prima pagina pagina precedente salva il testo


Il popolo dell'Ulivo domanda, Rosy Bindi risponde


Giovanna Melandri

Dopo il 30 settembre di Giovanna Melandri, c'è stato il 3 ottobre di Rosy Bindi sul sito dell'Ulivo. Inseriamo qui alcune delle molte domande, e naturalmente le risposte di Rosy Bindi.

Massimo
1. Perché i partiti della coalizione ancora non hanno realizzato l'Ulivo (proclami a parte)?
2. I partiti dell'Ulivo dovrebbero prendere l'iniziativa per incontrare gli organizzatori di S.Giovanni?
3. Sa navigare in Internet?
Bindi
Credo che non basti incontrare gli organizzatori di San Giovanni, anche se è utile un confronto più diretto e ravvicinato. Quello che conta è dare una risposta positiva alle richieste di unità che sono venute da chi è sceso in piazza. Non è facile, soprattutto dopo la spaccatura sul tema della guerra, ma non possiamo arrenderci.
Navigo poco su Internet, non ho molto tempo per farlo.
Ornella
Perché voi cattolici della coalizione di centro-sinistra fate fatica a separare l'aspetto laico dello Stato da quello puramente religioso-cattolico?
Mi riferisco in particolare all'adesione da parte di alcuni cattolici della Margherita alle proposte di legge sulla fecondazione artificiale e sui crocefissi nelle scuole e ambienti pubblici presentate dal centro-destra.
Il cardinale Tettamanzi a Milano nel suo discorso di benvenuto alla città indica come cardine di una democrazia forte la separazione dello Stato laico dalle questioni puramente religiose-morali e promette di non interferire da uomo di chiesa con le questioni laiche; possibile che si debba sentire da persone di chiesa un richiamo così fondamentale per uno Stato laicamente democratico e non si sentano le stesse affermazioni e prese di posizione anche nei cattolici politici della coalizione di centro-sinistra?
Bindi
Parlo per me: ho sempre difeso la laicità dello Stato e della politica, distinguendo tra le scelte religiose e le regole della convivenza civile. Strumentalizzare la fede fa male alla politica e fa male anche alla fede. Riconoscere l'autonomia della politica non significa però indifferenza etica o agnosticismo e non significa abdicare alle proprie più intime convinzioni, quando mi dichiaro contraria alla fecondazione eterologa non lo faccio perché questa è anche la posizione della Chiesa, ma perché laicamente, con motivazioni razionali ed etiche, ritengo che questa tecnica non tutela pienamente la condizione del nascituro, il soggetto più debole esponendolo ad un rischio di precarietà giuridica ed esistenziale che nessuna legge potrà evitare.
Quanto ai crocifissi nelle aule, la proposta è stata accolta con molta freddezza dalla gerarchia e nessuno tra i cattolici del centrosinistra è caduta nella provocazione della Moratti e della Lega.
Graziella
Lei scive: "Occorre ora fare un nuovo passo in avanti, aprendo l'Ulivo alle forze sociali e alla società civile che in questi mesi si sono mobilitate in difesa della legalità e dei diritti".Ebbene questa semplice affermazione la rende unica fra i nostri rappresentanti e leader.
Ancora nei partiti si stenta e parecchio a capire che la richiesta che sale dei movimenti deve essere ascoltata.
Comunque oltre ad avere il nostro appoggio nel portare avanti questo nuovo progetto politico per l'Ulivo, vorrei chiederle: quali sono per lei riforme costituzionali e non, necessarie affinchè la nostra democrazia non rischi una deriva come quella che la sta attraversando.
Noi crediamo nella "buona politica" ma tanti altri no.
Da questi e da altri ancora dobbiamo difenderci.
Bindi
Grazie per il sostegno, in questo momento è davvero prezioso. Penso che Ulivo abbia dimostrato che oggi occorre vigilanza e fermezza sul terreno della legalità e dei diritti. La battaglia sulla Cirami ma anche l'opposizione alle scelte sociali sbagliate e dannose compiute dal Governo indicano un percorso che va precisato ma che in qualche modo è segnato dalle emergenze del paese. Da questo punto di vista, va ripreso il cammino riformatore intrapreso nella precedente legislatura e in parte ancora incompiuto, dalla scuola alla sanità, dall'assistenza alle politiche giovanili e di sviluppo del Mezzogiorno.
