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Una Woodstock della democrazia
Osservazioni sparse di Primo Casalini


Roma piazza San Giovanni
Roma piazza San Giovanni - 14 settembre 2002

Venti poliziotti con la faccia dura in fondo alla pensilina di Roma Termini.
Mille persone che scendono dal treno, ognuna col suo zaino.
Santoro che si sbraccia per salutare i plauditores.
Cesare Salvi ed Aldo Tortorella seccatissimi vicino a Via Merulana perché non erano riusciti ad entrare nella piazza per la calca. Ma la calca si poteva affrontare, io l'ho fatto quattro volte; e che, aviveno paura che je stropicciassero la giacca?
Il baracchino ladresco dell'acqua minerale: due Euro la bottiglietta.
La telefonata ad una amica da piazza S.Martino ai Monti, proprio mentre dalla chiesa uscivano gli sposi, attesi da una rossa Ferrari.
Il gruppetto di monzesi loscamente da me dirottati in piazza Vittorio: "Ne parla Gadda…"
L'ora di arrivo a Milano era prevista per le 5 AM; qualcuno ha fatto la proposta di fare una manifestazione appena scesi dal treno col motto: "Milano, svegliati!" La proposta è stata bocciata. A malincuore.
Il dipietrista letterato che distribuisce sue poesie del tipo: "Che fai tu Ulivo in ciel? Dimmi che fai, silenzioso Ulivo?" o "Quant'è bella la giustizia/che si fugge tuttavia…" o "...straordinari leader/e profondissime riforme/io nel pensier mi fingo". 
Il ragazzo col pacco delle copie del Manifesto vendute tutte in cinque minuti. Due metri davanti ai venti poliziotti etc etc.
La cappella di S.Zenone ("il giardino del paradiso") in Santa Prassede. Ci si ammucchiano trenta turisti, tutti col naso per aria a sentire le frasi profumate della maestra giardiniera. Si spegne la luce a tempo, e je tocca a Primetto de mettece 'a moneta.
Giovanni Berlinguer, aristocratico, elegante, bello, settantasettenne. Ci passa davanti. Lo applaudiamo. Ci guarda e ci sorride come se sorridesse ad ognuno di noi.
Il folgorante incipit di Moretti: "Non perdiamoci di vista!".
Il saluto nu puculillo scucciato di Bertinotti, alla "che tocca a ffà pe' campà".
Flores la mena con la numerologia del quanti siamo, argomento che Moretti sottilmente non tratta: perché parlare dell'evidenza?
Veltroni, il sindaco, c'è pure lui. Uno da 7+, che è un bel voto. Gli voglio bene.
Fanno parlare una studentessa di 17 anni, perché, si sa, i giovani... Meglio Vittorio Foa o Giovanni Berlinguer, per i giovani, che oggi sono in tanti.
La sacca delle girandole cinque metri dietro i venti poliziotti etc etc. Ne prendo una, a righe bianco-azzurre (non ditelo ai romanisti!). Per quasi tutto il giorno, vorticherà invidiata sopra il mio zaino. Sparirà misteriosamente a metà pomeriggio. In quali mani sarà ora? Trattatela con dolcezza...
C'è pure Arturo Parisi. Nun je frega gnente a nissuno.
Rita Borsellino e Federico Orlando: con Moretti, gli interventi migliori.
Flores dice tante cose giuste, intelligenti, acute, ma le dice con un'aria che ti vien voglia di dargli torto.
Ci sono pure Bersani, Finocchiaro, Turco e Visco: i dalemiani hanno preso appena in tempo l'ultimo predellino dell'ultimo vagone dell'ultimo metrò. Ma anche a loro, in particolare a Bersani, voglio bene.
Al nome di D'Alema, fatto da chissà chi, applausi e zittii pari sono. Un nome che unisce...
Gli ippocastani lungo tutta via Merulana: ma ci sono sempre stati? Non li ricordavo.
Il gusto innegabile di Moretti nello scegliere i cantanti ed i musicisti: Vecchioni, Mannoia, De Gregori, Avion Travel, Barbarossa; nessun rischio di uva fogherina nè di coro bulgaro di Plovdiv.
Una Woodstock intelligente e politicamente corretta. Non è una battuta, è una lode. La faccenda è durata dalle 14.30 alle 20: cinque ore e mezzo senza nomenclaturizzare, per fortuna, ma anche per accortezza. Proprio una festa di protesta, come si voleva che fosse.
I venti carabinieri giovanissimi (quasi dei ragazzi), che in fila longobarda cercano di attraversare la calca: facce più smarrite che dure.
I tanti Emergency venuti per Gino Strada. Tutti con la maglietta rossa e la scritta bianca. Ognuno di loro in treno legge un libro. Utopisti senza essere rompiscatole.
Molte ragazze giovanissime. A proposito, fatto cento il totale, cinquanta erano donne. E questa, per manifestazioni così, è una novità, e grande.
L'altra novità è che Internet è ormai fondamentale. Magari solo il 10% di questi lo usa bene; ma basta ed avanza per tenerli tutti (e tutte) svegli col passaparola.
Moretti, furbissimo, ha letto il nome "Sergio Cofferati" con lo stesso tono asettico con cui aveva letto gli altri nomi. Entusiasmo prolungato. Moretti lo ha lasciato sfogare fino (quasi) all'ultimo battimani, e poi, sempre con lo stesso tono ha detto: "Gugliemo Epifani". Così si fa. Mentre il solito Flores, sempre tanto colto, tanto acuto etc etc, mezz'ora dopo ha costruito una storia tipo "ci sarà un operaio alla Pirelli...". Ma cosa crede Flores? Questi non hanno l'anello al naso. Così non si fa. Ciò detto, continuerò a leggere Micromega.
Incidenti? Zero, a parte la sparizione (sigh) della mia girandola.

Primo Casalini


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  16 settembre 2002