prima pagina lente pagina precedente



Le sette vite di Berlusconi
Franco Isman

Berlusgatto

A tre anni dall'espiazione della pena per frode fiscale, confermata in Cassazione nell'agosto 2013 e scontata in affidamento ai servizi sociali, Silvio Berlusconi ha ottenuto la riabilitazione dal Tribunale di sorveglianza di Milano.
La riabilitazione richiede, per legge, che il condannato abbia dato “prove effettive e costanti di buona condotta”.

Evidentemente il Tribunale ha verificato che in questi anni Berlusconi non si è messo le dita nel naso in pubblico, e cose analoghe. Non ha invece ritenuto meritevoli di considerazione la condanna per aver corrotto il senatore De Gregorio, reo confesso, confermata in appello nel 2017 ma dichiarata estinta per amnistia, né il giudizio pendente per la corruzione delle “olgettine” affinché rendessero falsa testimonianza (processo Ruby ter) e nemmeno le indagini per complicità con la mafia nelle stragi del 1993.

Berlusconi era sempre riuscito a sfuggire alle condanne relative a numerosi reati contestatigli, soprattutto in seguito alle innumerevoli leggi ad personam da lui promulgate e, in particolare, all'accorciamento dei tempi di prescrizione ed alla depenalizzazione del falso in bilancio. Da alcune accuse è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Questo un interessante riepilogo dei procedimenti a suo carico.

Imputato di frode fiscale Berlusconi viene per la prima volta condannato a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati, nell'ottobre 2012. Sentenza confermata in appello a maggio 2013 fino alla condanna definitiva della Cassazione dell'agosto 2013 che fissa, come pena accessoria, l'interdizione dai pubblici uffici per due anni. La frode fiscale sanzionata con questa condanna è di “soli” 7,3 milioni di dollari ma nell'ambito di un'inchiesta di centinaia di milioni.

Poi, in applicazione della cosiddetta Legge Severino che prevede, in caso di condanna a due o più anni di carcere per reati compiuti intenzionalmente, l'incandidabilità  per sei anni del condannato e, in caso di senatore o deputato già eletto, la sua decadenza dalla carica, nel novembre 2013 il Senato espelle Berlusconi.
La legge Severino prevede la sua applicazione retroattiva e cioè anche per reati commessi prima della sua entrata in vigore. Questo, per i reati penali, è in contrasto con la Costituzione italiana che all'art. 25 sancisce che “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso” e con l'analoga prescrizione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo; con alcune stranamente difformi interpretazioni della Corte Costituzionale.

Berlusconi ricorre alla Corte europea dei diritti dell'uomo. 
La Corte ha sede a Strasburgo e non ha nulla a che fare con l'Unione europea. È un organismo creato per garantire il rispetto proprio della citata Convenzione europea dei diritti dell'Uomo, adottata nel 1950 dai 47 paesi membri del Consiglio d'Europa.
Per il ricorso di Berlusconi è stato congiuntamente deciso di ricorrere al dibattito alla Grande Camera le cui decisioni sono definitive e non appellabili.
Il dibattito si è tenuto in un'unica udienza il 22 novembre 2017 e la decisione della Corte è stata certamente presa subito dopo ma è stato annunciato che verrà resa nota verso la metà del 2018.

A questo punto la decisione dell'11 maggio del Tribunale di Milano di riabilitare Berlusconi, decisione che, seppur appellabile dal Procuratore generale, è immediatamente esecutiva e che, proprio in base ad una disposizione della legge Severino, annulla gli effetti della stessa.
Non serve nemmeno la sentenza della Corte europea e Berlusconi, il Leader Maximo di Forza Italia, è tornato nel pieno dei sui diritti. E delle sue ambizioni.

Con Berlusconi riabilitato, con Berlusconi che ha subito le “ingiuste persecuzioni dei giudici”, è possibile e probabile che alle prossime elezioni, con l'attuale legge elettorale (premio di maggioranza con il 40% dei voti) o con un'altra modificata in senso ancor più maggioritario, Forza Italia recuperi voti ed il centrodestra, che è destra pura, conquisti la maggioranza assoluta in Parlamento.
Con questa prospettiva è evidente la tentazione di Salvini, che aspira a diventare presidente del Consiglio, e di Berlusconi stesso, di mandare a monte la trattativa con i 5 stelle e di andare al più presto a nuove elezioni.

Quali le conseguenze?
Con la malafede da un lato e l'incredibile insipienza del centrosinistra, al passaggio dal sistema elettorale proporzionale, previsto dai Costituenti, a sistemi vieppiù maggioritari, non sono state aggiornate le garanzie previste dalla Costituzione per la salvaguardia della democrazia.
Non è stato cioè modificato l'articolo 138, che ne regolamenta le modalità di revisione, e l'articolo 83, che stabilisce quelle per l'elezione del Presidente della Repubblica, lasciando Costituzione e Presidente nelle mani della maggioranza parlamentare che non rappresenta più la maggioranza degli elettori.

Non è difficile prevedere che, in queste condizioni, la Costituzione verrà modificata in senso presidenzialista, unica salvaguardia residua il referendum abrogativo, e Berlusconi, alla scadenza del settennato di Mattarella, e nella sua settima vita, verrà trionfalmente eletto Presidente della (povera) Repubblica italiana.

Franco Isman

Condividi su Facebook
Segnala su Twitter


EVENTUALI COMMENTI
lettere@arengario.net
Commenti anonimi non saranno pubblicati

in su pagina precedente

  15 maggio 2018