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Monza verso le elezioni:
Fratelli d'Italia e Lealtà Azione
Umberto De Pace



Cinque anni fa, forse qualcuno ricorda, la formazione della nuova giunta comunale ebbe uno strascico polemico con eco nazionale per il caso dell'affidamento di un assessorato ad Andrea Arbizzoni appartenente, queste le sue parole, alla “comunità umana e politica di Lealtà Azione”, organizzazione di estrema destra ben presente e radicata a Monza, della quale abbiamo ampiamente parlato e documentato nel corso della nostra inchiesta “Democrazia ed estrema destra: il caso monzese”. Oggi l'assessore allo Sport e alla Partecipazione, Andrea Arbizzoni, è capolista nella lista di Fratelli d'Italia per le imminenti elezioni amministrative a Monza. Le cronache più recenti non mancano di riportare notizie che vedono coinvolta Lealtà Azione, vuoi per la recente commemorazione a Milano dell'omicidio del giovane Sergio Ramelli, che come ogni anno si conclude con i saluti romani, oppure per le segnalazioni sulla presenza di combattenti italiani in Ucraina vicini all'associazione. Doveroso infine ricordare la recente assoluzione in Corte di Cassazione del leader monzese di Lealtà Azione nonché capo ultras del Monza, Fausto Marchetti, per i saluti romani al Cimitero Maggiore di Milano il 25 aprile del 2016, alla commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana di Salò.
Ma se qualcuno avesse ancora dei dubbi su chi sia Lealtà Azione dovrebbe essere più che sufficiente la lettura del suo stesso programma pubblicato sul sito della sua nuova FEDErAZIONE, dove si evidenzia quale sia il suo “unico cammino” e il suo “unico destino”: “Combattere i mostri che abbiamo creato ed alimentato con la più demoniaca delle invenzioni umane: il denaro” il tutto per mezzo di una “legione che si dichiari nemica di tutto ciò che rappresenta questo progresso mortifero” in un momento particolarmente buio per l'umanità dove “ Il sangue e il suolo sono stati separati violentemente in maniera ideologica” e “il senso di appartenenza è un onere e un onore che spetta a pochi” quei pochi che “riuniti in comunità politiche e di destino, combattono ogni giorno per riportare i simboli al loro postoanche se non “basta più neanche questo. Il mostro è divenuto troppo grande e troppo potente, pervade ogni ambito della vita dei cittadini e li ha educati alla paura e alla sottomissione. Masse di nuovi schiavi ambiscono a lasciare le loro specificità e culture per un mondo dove tutti sono nessuno, e nessuno diventa tutti.”
“Federazione nasce per far marciare legioni diverse in un unico esercito. Federazione non è sudditanza bensì consapevolezza di poter ricevere/dare/restituire. Federazione non è un contratto
sottoscritto sul web, federazione è il mantenimento della parola data a camerati. Federazione è la Vita in un mondo esanime e moribondo.”
La domanda da porsi è se sia il caso di continuare a far finta di nulla di fronte a organizzazioni di tal fatta e all'ingresso o mantenimento dei loro sodali all'interno delle istituzione o anche solo dei partiti politici. Come abbiamo documentato la sezione di Lodi di Fratelli d'Italia ha costretto il suo segretario a lasciare il partito a causa della sua attività in Lealtà Azione. Abbiamo posto pubblicamente il caso Arbizzoni nel dicembre dello scorso anno, dalle pagine di questo giornale, non solo a FdI di Monza ma all'intera nostra città. Lo riproponiamo oggi ai partiti e ai candidati impegnati nella campagna elettorale in corso, alle associazioni, ai sindacati, agli organi di informazione cittadini. Se il capolista di FdI non appartiene più alla “comunità umana e politica” di Lealtà Azione, per il suo ruolo politico e istituzionale è tenuto a dichiararlo pubblicamente. In caso contrario, e ciò vale anche di fronte a una sua mancata risposta, vuol dire che anche lui sta marciando sotto mentite spoglie in una di quelle legioni impegnate a diventare un unico esercito “per riportare i simboli al loro posto”. La nostra democrazia è in grado di tollerare tutto ciò ma ha il compito di fare in modo che tali progetti rimangano impossibili deliri di pochi estremisti e ha il dovere di isolarli e contenerli e in nessun modo di assecondarli o di facilitarne l'attuazione, come in troppi stanno facendo qui a Monza.

Umberto De Pace


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  25 maggio 2022