In questa congiuntura, stiamo vivendo il pericolo rappresentato dall'estremista repubblicano Donald Trump, che si candida per la presidenza degli Stati Uniti e con il quale si manifesta quanto la crisi sociale, creata dalla crisi economica partita nel 2008, risulti sempre più grave. E' degno di attenzione, a nostro avviso, porre mente a quanto dicono oggi i sondaggi: se Trump si confrontasse con la democratica Hillary Clinton potrebbe spuntarla, ma con il “socialista” Sanders le prenderebbe, perché  anche quest'ultimo rappresenta un voto contro il vecchio potere, contro “i burattini di Wall Street”.

L'elettorato americano è in rivolta contro l'establishment  in quanto la gente si impoverisce e la classe media svanisce, con una grande frustrazione a livello sociale. Ma rischia di indirizzare la sua rabbia nella direzione e con modalità sbagliate. È necessario quindi individuare la vera causa di questa crisi, senza farsi sviare dai luoghi comuni dell'economicismo imperante. Il neoliberismo, che è la copertura ideologica di chi oggi comanda, non è più rappresentato in modo dominante dall'élite industriale, che è ormai subordinata ad altri poteri. Il vero potere oggi sta nei mercati finanziari e si esercita nelle speculazioni di borsa. La realtà dell'economia reale – al momento subordinata all'economia finanziaria - è il complesso militare- industriale -energetico, in quanto le armi, il petrolio e l'energia nucleare costituiscono la parte più forte dell'economia che manipola e trasforma materia ed energie fisiche per i bisogni umani (per lo più non autentici). La bomba della finanziarizzazione è davvero sconvolgente, e dobbiamo ripensare alla Storia per renderci conto di quanto danno può provocare: la grande crisi sociale del 1929 ha precipitato l'umanità nelle grandi dittature nazifasciste.




Tutto lo spirito della Costituzione italiana nata dalla Resistenza antifascista, che pone prima le persone e i diritti, rispetto ai mercati, viene stravolto dal neoliberismo, ideologia economica incorporata nella nostra carta costituzionale con la riforma del pareggio di bilancio. Come diceva a suo tempo Lenin (ogni tanto lo citiamo perché non possiamo non riconoscere la grandezza del suo titanico sogno di "abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo"): “senza teoria rivoluzionaria, nessun movimento rivoluzionario”. È necessaria l'analisi concreta e la conoscenza della realtà, non tramite schemi astratti, ma con valori di fondo alla base di strategie politiche che sappiano indirizzare l'azione. Un valore fondante decisivo, ribadiamo alla fine del nostro ragionamento quanto avevamo proposto al suo inizio, è realizzare la comune umanità, come un tempo citava l'Internazionale Comunista. Ma il senso di fratellanza universale, oggi ancorato anche al riconoscimento della figliolanza dalla Madre Terra (l'unico Pianeta che abbiamo), non va proiettato nel futuro, bensì deve vivere nel presente, fungendo da stella polare per ogni lotta.

Se non si insiste su questo ideale, che riassumiamo nello slogan: "Prima l'Umanità, quindi prima le persone!", si apre la strada alla destra che vuole dividere l'unica specie secondo varie scale gerarchiche, distinguendo tra superuomini, uomini, sottouomini (ed ancora più sotto le donne). Mentre gli amici della nonviolenza, i veri eredi dell'internazionalismo che ha caratterizzato la storia iniziale del Movimento Operaio, mettono in rilievo ciò che unisce nella pari dignità e non ciò che divide, come registro e metodo universale dell'azione politica, volta ad affermare la comunità internazionale fondata sulla forza del diritto e non sul diritto della forza.
Forza del diritto che significa forza della relazione elevata ad una stabilità da patti liberamente e democraticamente sottoscritti: in questo "relazionismo", in questa visione del primato della forza delle libere relazioni, l'internazionale nonviolenta dei diritti umani e dell'Umanità si propone anche come portatrice del pensiero e delle pratiche del movimento femminista; e del movimento dell'ecologia sociale, perché il Sole del presente è anche il Sole della conversione energetica ed ecologica, il Sole come "energia di pace", alla base di una economia di pace, che si pone come alternativa alle energie dure dei combustibili fossili e del nucleare, apportatrici di guerre e di un sistema di guerra.

Alfonso Navarra e Laura Tussi


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  13 luglio 2016