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Ricordare Eugenio de Beauharnais.
Opporsi all'idea balorda dello Stato di vendere la Villa Mirabellino




La Villa Mirabellino vista dal Viale dei Palloni, viaggiata nel 1915.




Un ufficiale del Reggimento Art. a Cavallo della 2°Comp. Automobilisti scrive ad una signorina di Borgomanero. Quello che scrive è personale e non lo riproduco...
Questoil suo timbro sul retro.




Ripropongo il Mirabellino con una cartolina e altri documenti per due ragioni (vedi anche quella precedente in Arengario), la prima è che il nostro Paese è alla mercé talvolta di qualche bontempone dedito purtroppo ad azioni di governo. Operano costoro per risanare, si fa per dire, il bilancio dello Stato, come già successo in passato con risultati non certo eclatanti (si veda la vendita a Monza del vecchio carcere che qualcuno voleva demolire e trasformare in un condominio residenziale tipo periferia). Bene, questi bontemponi hanno messo in vendita la Villa Mirabellino (seconda metà del '700, quasi coeva della Villa) con passaggio alla Cassa Depositi e prestiti. Ho già scritto altrove che è come se a Roma un pezzetto dentro i Fori Imperiali venisse stralciato e venduto a privati. Riderebbe il Mondo, per il Parco di Monza mi sa invece che c'è da piangere.

Mirabellino di C. Sanquirico
Una incisione di C. Sanquirico

Il Mirabellino è villa storico-monumentale posta dentro il Parco reale di Monza , voluta dai Durini (Conti di Monza e banchieri in Milano) connessa da un asse paesaggistico alla Villa Mirabello, più antica (seconda metà del '600) e sempre residenza dei Durini. Asse paesaggistico ben rappresentato dal viale dei Palloni della cartolina.
La seconda ragione, molto meno bontempona, invece è perché nel 2014 cade il bicentenario del Regno di Italia ( 1805-1814 insediato dopo tre anni di Repubblica Cisalpina). Il Parco, la Villa e in particolare il Mirabellino furono sede e residenza di Eugenio de Beauharnais e della moglie Augusta Amalia di Baviera

Eugenio de Beauharnais di Andrea Appiani
Andrea Appiani
Eugenio de Beauharnais
Un Regno che in pochi anni stravolse la vita del Nord-Italia e dei nostri avi facendoci uscire da un retaggio medioevale ancora pesante (si pensi anche solo all'amministrazione della giustizia, al sistema scolastico, alle riforme sul patrimonio della Chiesa) proiettandoci nel futuro di uno Stato laico fondato su basi civili.
Fu, quello con Eugenio Napoleone viceré, un regno di forte rinnovamento, negli aspetti più generali per le opere pubbliche, le sedi di riferimento civile, le stesse strade e collegamenti, la sanità, ma anche in molti aspetti della vita di tutti i giorni con una “frenetica” produzione legislativa e normativa che investiva l'economia, la produzione di beni, l'agricoltura, il commercio, la gestione della moneta, il sistema di proprietà pubblica e privata, il funzionamento degli enti e dei comuni, l'istruzione, le professioni, la stessa attività, contenuti e conservazione artistica. Insomma ogni aspetto della vita dei cittadini (molto più che con l'austriaco Francesco Giuseppe ricordato come “una Tempesta” dal Parini per la sua voglia di modernizzare la nostra provincia dell'Impero).
Una “cascata” di leggi, norme e contenuti che il “Codice napoleonico” introduceva o indirizzava.
Lo stesso Napoleone, come ho trovato scritto, affermerà che la trasformazione e rivoluzione più grande fu quella che fece con il Codice, in particolare Civile, ma anche penale e altro, che sarà ricordato col suo nome e che conquistò e modernizzò l'Europa intera.
Possiedo una piccola raccolta di questi decreti, alcuni “dati in Monza” e che investono svariate tematiche, dai brevetti per le invenzioni ai bilanci preventivi e consuntivi dei Comuni, alle Congregazioni di Carità.. Qui riporto un Decreto relativo alle pensioni ai preti :…” per i Capitoli cui si trova annessa parrocchia, l'annua pensione dell'ex-Canonico che la esercita, è stabilito in lire 191.23, computate le rendite della prebenda, qualora ne avesse oltre l'abitazione.”

Eugenio de Beauharnais di Andrea Appiani
Decreto dato in Monza il 9 novembre 1910.
Istituzione e adeguamento di pensioni ai preti

Improvvisamente, in pochi anni, fu profondamente modificato il rapporto tra Stato e Cittadino come sopra accennavo nel passaggio da un retaggio medioevale allo Stato moderno.
La Francia con Napoleone perse sul campo militare il confronto con gli stati parrucconi della “Controriforma“, ma il “cuore” della rivoluzione tradotta in contenuti del Codice, delle leggi e delle norme, in pochissimo tempo aveva pervaso le classi dirigenti di tutta Europa. Difficile tornare indietro. Il nostro Ordinamento è figlio prevalente di quello straordinario momento che furono i pochi decenni a cavallo tra '700 e '800. Chi nei musei voglia soffermarsi anche solo nella trasformazione di contenuti, dal religioso al laico, nelle opere di quel tempo, si rende ben conto di tutto questo e di una nuova cultura che permeava la società civile e la nuova borghesia.
Il Parco di Monza, per la sua dimensione, organizzazione e paesaggio agricolo, boschivo e del sistema delle acque e delle presenze botaniche, per l'interazione dei numerosi edifici di architettura nobile storica e di residenza contadina fatta con grande attenzione ambientale e di architettura nel paesaggio, è una eredità di notevole significato come “monumento paesaggistico” che travalica il solo valore della Villa Reale e dei suoi giardini. Il Parco partecipa di questa proiezione di Monza e territorio, come fatto concreto e culturale, in Europa e nel Mondo. Un esempio straordinario che ancora oggi dà significato e qualità al nostro territorio, paesaggio e condizioni di vita.

Balordo e ignorante quindi pensare di vendere la Villa Mirabellino come fosse l'area di una lottizzazione, di alienarne un pezzettino stralciandolo dal contesto storico e di partecipazione paesaggistica di un grande bene pubblico, nostro e che ci vogliono togliere.

Progetto, mappa arborea del Parco
Progetto, mappa arborea del Parco

Con Novaluna (Associazione culturale di Monza) si vogliono promuovere manifestazioni di celebrazione del bicentenario del Regno d'Italia (2014) non fosse altro che per la presenza di questo grande Parco dovuto a Eugenio de Beauharnais che a Monza non ha alcuna titolazione di memoria, né un luogo, né una strada, né una targa o altro e che invece meriterebbe un monumento.
Una proposta di Novaluna è quella di porre una sua titolazione di un luogo del Parco a memoria di questo evento. Bello se si fosse ascoltato l'indirizzo di una Expo diffusa, dove la Villa e il Parco non sarebbero stati solo un modesto richiamo per una mostra e quattro chiacchiere ma, assieme ad altri, un riferimento storico del rapporto natura e Città, alimentazione e territorio. Cosa questa dove la Rivoluzione francese disse la sua anche per tecnologia e scienza.

Alfredo Viganò

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  8 novembre 2013