Bfaber
La sua militanza nell'Ulivo ha qualificato nei contenuti una parte molto rilevante e concreta della politica governativa del centro sinistra. Se l'Ulivo è ancora un simbolo importante e vivo nello scenario politico italiano, una parte di questo simbolo è opera sua. Quindi, insieme togliamolo con decisione e tempestività dalle stanze in cui è sequestrato e restituiamolo agli elettori.
E per favore, venga in Lombardia, merita incominciare da questa regione il rilancio di un nuovo programma.
Venga ad incontrare i medici lombardi, incominciamo da questi. Ricordo le loro critiche “veloci” alla sua opera al ministero? dovrebbe sentirli ora!.
Ripartiamo da questa regione e dalla sua attuale drammatica situazione, proprio perché Formigoni afferma che è la più virtuosa.
Bindi
Hai ragione, anch'io credo sia arrivato il momento di “liberare” l'Ulivo e di fare un passo avanti decisivo sul contenuti del programma. Quanto alle responsabilità in questo anno ho fatto la mia parte sul fronte delle politiche sociali, insieme a Livia Turco abbiamo costituito un gruppo sanità e politiche dell'assistenza dell'Ulivo, e abbiamo già elaborato una proposta, un manifesto pubblicato nel luglio scorso, anche sul sito dell'Ulivo. Per la fine di ottobre vorremmo organizzare una grande iniziativa di mobilitazione nazionale articolata in tre città rappresentative della situazione del paese
Francesco
Altri amici le hanno chiesto dell'Ulivo, io per completezza le chiedo, mi pare d'obbligo, qualcosa sulla sanità.
Vista la complessità del tema, se vogliamo affrontarlo in modo serio, mi scuso in anticipo per la lunghezza.
Le chiedo prima di tutto di fare un passo indietro negli anni (cosa sempre piacevole per tutti).
1997. Governo Prodi. Lei è ministro della sanità.
Onofri ha appena presentato il documento riassuntivo sulla riforma del welfare state. Tante pagine, piene di proposte, tabelle e grafici. Tra i documenti alcune proposte sulla sanità, tra cui, nemmeno poi tanto velata, quella di orientarsi gradualmente verso i cosiddetti "sistemi misti" (Germania, Olanda, Francia, Belgio, Svizzera, Austria .... e tanti altri).
Ho letto quei documenti durante l'estate del '97, apprezzandoli al 100% (poi spiegherò perché) ma nell'autunno dello stesso anno ho scoperto, seguendo una assemblea a Milano, presenti Prodi e lei, che era stato deciso di "continuare a credere e scommettere sul SSN". Scommettere cioè su una sanità principalmente finanziata con le imposte piuttosto che, come in Germania e nei paesi su elencati, in una sanità finanziata in modo misto, principalmente da assicurazioni sociali obbligatorie e solo sussidiariamente dalle imposte. Una sanità quindi, la nostra, esposta continuamente ai tagli decisi dalle maggioranze parlamentari, in cerca di nuovi equilibri di bilancio. Vede, ora le spiego perché apprezzai nel '97 le proposte di Onofri. Le apprezzai perché erano proposte dal respiro "europeo" e perché io, vivendo da 14 anni fuori d'Italia, come lavoratore all'estero, apprezzavo che finalmente anche in Italia venissero avanzate proposte simili al contesto europeo in campi come la previdenza, la sanità, l'assistenza, le politiche del lavoro, della famiglia e per la casa.
L'apprezzamento era dovuto al banale confronto che un cittadino che ha vissuto 35 anni in Italia e 14 all'estero può fare, attraverso esperienze dirette.
Bindi
Grazie per la franchezza, ma non mi sento di concordare con te. Mi pare evidente che se l'assicurazione sanitaria è obbligatoria, come in Germania, la trattenuta sulla busta paga, equivale ad una imposta pagata dal lavoratore e dall'azienda seppure in percentuali diverse. Ma allora che differenza c'è se il Fondo sanitario è finanziato dalla fiscalità generale o da versamenti mensili obbligatori? Le risorse pubbliche, statali o regionali, si creano con il contributo fiscale statale e/o regionale. Il punto è un altro, ed è quante: risorse pubbliche, complessivamente, si decide debbano essere riservate alla sanità e all'assistenza? Una quota sufficiente a garantire equità nell'accesso e qualità o una quota marginale che ciascuno dovrebbe integrare con le assicurazioni private?
