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Chiesa degli Angioli e
monumento a S. Carlo Borromeo




Prima di arrivare a qualche caso dei tempi attuali o a noi molto vicini, mostro con le cartoline un altro “scempio architettonico”, come viene chiamato da Dante Fossati nel suo Vecchia Monza, edizione '91. Nella edizione del '64, si capiva il giudizio negativo, ma non era espresso così chiaramente.
La chiesa, ci racconta il Fossati, “fu costruita nel 1608 a spese del sacerdote storico monzese Bartolomeo Zucchi.”
Prima dei Gesuiti e poi dei Barnabiti, questo piccolo gioiello barocco fu demolito all'inizio del '900, aggiungendosi al lungo elenco arrivato ai giorni nostri: un' altra scelta  sbagliata tra le tante.

Chiesa degli Angioli e Monumento a S. Carlo Borromeo, titola la cartolina.
In alto a sinistra, in fondo, si vede il celebre “osservatorio” a cupola per indagare e rimirare il cielo stellato. 
La cartolina non è viaggiata e mostra che non è ancora stato fatto (oppure già tolto) il cancelletto che invece compare in fotografie riportate nel libro sopra citato.
Sul muro della chiesa compare un manifesto affisso un po' storto. In grande un ”Agosto 12 lunedì” e poi una altra scritta per me incomprensibile. Forse si riferisce alla ricorrenza della presenza del santo a Monza nel '500.
Alcune donne, con vestiti del tempo sostano davanti alla chiesa. Una si sta mettendo il velo per entrare.

San Carlo e gli appestati

Il monumento a San Carlo Borromeo ha subito anch'esso vicissitudini e come per quello di Garibaldi fu rimosso, spostato un po' più in qui, un po' più in là, sino a diventare una rotondina stradale e non una importante presenza in una piazzetta in origine deliziosa. Anch'esso fu rifatto con una fusione “grossolanamente”, ci dice il Fossati. E “mutilata dallo snello basamento”, non so dove sia finito l'originale. Indagherò.
Su Carlo Borromeo si dicono molte cose e non certo del tutto esemplari, dalle torture alle inquisizioni. La Controriforma, soprattutto in alta Italia non fu certo una passeggiata. Positivo si ricorda il suo passaggio e conforto tra gli appestati.
Allego anche il  particolare del ritratto di San Carlo che dà la comunione agli appestati, da un celebre quadro di Tanzio da Varallo che si trova a Domodossola.

Santa Maria degli Angeli

La seconda cartolina è viaggiata nel 1970. Spedita a Trieste . “Ricordandovi con affetto più caro” dicono Maria, Dino, Nella, Franco, Bruno.
Una strana scritta a biro, sovrapposta in alto dice: “Monza = tra Desio e Sesto S. Giovanni, prov. di Milano, reg. Lombardia, Ita. centro-nord. Qualcuno deve avere avuto delle idee confuse su Monza che sta tra Desio e Sesto!

La cartolina, come per il Punt de la Mariota e San Maurizio, mostra il perché dello “scempio”. La bella chiesetta barocca è diventata uno stucchevole e finto gotico. Il povero Bartolomeo Zucchi si sarà rivoltato nella tomba. Orrenda la rotonda da cui hanno tolto il monumento a San Carlo. 

San Carlo a Monza

Da “Monza nelle sue Stampe” edito nel 1985 traggo una bella stampa del 1831, disegnata da Ribecchi. L'evento si riferisce all'11 agosto del 1574 , giorno in cui  “Enrico III Re di Francia accoglie in Monza, nella casa di prospetto alla piazza del Mercato (l'edificio dove ora sorge il Comune, presumibilmente) l'Arcivescovo di Milano S. Carlo Borromeo.
Curioso il fatto che realisticamente la Stampa rappresenta, dietro la cortina di edifici sul fondo, l'emergere della torre dell'Arengario e di fianco il campanile in costruzione. I cattivi dicono malignamente che ancora oggi, continua la costruzione interrottamente da allora, vista l'ingabbiatura di tubi innocenti.

mappa del 1722   mappa del 1857

Come mi piace fare, allego anche la mappa del 1722 e quella del 1857. In quest'ultima la piazza è chiamata di Santa Maria degli Angeli.
Come si vede dalle mappe la piazzetta era ad “imbuto” per valorizzare nel paesaggio urbano, venendo dal centro, la facciata della chiesa e darle simmetria nel contesto del tessuto urbano e delle strette viuzze.

Alfredo Viganò

Vedansi ulteriori specificazioni su Piazza d'Uomo


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  26 marzo 2006