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Democrazia ed estrema destra
Il caso monzese
Umberto De Pace

fasci

Tra i tanti problemi che l'Europa si trova oggi di fronte, il riemergere di movimenti di ispirazione fascista e o nazista sarebbe un grave errore ritenerlo un fenomeno marginale. Se era prevedibile che tra gli effetti della grande crisi economica mondiale di questi anni, accompagnata dall'imponente fenomeno delle migrazioni, vi fosse anche la deriva populista, xenofoba e razzista, le politiche fin qui adottate per contrastarla, in gran parte hanno contribuito ad ampliare il consenso verso chi con demagogia e spregiudicatezza sfrutta il disagio sociale per i propri scopi e fini politici.
Bran.Co. e Lealtà Azione - 1


Dopo le elezioni amministrative del giugno 2017 con l'avvento della nuova giunta di centrodestra a Monza, i gruppi di estrema destra si rendono protagonisti di una serie di eventi, accompagnati da proteste e denunce. Agli inizi di dicembre l'amministrazione comunale - tramite l'assessore alla partecipazione Andrea Arbizzoni - concede il patrocinio a un banchetto di raccolta fondi organizzato dall'associazione Bran.co, legata a Lealtà Azione. ANPI e Arci Scuotivento di Monza e Brianza, insieme all'ANPI di Milano e di Brescia, denunciano l'iniziativa ritenendo inaccettabile l'avallo istituzionale concesso a una associazione di estrema destra che, nel declinare i propri ideali, fa riferimento a personaggi nazisti e antisemiti.


Chi è Bran.co? Come si può leggere dal sito dell'organizzazione, “Bran.Co. Olus è una associazione solidarista di promozione sociale senza fini di lucro che opera per l'aiuto e il sostegno, morale o materiale di quanti ne condividono gli ideali, i valori, i principi etici e lo stile di vita”. Sempre dal sito: “Uno dei progetti di Bran.Co Onlus è CooXazione: un aiuto concreto alle famiglie italiane in difficoltà.” “Esclusivamente italiane” ci tiene a sottolineare Anna in una interessante recente intervista ai militanti di Lealtà Azione, a cura di Pino Timpani pubblicata sulla rivista Vorrei. Altri progetti riguardano la solidarietà verso le comunità cristiane nel mondo con “Una voce nel silenzio”; la promozione della famiglia tradizionale con “Tutela della famiglia”; i temi dell'infanzia con “Tutela dell'infanzia. Un calcio alla pedofilia”; in campo internazionale le iniziative di solidarietà verso il popolo palestinese, le enclave serbe in Kosovo o le comunità siriane fedeli al regime di Assad. Anche in questo caso come spiega Stefano, altro membro dell'associazione, la discriminante è quella di aiutare non comunità cristiane indistinte ma solo quelle che abbiano “una identità e un riferimento a una patria” con una “forte corrispondenza alle nostre impostazioni valoriali”, pur ammettendo che di fronte a una guerra, come nel caso della Siria, l'aiuto non viene di certo negato anche a chi non fa parte di queste comunità cristiane.

Quali sono i riferimenti ideali e culturali della Onlus il Bran.co? Come si può leggere sul sito di Lealtà Azione Bran.co è una sua diretta emanazione, insieme alle altre branche: memento, i Lupi danno la zampa, i Lupi delle vette e Wolf of the ring. Paolo di Lealtà Azione racconta su Vorrei quale è stata la loro gestazione: “Quando l'attività e diventata più complessa, abbiamo deciso di istituire gruppi di lavoro speciali e li abbiamo chiamati branche. Si tratta di settori strutturati e omogenei, con ulteriori sotto dipartimenti che hanno la finalità di interfacciare la nostra evoluzione culturale e antropologica con il mondo esterno. Sono una fucina per la realizzazione di progetti, anche ambiziosi, per concretizzare il nostro pensiero nell'attività pratica. Sono utili al miglioramento della società, fornendo input per modificare, come diceva prima Alessandro, quanto non ci piace fuori dalla porta. E' un lavoro decisamente difficile e complicato, tuttavia ci proviamo. Le branche ovviamente, pur specializzate in campi di azione, rispondono al progetto complessivo della comunità, declinandone le concezione fondanti nei vari argomenti.”
Nella realtà quotidiana in cui operano le varie branche tale legame con Lealtà Azione viene sottaciuto o minimizzato, per quanto possibile. Prendiamo ad esempio l'ingresso di Bran.co nelle consulte cittadine, come recentemente avvenuto a Monza nelle consulte di San Donato-Regina Pacis e di Cazzaniga. Quando i membri del Comitato di cittadini che opera nel quartiere San Donato hanno richiesto chiarimenti sul legame di Bran.co con Lealtà Azione, la risposta dell'associazione è stata evasiva, sia pur riconoscendo l'evidenza di condividere sede e valori con Lealtà Azione. Altro caso a noi vicino, che non ha mancato di suscitare polemiche, è la recente foto di un esponente dei “Lupi delle Vette” con a fianco il reggente della Sottosezione CAI di Ballabio in occasione della posa della nuova croce sulla cima della Grignetta.

