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Tassa piatta
Dedicato alle persone di sinistra che hanno votato 5 Stelle
Franco Isman

FLAT TAX


Parlare di destra e di sinistra non ha più senso, si dice.
Il nostro tempo è post ideologico, si dice.
E guardando quanto fatto dagli ultimi governi e la politica del PD, c'era quasi da crederci.
Per fortuna Salvini ha pensato a mettere le cose a posto.
Perché la Flat Tax, che incrementa al massimo la forbice fra i ricchi, sempre pił ricchi, e i poveri, è talmente reazionaria che davvero poteva essere pensata soltanto da una destra che più destra non potrebbe essere.

Attualmente la tassazione prevede cinque scaglioni di reddito con aliquote che vanno dal 23% al 43% (dai 75.000 euro in su); la nuova imposta prevede l'aliquota del 15% per redditi fino 80.000 euro, con detrazioni differenziate, e del 20% per redditi superiori.
15% è meno di 23% e quindi il risparmio c'è per tutti, magari con qualche differenza.
Con le nuove aliquote, Berlusconi, tanto per fare un nome, nel 2010, con un reddito dichiarato di 48 milioni di euro, avrebbe risparmiato circa 11 milioni di imposte; nel 2012, con il reddito crollato a 4,5 milioni, avrebbe risparmiato soltanto poco più di 1 milione. Ma è vero: il risparmio c'è per tutti…

Ieri Matteo Salvini, intervistato da Radio Anch'io, alla domanda "Cosa risponde a chi dice che la flat tax è iniqua?" ha risposto "Io spero che ci guadagnino tutti". "Ma i ricchi più dei poveri", gli viene fatto notare. "È chiaro che se uno fattura di più e paga di più, risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più, e crea lavoro in più". Anche questo è vero.

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, afferma l'articolo 53 della Costituzione. Progressività, non proporzionalità come equivocava un membro del governo. E allora?

Il progetto superflat di Berlusconi prevedeva un'unica aliquota del 23%, sempre con diverse detrazioni, ed una quota esente portata a 12.000 euro (dagli 8.000 attuali).
L'economista Tommasi di Forza Italia, sostenendo la progressività della proposta, argomenta, e vale la pena seguire per esteso lo sragionamento, che sarà del tutto analogo per la proposta dell'attuale governo.

“Prendiamo due casi per capire meglio: con un reddito da 15mila euro e l'aliquota al 23% praticamente si va a pagare il 23% solo su 3mila euro, che è la differenza tra il mio reddito e l'esenzione che mi viene garantita dalla no tax area, pari appunto a 12mila euro. In pratica si pagano le tasse solo sul 20% e lo sconto, su un reddito considerato basso, pesa per l'80 per cento. Se si prende in considerazione, invece, un reddito elevato, pari a 300mila euro, la deduzione è di 12mila euro su 300mila: pesa, cioè, solo per lo 0,04 per cento”.
"I redditi più alti, in valore assoluto, risparmiano di più, ma se si considera lo sconto in percentuale rispetto al reddito, allora le percentuali di risparmio sui redditi bassi sono molto più elevati", spiega l'economista. "Con la flat tax - aggiunge - il risparmio c'è per tutti, ma è molto più alto per i redditi più bassi che per quelli più elevati".

C'è un giudice a Berlino, speriamo nella Corte costituzionale.

Franco Isman

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  7 giugno 2018