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Schiavismo
Franco Isman



Il 2 giugno è stato assassinato con una fucilata, nella piana di Gioia Tauro, Sacko Soumaila, immigrato regolare del Mali, sindacalista dei braccianti schiavizzati dal caporalato e da chi vi sta dietro.
Due giorni dopo su FB Mentana ha scritto: “Per correttezza vi riporto cosa hanno detto il premier Conte, il ministro del lavoro e quello degli interni, tutti direttamente attesi, per le loro competenze, nel giudizio sulla vicenda: neanche una parola”.
Un silenzio vergognoso.
E, sempre due giorni dopo, sul Corrierone è comparso un bel fondo di Pierluigi Battista con solamente, a parere di scrive, un non trascurabile errore di valutazione. “Un delinquente razzista”, dice Battista, ma più probabilmente mandanti ed esecutore sono gli schiavisti.

Oggi al Senato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rompe il silenzio e lo commemora. E tutto il Senato applaude; ai banchi del governo applaude Salvini e, con un certo ritardo, anche Di Maio.

Questo abnorme lavoro nero, questo pazzesco sfruttamento con una retribuzione giornaliera che arriva si è no a 10 euro, questa vera e propria schiavitù, con il sequestro dei documenti e la punizione di chi sgarra, l'assassinio di Soumaila non è il primo, dura da decenni.
Ed è davvero incomprensibile come nessun governo, centrosinistra compreso, abbia mai voluto fare nulla. Voluto perché non è certo difficile stroncarlo. Con conseguenze occupazionali? Con un aumento dei costi per i nostri produttori di pomodori in scatola? Con la conseguente entrata di concorrenti extracomunitari?
E' possibile e probabile, ma nulla giustifica il tollerare questa situazione.

Ma, se importiamo pomodori in scatola marocchini, favoriamo lo sfruttamento del lavoro in quel Paese, potrebbe obiettare qualche fariseo o qualche super buonista.
E tutte le apparecchiature elettroniche non sono forse costruite in Cina, a Taiwan o a Saigon?
E tutte le T-shirt ma anche i vestiti di alta moda non sono forse prodotti in Bangladesh?
Ne avevamo parlato cinque anni fa quando a Dacca erano morti 1200 operai

Franco Isman

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  5 giugno 2018