Nel suo libro “NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista” (ed. Baldini+Castoldi 2018) Paolo Berizzi definisce la strategia di diffusione adottata da queste formazioni di estrema destra “… tecnica dell'infingimento. I gruppi estremisti si spogliano dei loro simboli e dei messaggi violenti per avvicinarsi ai bisogni e conquistare la fiducia delle fasce sociali disagiate. Offrono aiuti a chi è strozzato dalla crisi e dagli effetti della globalizzazione, a chi non ha una casa, un lavoro, a chi cerca risposte immediate alle paure. Lo fanno indossando un abito nuovo rassicurante. Giocano la partita della solidarietà e del welfare al minuto con una maglia che non è la loro. E i cittadini e le istituzioni abboccano. A volte i bisogni offuscano la memoria storica e politica. Chi si inserisce in quello spazio dove la visuale è ridotta, ottiene consenso. E' una tecnica più difficile da arrestare rispetto alle manifestazioni di piazza e alla violenza esibita. L'estrema destra la utilizza perché è un investimento sicuro a rischio ridotto.”
(NDR il libro è stato presentato dall'autore il 28 settembre al Binario7 in una serata organizzata da ANPI ed ANED).

Chi è Lealtà Azione? Leggiamo dal suo sito che è una “ libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d'ideali e d'azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell'onore e nel rifiuto del compromesso sistematico. Lealtà-Azione è sostenitrice dell'imprescindibile unione tra ciò che si pensa e le azioni che si compiono. Il pensiero, cioè la visione del mondo che si richiama ai principi dottrinali, sacri e incorruttibili, vive e si concretizza nel momento in cui tramite l'azione trova la sua applicazione.” L'associazione apre la sua sede a Monza il 23 novembre 2011.


Alessandro uno dei fondatori dell'associazione spiega alla rivista Vorrei come nasce questa nuova iniziativa: “ ... in collaborazione con un'associazione preesistente che si chiamava Compagnia Militante e si occupava tra altre cose di presentazioni di libri e dell'organizzazione di attività comunitarie.” Di Compagnia Militante parleremo più avanti, basti qui ricordare le comuni radici del suo leader Guido Giraudo con i principali protagonisti del nostro racconto, anch'egli parte della galassia neofascista legata al Msi in particolare al Fuan (Fronte universitario di azione nazionale) e a diverse altri gruppi o associazioni della destra radicale ed estrema.