Nei paesi che tu citi, la spesa sanitaria pubblica (e non importa se il prelievo avviene sotto forma di contributo assicurativo obbligatorio) è di gran lunga superiore a quella italiana ed ha mantenuto un trend di crescita costante dagli anni settanta in poi. Dai noi, invece, dopo un picco registrato nel '92, la quota del Pil per la sanità ha continuato a calare fino al '97, anno in cui ha cominciato lentamente a risalire.
Penso che il finanziamento di un sistema di solidarietà che offra, come dici tu, servizi di qualità a tutti ripartendo i costi tra tutti, non può che essere pubblico, ovvero basato sulla fiscalità generale.
L'alternativa non sono i sistemi misti alla tedesca o alla francese, che in realtà a ben vedere sono sistemi pubblici; l'alternativa è il doppio binario di finanziamento: pubblico, per l'assistenza ai più poveri e assicurativo privato per tutti gli altri, sul modello americano. Ma questo modello non solo è iniquo, perché destina quote minime di servizi ai chi in realtà ne avrebbe più bisogno, è anche più costoso per la collettività.
La riforma della sanità che abbiamo varato con i governi dell'Ulivo è una riforma fortemente federalista, sia dal punto di vista del finanziamento che dell'organizzazione dei servizi, ma è rimasta largamente inattuata.
Beobilla
Spero che in Parlamento possiate fare qualcosa sul nuovo prontuario farmaceutico.
Molti farmaci per malattie croniche ed allergeniche sono a totale
carico degli utenti.Con un anziano e un gruppo familiare soggetto ad allergie non soggette a vaccino, il bilancio di una famiglia si va sempre più logorando.
Bindi
Come sempre, cercheremo di correggere l'impostazione della Finanziaria. Sulla sanità, la manovra è molto subdola, tant'è che non si parla in modo esplicito di tagli. In realtà, sia il nuovo prontuario che le diverse misure previste ( riduzione dei posti letto e congelamento dei trasferimenti alle regioni) rappresentano un ridimensionamento delle opportunità di cura e dei servizi offerti ai cittadini. La nostra comunicazione non sempre è stata efficace, ma nel caso della sanità il messaggio sui rischi e la pericolosità delle scelte del Governo è passato, tant'è che Sirchia ha fatto marcia indietro sul progetto delle assicurazioni per gli anziani e i non autosufficienti previsto nel Dpef di luglio. Questa Finanziaria è un trucco e dobbiamo impegnarci a smascherare l'inganno. Come Ulivo abbiamo in programma una serie di iniziative di denuncia e mobilitazione coordinate a livello regionale che culmineranno in una manifestazione nazionale il 28 ottobre.
Pitio16
Vista la maggioranza della destra nel nostro parlamento c'è poco spazio per azioni di contrasto, ma livello europeo ,dopo le elezioni in Germania in particolare, credo che vada investito sul serio il parlamento europeo bisogna "scoprire" il gioco dei popolari europei che fingono di non vedere che il re Berlusconi è nudo. Il parlamento europeo deve esprimersi sullo stato della giustizia e dell'informazione in Italia. Che iniziative intraprenderete in questo senso?
Bindi
Purtroppo non c'è un gruppo parlamentare europeo dell'Ulivo, il che rende più difficile e frammentata la nostra iniziativa a livello europeo. Non basta smascherare il moderatismo del Ppe; anche il Pse è ormai un contenitore vecchio incapace di esprimere un nuovo riformismo.
Bisogna superare gli schieramenti tradizionali presenti a Strasburgo, che riflettono tradizioni e logiche di un passato che non ci aiuta a rispondere efficacemente ai problemi del nostro tempo.
Certo ora è più difficile, non sappiamo quale Ulivo vogliamo far crescere in Italia e si è aperto un confronto anche aspro sulla natura e la qualità del nostro riformismo. Ma senza un raccordo con l'Europa, senza il coinvolgimento della dimensione europea, anche la fatica di questi mesi rischia di essere vanificata.
Anna
Attualmente motivi politici, ma soprattutto economici, portano ad una situazione nella quale la sanità di base è sempre meno garantita.
