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Opposizione Civile
Una lettera aperta al Movimento, un invito
di Paolo Sylos Labini, Enzo Marzo ed Elio Veltri


Le polemiche che serpeggiano all'interno del Movimento che ha dato vita alla manifestazione del 14 settembre impongono a tutti riflessione, cautela e chiarezza. Sarebbe ipocrita, infatti, far finta di non sapere che gli attuali malesseri sono effetti diretti di due cause:

1)     è obiettivamente assai complicato gestire democraticamente un “movimento” spontaneo, perché ancora nessuno ha trovato regole in grado di non burocratizzare lo spontaneismo; e ugualmente, senza regole condivise, un movimento non rimane comunque spontaneo ma è preda d'un deleterio leaderismo autoproclamatosi come tale o addirittura scelto dai media;
2)     la manifestazione del 14 settembre ha rivelato tutti i vizi d'una mancata discussione politica preventiva e un eccessivo verticismo nelle decisioni. Alcune delle quali si sono dimostrate sbagliate e si sarebbero potute evitare se non avessero preso il sopravvento sia una sorta di ossessione per la quantità sia l'attenuazione dello spirito critico emerso nella manifestazione del 31 luglio davanti al Senato, di cui il 14 settembre sarebbe dovuto essere il proseguimento. La debolezza politica della manifestazione ha avuto ripercussioni immediate sull'Opposizione: i dirigenti, rassicurati, hanno proseguito nella loro linea, lasciando cadere persino fatti come la denuncia scritta di Mancuso e la dichiarazione di Previti sulla sua evasione fiscale, che in qualunque paese avrebbero determinato un terremoto politico.

a)     Nel periodo successivo alla manifestazione – proprio per la mancata chiarezza in quell'occasione – sono state espresse da persone immediatamente collegabili al Movimento posizioni le più diverse e contraddittorie, in cui per noi di “Opposizione civile” è difficile riconoscerci, perché vi vediamo non coerenza ma solo venature di opportunismo o di velleitarismo. Crediamo che il Movimento più che condannarle debba viverle (e soprattutto sottolineare all'esterno) come legittime opinioni personali che rappresentano esclusivamente gli autori. Che tutti esprimano il proprio parere con la massima libertà. Il Movimento come tale si arricchisce di questo dibattito, ma senza discussione collettiva esso non le fa proprie e da queste non si fa rappresentare.
b)     Probabilmente cercare di dare una qualche forma di rappresentanza formale a un Movimento così magmatico potrà risultare velleitario. Forse la soluzione si può trovare nella definizione di una piattaforma politica comune e nell'indicazione di iniziative specifiche. “Opposizione civile” è per la raccolta delle firme per il referendum contro le leggi-vergogna di Berlusconi. Che farà il resto del Movimento? Il Movimento deve poter avere dei periodici momenti di confronto dove far emergere alcune, poche, parole d'ordine di indirizzo comuni a tutti. “Opposizione civile”, che già il 14 settembre ha offerto, non dal palco ma tra la gente, una sua articolata proposta politica, propone all'intero Movimento queste semplificazioni che sono discriminanti nell'attuale dibattito politico dentro e fuori del Movimento.

1)     Siamo governati da un gruppo di potere che la sua sola presenza monopolistica inquina la stessa formazione del consenso politico e, con un'azione di governo tesa a legiferare per fini personali e per la propria impunità, incrina i fondamenti stessi dello stato di diritto. Questo problema si pone a tutti i cittadini democratici di qualunque parte politica, sia di destra sia di sinistra. E a questi cittadini il Movimento si rivolge e cerca di aprire gli occhi.
2)     Se questa premessa è riconosciuta vera, occorre che prenda corpo nel paese un'opposizione che, mettendo per ora da parte le distinzioni di schieramento, operi con ogni mezzo democratico per ripristinare quelle che sono considerate nelle democrazie liberali le condizioni minime della competizione politica. Rassegnarsi a un Governo Berlusconi per tutta la legislatura significa sottovalutare il fatto che alla fine di quel periodo l'Italia e la sua struttura giuridica non sarebbero più le stesse, ma sarebbero durevolmente alterate in peggio.
3)     Il successo elettorale di Berlusconi è dipeso in gran parte da una sventurata politica di sottovalutazione del pericolo che questi costituiva per la democrazia italiana. Sottovalutazione che a tratti ha preso perfino i caratteri della collusione. In tutti i paesi europei chi sbaglia e perde non è riconosciuto più in grado di partecipare alle fasi politiche successive. Il mancato chiarimento sulle responsabilità politiche della sconfitta del Centrosinistra sta ancora impedendo di chiudere quella stagione e aprirne una nuova. E almeno non fingiamo di sorprenderci quando il calo dei consensi di Berlusconi non si tramuta in un incremento del Centrosinistra.

Il Movimento è sorto non solo per l'insufficienza dell'opposizione parlamentare, ma soprattutto perché, a una carente analisi della natura e della pericolosità del berlusconismo, si aggiungeva un'assenza totale di dibattito sui processi decisionali nel Centrosinistra. Il Movimento non si contrappone ai partiti, li avverte però che soltanto loro non si accorgono d'essersi ridotti a litigiosi gusci vuoti, senza democrazia, separati dall'opinione pubblica. Dopotutto, il riconoscimento della necessità d'un Nuovo Ulivo significa che ormai tutti sono convinti della fatiscenza dell'Ulivo attuale. Un Nuovo Ulivo non possono costruirlo da soli i partiti e quei dirigenti che ci hanno portato alla sconfitta. Invece, un Nuovo Ulivo significa regole nuove e uomini non compromessi. Perciò la partecipazione paritaria dei Movimenti e delle Associazioni è condizione essenziale per la riuscita dell'operazione. E' fuorviante presentare l'attuale confronto a sinistra come uno scontro tra riformisti e massimalisti. Lo scontro invece è tra falsi riformisti che quando avrebbero potuto, le riforme, non hanno saputo o voluto realizzarle, e democratici che di radicale hanno soltanto la difesa dello stato di diritto e che considerano la democrazia una pregiudiziale, messa in discussione da chi l'attenta direttamente e da chi non vuole accorgersi di quanto sia in pericolo.


L'INVITO

OPPOSIZIONE CIVILE, ASSOCIAZIONE FONDATA DA ENZO MARZO, PAOLO SYLOS LABINI, ELIO VELTRI, CON SEDE IN ROMA , VIA DE' CORONARI 61

 info@opposizionecivile.com


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  20 ottobre 2002