Quali sono questi “principi dottrinali, sacri e incorruttibili” a cui fa riferimento Lealtà Azione? Qui la questione diventa più complessa poiché la strategia dell'infingimento descritta in NazItalia è evidente dalla gestione dei contenuti dei siti web di queste organizzazioni. Fino ai primi di dicembre sulla home page del sito di Lealtà Azione si poteva leggere quanto denunciato pubblicamente da ANPI e ANED e cioè, oltre a un'ampia esposizione ideologica e culturale della retorica della destra radicale ed estrema, puntuali citazioni virgolettate, di cui erano omessi gli autori, appartenenti a Lèon Degrelle e Corneliu Zelea Codreanu. A partire da alcune settimane dopo la denuncia delle associazioni antifasciste la pagina non è più disponibile. Le citazioni sono le seguenti: Léon Degrelle: “…Noi usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione morale, insegnando agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune: disposti sin dall'inizio a sostenere per questo tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia, l'assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l'essere verso il «servizio» – per quanto ingrato possa essere, ovunque si svolga – : il servizio di una causa che va al di là dell'uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la Riconquista…“. La citazione di Corneliu Zelea Codreanu è invece la seguente: “…Cammina soltanto sulla via dell'Onore; lotta, non essere mai vile, piuttosto che vincere slealmente, meglio cadere combattendo serbando intatto l'Onore…”. Come ci ricorda il sito Patria Indipendente con la sua indagine “Lealtà Azione vestita di nuovo” il percorso di revisione del sito di L-A è costante nel tempo: “ ... fra il 2016 e il 2017 scompaiono prima le foto, poi, pur conservando le citazioni, si cancellano i nomi degli autori. Al momento (7 marzo 2018) il sito è in ristrutturazione e su www.lealta-azione.it non c'è più traccia delle citazioni né della pagina che le conteneva. In testa compare un “chi siamo”, ma il link è tuttora vuoto.” . Difatti questi riferimenti non si trovano nelle dichiarazioni pubbliche dei suoi militanti, pur potendo rintracciare esplicitamente la stessa retorica, che contrappone, ad esempio, all'”Uomo accettabile” imposto dalla “Ragione” e dal materialismo odierno: “ ...un Uomo che sente, poi pensa e quindi agisce in nome di quei valori autentici ed insopprimibili che restano nell'inconscio e che informano la dignità ed il carattere di un popolo con le sue radici, i suoi miti i suoi simboli e la sua storia. Si tratta quindi di archetipi di uno spirito collettivo formatisi nel corso dei tempi dove i singoli individui percepiscono lo stesso destino e che definiscono il proprio carattere e le proprie specificità di popolo.” – così Lorenzo, militante monzese di Lealtà Azione, nell'intervista a Vorrei.

Chi sono i suddetti mentori di Lealtà e Azione? Il primo, Léon Degrelle da wikipedia: “Léon Joseph Marie Ignace Degrelle (Bouillon, 15 giugno 1906 – Málaga, 31 marzo 1994) è stato un politico belga, fondatore del rexismo, movimento nazionalista belga di ispirazione cattolica, per poi indirizzarsi ideologicamente al fascismo. Combatté nella seconda guerra mondiale nel contingente vallone delle Waffen-SS. Esiliato in Spagna nel 1945 e ivi naturalizzato nel 1954, ha sempre difeso ed esaltato il suo operato erigendosi a paladino del nazionalsocialismo e delle tesi revisioniste sulla seconda guerra mondiale. È stato una delle principali figure del neonazismo e referente di alcuni movimenti dell'estrema destra europea.” . Nel suo recente libro “Storia di Ordine Nuovo”, Aldo Giannulli cita Léon Degrelle quale gerarca dell'Internazionale Nera insediatasi nella Spagna franchista nel secondo dopoguerra, paese dove trovarono rifugio diversi gerarchi nazifascisti e personaggi dell'eversione nera italiana e non solo. Nel 2010 non mancarono le polemiche e le denunce per un convegno organizzato da Lealtà Azione di Milano sull'ex generale delle SS.


Norman Davies, “La Storia d'Europa” Volume II pag. 1079, fornisce le seguenti informazioni su Corneliu Zelea Codreanu (Husi, 13 settembre 1899 – Tâncãbesti, 30 novembre 1938): “Nel 1927, a Bucarest, Corneliu Codrenau costituì la legione dell'Arcangelo Gabriele. Insieme al suo braccio armato, la Guardia di ferro, la legione divenne uno dei movimenti fascisti più violenti d'Europa.”