Anche sui farmaci, si tende sempre più a ridurre quelli in fascia A, eliminando talvolta anche farmaci ed esami importanti, soprattutto per gli anziani, come la MOC, che proprio per questo stesso motivo sono difficilmente affrontabili da molte persone anziane.
Lei pensa che sia possibile, all'opposizione, limitare i danni per i cittadini che questa nuova situazione comporta?
E' possibile influire sui tagli delle spese sanitarie, soprattutto ospedaliere?
I medici ritornano all'attività privata: come garantire una riduzione delle liste d'attesa nelle strutture pubbliche?
Bindi
Il disegno del Governo è chiaro: “strozzare” le risorse del Servizio sanitario nazionale per dimostrare l'insostenibilità finanziaria del sistema pubblico e aprire la strada ad un sistema assicurativo magari in una prima fase parallelo al Ssn ma che via via finirà per sostituirlo. E' una prospettiva molto rischiosa che va contrastata con energia, dobbiamo far capire agli italiani che le ricette di Sirchia e Berlusconi sono false e pericolose. La congiuntura economica non ci aiuta, ma dobbiamo pretendere più risorse per la sanità e l'assistenza, come abbiamo fatto quando eravamo al Governo e gli italiani si sono rimboccati le maniche per entrare in Europa. Non sono stati tagliate né le risorse né i servizi. E se la spesa sanitaria è esplosa la colpa non è dei mancati ticket sulle ricette per le medicine, come si ostina a ripetere il Governo scaricando le proprie responsabilità e il proprio fallimento, ma di chi nelle regioni governate dalla destra non ha saputo amministrare con efficienza e correttezza; di chi non ha applicato la riforma sanitaria e ha lasciato che il sistema andasse alla deriva.
Pantonio
Questa finanziaria è più tattica che strategica,
questa finanziaria ha le caratteristiche di essere una finanziaria pre elettorale.
Non è che Berlusconi voglia giocare d'anticipo o, se vuoi, in contropiede e di nuovo raccontare in un clima elettorale altre favole (slogan) agli italiani del tipo di quelle che sentiamo in questi giorni a spiegazione di questa fallimentare finanziaria?
Se si dovesse sostere un governo tecnico, l'Ulivo come affronterebbe questa evenienza? Può esistere un'altra maqggioranza parlamentare?
Se si dovesse andare ad elezioni anticipate l'Ulivo non dovrebbe accelerare il processo di integrazione delle sue tante anime?
Bindi
Voglio stare al gioco, e dico subito che all'ipotesi di un governo tecnico dovremmo dire un no secco e andare alle elezioni anticipate. Considero chiusa la stagione dei governi istituzionali, di decantazione, o tecnici che dir si voglia. Il paese è maturo per il bipolarismo, anche se le forze politiche, comprese quelle del centrosinistra, spesso non danno questa impressione. E se Berlusconi perde colpi e la sua maggioranza si sfarina, non c'è che una via, il voto. Avremmo dovuto farlo anche quando si dimise Prodi, dopo la rottura con Rifondazione
Edos
Come pensa che dobbiamo comportarci noi cattolici di sinistra di fronte all' invio dei nostri alpini in Afghanistan? E' vero che andranno a sostituire i marines americani che si trasferiranno in Iraq? E se è così e l'Ulivo votasse a favore dell' invio non le sembra che ci si schiererebbe a favore della guerra in Iraq? Oppure dobbiamo tenere separati i due ambiti?
Bindi
Ho votato contro l'invio degli alpini, non solo e non tanto perché non avevo votato a favore della partecipazione dell'Italia alla missione Enduring Freedom.
Il voto di oggi infatti non era una automatica conseguenza del voto di allora.
La situazione internazionale è profondamente cambiata: all'orizzonte c'è l'intervento in Iraq e c'è stata in questo periodo una teorizzazione da parte degli Stati Uniti d'America che legittima di fatto la guerra preventiva. Il nostro governo ha assunto atteggiamenti e ha compiuto scelte che rompono la tradizione della politica internazionale italiana alleata degli Usa, ma sempre e comunque attraverso l'Europa. Oggi noi siamo di fronte ad un presidente del consiglio che vuole accreditarsi sul piano internazionale per la sua amicizia con Bush e non per una proposta politica autorevole. L'invio di mille alpini, anche se indispensabili per l'azione di pace in Afghanistan, rischia di assecondare una linea di politica internazionale, italiana e statunitense, che non può trovarci consenzienti. E su questa impostazione l'Ulivo è unito. Come cattolici dell'Ulivo abbiamo un dovere in più: quello di non ridurre le parole del Papa e l'insegnamento sociale della Chiesa solo ad un insegnamento morale e a un richiamo delle coscienze e dobbiamo impegnarci a trovare la traduzione politica di quei contenuti e di quei valori. Io rifiuto la visione dell'Ulivo che sarebbe rifomista e forza di governo nella misura in cui accetta la scomoda legge della realpolitik e accetto la sfida dell'ulivo riformista e forza di governo in quanto ricerca strade nuove e nuovi assetti di politica internazionale.
