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Gran Premio. Una cartolina moderna di 83 anni fa.



Gran Premio. Una cartolina moderna di 83 anni fa.

Come ogni anno a Monza si svolge a settembre il Gran Premio automobilistico. Altre volte ho ricordato brevemente la storia di questo strano connubio tra un Parco storico-monumentale e una “pista” automobilistica. Una convivenza che non è mai stata semplice sin dalla sua nascita perché interessava grandi aree boscate compreso il Bosco Bello o la parte della antica Foresta dei Gavanti di fatto privatizzando grande parte del Parco per un uso, come dire, non del tutto idoneo in un grande parco in un territorio già da allora fortemente urbanizzato.

Vero che nel Parco se ne pensarono di tutti i colori, compreso distruggerlo per rifarne un'area agricola, costruirci villaggi residenziali, centri sportivi, e la recente grande idea di pensare di costruire un distributore di carburante, compreso l'idrogeno. Dipinto di verde però, per avere (sic!) un minore impatto nel Parco, come puntualmente afferma la relazione di progetto.
La nuova Amministrazione, come molti di noi, ha partecipato a fa fallire questa idea peregrina ed ho visto che ricerca puntualmente contenuti che cerchino di mitigare l'immagine tardo “futuristica” di questo evento che tradizionalmente vedeva mostre di auto riempire l'isola pedonale del centro storico. La stessa società che gestisce l'Autodromo tenta da qualche anno di relazionare il Gran Premio anche ad una immagine “ambientale” compresa l'idea davvero emblematica, ho letto, di andare a mettere piante in Sud America per supplire e compensare all'impatto che genera qui da noi.

D'altra parte ci avviciniamo quasi al secolo di presenza di questo impianto nel Parco storico e l'immagine del Gran Premio partecipa alla stessa immagine della Città. Il pericolo che si presenta è che queste manifestazioni sono in decadimento come un uranio impoverito. E' una questione di tempo e quindi il complesso ricerca disperatamente nuovi ruoli e contenuti che rischiano di continuare e magari anche aggravare il consumo del Parco.
Non sempre si ricorda che il Gran Premio è stato spesso foriero di tragedie che hanno colpito singoli piloti ma anche tanti spettatori. Ricordo qui per tutte la strage del settembre 1961 quando la macchina di Wolfgang von Trips, per una collisione con la macchina di Clark, superò la recinzione e investì il pubblico. Fu strage: 15 morti oltre il pilota.
Riporto una immagine di Tempo dove un articolista scrive scioccamente: La sciagura che ha colpito piloti e spettatori è stata di impressionanti proporzioni, ma va riportata al ritmo dei tempi: nello stesso giorno cadeva a Shannon un aereo con 83 passeggeri e nessuno ha pensato di chiedere la sospensione dei voli.”

la strage fra la folla la strage fra la folla

Da quando, 15 anni fa circa, il Comune organizza il trasporto e i parcheggi esterni, escludendo gran parte della città dall'attraversamento di auto e autobus per il Gran Premio, vi è anche una maggior attenzione anche se spesso non sufficiente per i danni prodotti al Parco, la città sopporta meglio l'evento, tuttavia il problema resta.
Il Gran Premio è anche però una occasione di festa e il Comune cerca di costruire realtà alternative urbane e di manifestazioni culturali. A questa intenzione partecipo con questa cartolina del 1930, 83 anni fa. Cartolina non usuale e “modernissima” nella grafica. Riproduce, come scritto anche dietro, ”Il manifesto del Gran Premio automobilistico di Monza”, 7 settembre 1930 ( VIII). Quasi palette segnaletiche che come un fiore crescono sulla pista che rappresenta, come scritto, il nuovo percorso.

Alfredo Viganò


L'impressionante filmato dell'incidente, molto poco noto, con il pubblico assiepato ai bordi della pista fin nella parabolica.





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