A quali azioni l'associazione Lealtà Azione lega i suddetti ideali e pensieri? Oltre al già citato Bran.co, e a tutta una serie di iniziative politiche e culturali che potete vedere sul sito dell'organizzazione, da molti anni l'iniziativa che ha dato maggiore risalto mediatico all'associazione è quella della commemorazione presso i cimiteri di Monza e Milano dei caduti della Repubblica di Salò, portata avanti dalla propria branca Memento. Come si può leggere su MonzaToday del 25 aprile 2015: “Venticinque aprile: anche al campo 62 di Monza i volontari di Memento e militanti di Lealtà Azione hanno ricordato i caduti della Rsi - hanno scritto i due gruppi su Facebook - Saremmo noi, che pure lo indichiamo agli altri, capaci di seguire quell'esempio?”. Oppure la Repubblica del 30 aprile 2017 sempre in occasione delle celebrazioni del 25 aprile con le parate neofasciste organizzate da Lealtà Azione e Casa Pound. Cristian “conduttore monzese di Memento, un dipartimento e associazione di volontariato che si occupa della parte storica e delle radici” per conto di L-A sintetizza il sentimento profondo che lega l'associazione a tali celebrazioni definendo i sepolti al campo 62 quali “eroi” (Vorrei 24/5/18).

Repubblica.it - Milano 30 aprile 2017

A questo punto necessita sicuramente di interpretazione l'affermazione fatta poco prima dal suo compagno di militanza Alessandro: «Stiamo perdendo tempo ed energie a dividerci e combatterci tra fascismo e antifascismo. Ma ora il tema è ben altro: l'ideologia dominante neoliberista ha disumanizzato la società, l'ha atomizzata al punto che la nostra contesa è stata derubricata nella marginalità della storia. Oggi le nuove generazioni non sanno che cosa sia successo il 25 aprile, nemmeno sanno cosa sia accaduto il 4 novembre. Chi ha il potere ci sta fregando entrambi».

