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SCUOLA
Giocaloca e... vai a Venezia
di Marta Villa

a Venezia 1 - foto di Marta Villa

Ricordate giocaloca? Se non ve lo ricordate, andate a rileggervi “Giocaloca e scoprimonza”.
Bene, la vittoria al concorso, indetto dall'assessorato alla Cultura e alle biblioteche del comune di Monza, è fruttato alle due classi vincitrici un viaggio didattico a Venezia, “una misteriosa città con tanti ponti” diceva il concorso. E Venezia è città di ponti per eccellenza, città di incontri, città labirinto, sperimentata dai ragazzi delle due quarte della scuola elementare Munari insieme alle loro maestre e con l'accompagnamento degli esperti del Centro Studi Sintesi, organizzatore dell'uscita.
I ragazzi, giunti in treno nella capitale della laguna, si sono subito “autoguidati”, come previsto dal metodo innovativo adottato, che motiva gli alunni a scoprire in autonomia nuovi luoghi che divengono unici e sempre più rimangono impressi nella memoria perchè legati ad emozioni e sentimenti.

Cartine alla mano, dopo avere imparato a consultarle in classe proprio con gli esperti accompagnatori, hanno visitato il sestiere del Cannaregio che nasconde un gioiello unico quale il ghetto ebraico.
Il ghetto di Venezia è il primo ghetto al mondo (1516), e non è un bel primato, lo stesso nome deriva dal termine veneziano di “ghèto” (getto) che evoca la presenza in quel luogo di una fonderia in cui, appunto, si gettavano i metalli.
Nel ghetto hanno scoperto monumenti interessanti come le antiche sinagoghe o i cardini che chiudevano le porte di notte fino al 1700, ma non solo, hanno anche assistito ad un momento di preghiera in una scuola di Torah e sono stati salutati da uno studente della scuola rabbinica che ha spiegato loro i simboli legati alla preghiera e gli eventi della Seconda guerra mondiale nel ghetto.

a Venezia 2 - foto di Marta Villa

Dopo essersi "persi" nelle labirintiche calli si sono diretti al Ponte di Rialto e “sempre drito”, come dicono i veneziani per spiegare il tortuosissimo percorso, sono arrivati a piazza San Marco dove hanno preso il vaporetto, principale mezzo di trasporto della città, che li ha portati ha passare sotto i numerosissimi ponti. Così hanno potuto capire l'importanza del significato del termine ponte che hanno spontaneamente legato alla pace e all'incontro fra i popoli... e a Venezia di visi diversi ne hanno visti davvero tanti!

Marta Villa


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  8 maggio 2005