Uncle Tom
Personalmente non sono affatto contrario alla stesura dei programmi, ciò che mi infastidisce è l'uso strumentale che se ne fa.
In pratica un programma politico, è un progetto, che davanti agli elettori diventa un contratto.
Solo che attualmente questo contratto è viziato da assenza di regole precise.
Una di queste è la possibilità di una verifica a fine legislatura dell'impegno profuso e di quanto è stato realizzato dei termini del contratto iniziale.
Senza questa clausola, il contratto diventa carta straccia.
In proposito rimango comunque convinto che mai nessun politico si farà imbrigliare da questa camicia di forza.
Bindi
L'Ulivo dovrebbe dimostrare che la coerenza tra proposte e programmi elettorali e azione di governo non è un optional della politica. E tutto sommato nella precedente legislatura lo abbiamo fatto. Ma ai buoni risultati dell'esperienza di governo non ha corrisposto l'avanzamento e la crescita del progetto politico dell'Ulivo, che è rimasto un po' lettera morta fino alla vigilia delle elezioni. E non è bastata la corsa di Rutelli a rianimarlo. Penso però che non si possa attendere oltre. In questo anno sono venute indicazioni precise dalla nostra gente, che chiede di difendere la legalità e i diritti, e che pretende da noi più unità e minore competizione interna. La gara tra le diverse componenti appare incomprensibile e, lo abbiamo visto in queste settimane, finisce per logorare l'immagine e la prospettiva dell'Ulivo.
Asbel
Possibile che non si riesca ad avere una posizione comune? Non riesco a capire se il deficit sia culturale-ideale o politico. Perché continuiamo a farci del male ?
Bindi
Per l'Ulivo le differenze sono una ricchezza e non un handicap. Noi dobbiamo aprire tante sedi di riflessione e di approfondimento attraverso le quali ricercare una sintesi che esprima la ricchezza dei nostri patrimoni culturali e politici.
Sbagliamo quando contrapponiamo un ulivo all'altro o quando sogniamo un ulivo omogeneo, standardizzato, uniforme, grigio. Al tempo stesso le differenze non possono diventare paralizzanti o avere il diritto di veto.
Rowena
Lo spettacolo offerto nelle ultime ore dall'Ulivo è stato davvero desolante. Non mi importa qui discutere quale delle posizioni sia la migliore, ma fare una domanda "a monte", come si usava dire.
Chi, che cosa, ostacola il percorso verso un'assunzione di decisione a maggioranza, quando nella coalizione vi siano opinioni diversificate nel merito? Crede che senza affrontare questa questione sia possibile davvero parlare di un percorso verso l'Ulivo?
Bindi
Come sapete l'Ulivo ha presentato quattro mozioni differenti per l'invio degli alpini in Afghanistan.
Anch'io ho contribuito a questo pluralismo, perché ho votato contro la risoluzione della maggioranza che prevede una continuità automatica con le decisioni assunte un anno fa e quindi per l'invio dei mille alpini e mi sono astenuta su tutte le altre risoluzioni.
C'è stata una divisione all'interno della sinistra tra Ds, Comunisti Italiani e Verdi e c'è stata una divisione tra Margherita e resto della coalizione. Io credo che questo "bel risultato" abbia due cause principali.
1. La mancanza di regole per il funzionamento della coalizione: auspico che le decisioni strategiche vengano assunte dall'assemblea di tutti i parlamentari dell'Ulivo, assemblea alla quale i singoli gruppi dovranno cedere parte della loro sovranità e naturalmente dove si dovrà decidere a maggioranza.