Può essere definita Lealtà Azione un associazione neofascista? I fatti su citati a questo punto indurrebbero a posizionare Lealtà Azione su una indistinta linea di confine tra fascismo e nazismo, come d'altronde da più parti viene sostenuto. Ma vediamo il tipo di azioni compiute dai loro militanti, le forme di reclutamento anche di giovanissimi, e le informazioni sulla genesi e lo sviluppo di queste organizzazioni, su fonti giornalistiche diverse. Davide Milosa su il Fatto Quotidiano del 28/02/2014 ci ricorda che il leader dell'associazione era Giacomo Pedrazzoli arrestato nel 2004 per duplice tentato omicidio dopo un blitz davanti al centro sociale Conchetta. Nello stesso articolo il giornalista avanza indizi di rapporti tra i gruppi di estrema destra e la criminalità organizzata. Paolo Berizzi su la Repubblica del 12/07/2017 spiega come dietro alla sigla di Lealtà Azione: “ … opera il movimento degli Hammerskins, network internazionale neonazista e antisemita nato negli anni '80 dopo la scissione con il Ku Klux Klan americano. Nazionalismo, xenofobia, solidarietà per gli “italiani poveri”: sono i capisaldi di L-A, fortemente radicata in Lombardia e con una filiale a Firenze.” Nello stesso articolo: “I leader di L-A sono Stefano del Miglio (presidente), Giacomo Pedrazzoli e Norberto Scordo - già incriminati per tentato omicidio, aggressione a mano armata e lesioni gravissime - e Fausto Marchetti.” Anche il quotidiano il Giornale non disdegna di commentare con Claudio Cataldo il 28/07/2017 l'avanzata dei gruppi neofascisti, fra cui cita Lealtà Azione, affiancandoli ai gruppi neonazisti attivi nel nostro paese. Scrive Monica Guerci, il Giorno del 8/5/2013, presentando un'intervista a Stefano del Miglio: “Via Alfieri 4 a Bollate. Da cinque anni è la sede della Skinhouse che fa capo all'associazione sociale Milano 38, sigla dietro la quale opera il circuito milanese e lombardo degli hammerskin, nato negli Anni 80 a Dallas per mano di alcuni «skinheads». Non si riconoscono in nessuna organizzazione politica parlamentare, credono nella violenza come forma di difesa. Lealtà, Fratellanza, Verità, Disciplina e Onore, le parole d'ordine del loro statuto. Per diventare hammerskin si parte dal basso. Giovanissimi. Le nuove leve hanno 14 anni. Il gruppo di via Alfieri è cresciuto nel tempo. Oggi sono un centinaio i militanti intorno a Bollate. Il triplo in occasione dei raduni che richiamano teste rasate da tutta Europa. Stefano Del Miglio, 28 anni, condannato dopo il raid squadrista sui Navigli nel 2004 che vide sei giovani di sinistra accoltellati, è il «capo branco», il lupo Alpha.” Sempre a riguardo dei legami con gli Hammerskin su Arengario.net Franco Isman nel 2011 ricordava a riguardo di L-A di Milano: “L'Aler poi ha affittato a Lealtà Azione un negozio in viale Monza che è stato adibito a sede, al modico prezzo di 3300 euro all'anno, e intestatario del contratto è tale Norberto Scordo, leader degli Hammerskin italiani, che ha una storia di tutto rispetto. È stato condannato, insieme ai due fratelli Alessandro e Franco Todisco, per aver aggredito nel 1992 a martellate (appunto) due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, appena usciti dal Centro sociale Leoncavallo. In seguito è stato arrestato per aver pestato a sangue alcuni punkabbestia, alle colonne di San Lorenzo. Processato per direttissima, è stato condannato a sei mesi di carcere.”; riportando infine un post su Facebook di L-A Magenta: “Più il tempo passa più ad ogni 25 aprile sono sempre meno… costretti ad arruolare omosessuali e neri per fare numero… noi camerati invece abbiamo la certezza, uccidendo a piazzale Loreto l'uomo resero l'idea immortale… A NOI!”. La retorica fascista spesso caratterizza i militanti di L-A, in particolare nelle loro esternazioni in quei “luoghi” pubblico-privati che sono i social. Recentissima l'esternazione su Facebook del leader genovese di L-A, Giacomo Traverso, a riguardo della strage di palestinesi ad opera dell'esercito israeliano ai confini di Gaza, nella quale definisce gli ebrei come "una lurida razza di mercanti dal naso adunco".
Quali sono i legami tra l'assessore Arbizzoni e Lealtà Azione? Paolo Berizzi nel succitato articolo riporta quanto i leader di L-A scrivono sui loro profili facebook a seguito dei risultati elettorali monzesi alle ultima amministrative: "Possiamo l'impossibile", ha esultato Stefano Del Miglio il 12 giugno. Altro commento su Fb questo di Marchetti: "Quando L-A scende in campo lascia il segno: lo abbiamo fatto l'anno scorso a Milano con Stefano Pavesi (eletto nelle liste della Lega Nord, ndr), e adesso a Monza con Andrea Arbizzoni". Lui, il "senatore", ha dedicato l'affermazione ai suoi: "Un ringraziamento speciale alla mia Comunità umana e politica di Lealtà Azione, che mi ha supportato fino alla fine". Nel respingere le accuse di essere un neonazista il neo assessore in un'intervista a il Cittadino del 6 luglio 2017, dribbla l'accusa di aver fatto in qualche occasione il saluto romano, rispondendo di non aver mai notato saluti romani alla commemorazione delle foibe o a quelle in ricordo di Sergio Ramelli. Resta il fatto che, quanto meno una parte della sua “comunità umana e politica”, non disdegna di esibirsi pubblicamente in tale atto, anche nella nostra città.

In esterno alla sede di L-A in Via Dante, 3 a Monza
(da lettera ANPI del 2/2/2017 al sindaco di Monza)

Il 17 gennaio di quest'anno Arbizzoni è fra i relatori a Legnano per la presentazione di una graphic novel su Sergio Ramelli, in quanto co-autore con Guido Giraudo, del libro “Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura”, organizzatori della serata Fratelli d'Italia e Lealtà Azione.

Umberto De Pace

GLI ARTICOLI PUBBLICATI
0 - Prologo
1 - Perché Monza?
2 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 1
3 - Bran.Co. e Lealtà Azione - 2
4 - Forza Nuova - 1
5 - Forza Nuova - 2



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  29 settembre 2018