2. Sicuramente il problema è legato ad una causa ancora più grave: l'assenza di luoghi di approfondimento programmatico che sono indispensabili proprio sulle questioni intorno alle quali registriamo una differenza di sensibilità, di posizioni, prima che politiche, culturali. La guerra, la pace, la politica internazionale sono sicuramente tra le più urgenti ed abbiamo sbagliato a sottovalutare la divisone che tra noi era stata registrata già lo scorso anno.
Sardonelbuio
Purtroppo le domande che ancora echeggiano in me sono ancora le stesse:
1) perché non è stata fatta le legge sul conflitto d'interessi?
2) perché non è stato riformato il sistema televisivo?
3) perché non è stata fatta la riforma elettorale? e soprattutto...
4)perché ci si è presentati timidi e divisi al confronto elettorale?
5) perché non scegliere una donna come candidata premier dell'Ulivo?
Bindi
Domande micidiali!!! Sul conflitto d'interesse e la riforma del sistema radiotelevisivo abbiamo fatto forse passi troppo timidi, ma attenzione, non dimentichiamo che il rifiuto del Polo a fare qualsiasi riforma su questi versanti non ha aiutato affatto l'iter parlamentare delle nostre proposte. Noi non siamo, come la Casa delle Libertà, ostili al metodo democratico e al confronto parlamentare.
Quanto alla riforma elettorale, se non ci chiariamo le idee tra di noi e non assumiamo una posizione unitaria, è difficile avanzare proposte e portare a casa riforme.
Una donna candidata premier dell'Ulivo? Sono d'accordo, e per questo credo che occorra innovare anche nel metodo con cui si selezionano le responsabilità e la classe dirigente del nuovo Ulivo.
Sylvia
Concorda sulla necessità che il Centro Sinistra, particolarmente in questa situazione di occupazione dei mezzi di informazione, debba essere più efficace nelle proprie contro-informazioni sull'operato del Governo?
E non ritiene che l'Ulivo debba riuscire a fornire una immagine di maggior compattezza sulle prese di posizione da adottarsi come coalizione, a mio avviso, NON su OGNI questione ma su alcune fondamentali linee di gestione, sulle quali soltanto ritengo necessario che la coalizione giunga a decisioni assunte a maggioranza in caso di disaccordo?
Bindi
Questa finanziaria è l'ennesimo trucco del governo: ad una lieve diminuzione della pressioni fiscale, inferiore a quelle realizzate dall'Ulivo, corrispondono tagli pesantissimi a sanità, scuola e assistenza. Le famiglie italiane dovranno spendere per assicurarsi servizi sociali essenziali molto di più di quanto gli viene restituito dal fisco. Con questa manovra il governo ottiene due risultati. Lancia ancora un messaggio fortemente populista: diminuite le tasse per 27 milioni di contribuenti e attraverso le regioni e gli enti locali liquida lo stato sociale italiano. L'Ulivo farà in parlamento una forte opposizione ma si farà promotore di una protesta e di una mobilitazione nell'intero paese per informare i cittadini, per presentare proposte alternative. Occorre per questa battaglia una grande unità tra di noi e sarà necessaria anche l'unità del movimento sindacale italiana per la quale stiamo lavorando.
Sardi75
La mia domanda è forse banale ma penso sia comunque utile. In tema di sanità assistiamo spesso a palleggiamenti di responsabilità tra Stato e Regioni che approfittano entrambi della confusione normativa creata dal cosidetto federalismo (che a mio avviso sarà una delle più devastanti tragedie del paese).
Ci può semplicemente spiegare, in tema di sanità, chi deve fare cosa e con quali soldi onde evitare di farci prendere in giro da chi approfitta della nostra ignoranza
Bindi
In sanità le responsabilità sono molto articolate ma anche molto chiare. Il rimpallo tra Governo e Regioni a cui stiamo assistendo, è frutto di un processo di decentramento e regionalizzazione avviato agli inizi degli anni novanta, senza risorse adeguate, e che dopo la riforma federalista si è ulteriormente accelerato. Il Governo Berlusconi, che dopo il referendum confermativo dello scorso ottobre, avrebbe dovuto attuare la riforma voluta dal centrosinistra, ha invece abbandonato quel progetto per imboccare la strada della devolution, che per la sanità – Tremonti insegna – significa federalismo d'abbandono; il Governo dice alle Regoni: “questi sono i soldi che posso darvi, se non vi bastano arrangiatevi”.


in su pagina precedente

  6 ottobre 2002