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Santa Maria in Contrada Strada



Santa Maria in Strada

Modificata, ma almeno rimasta, non come San Maurizio, San Michele, Santa Maria degli Angeli, San Biagio, ed altre ancora, semplicemente demolite, sparite per sempre.
Quando camminate frettolosamente o passeggiate in via Italia, stando attenti nell'isola pedonale a schivare le molte moto e macchine di vigili e polizie che circolano per mostrare i muscoli della Città e che servirebbero di più altrove, fermatevi e date un'occhiata, magari anche entrate, ne vale la pena.
Santa Maria in Strada, una piccola chiesa per una grande storia, sia per il luogo che per l'architettura. Tra i maggiori monumenti di Monza anche se negli ultimi secoli ha subito notevoli manomissioni.
Chiesa in “Strada” perché quello era nel medioevo il nome della Contrada e perchè importante strada da Milano ai laghi sin da epoca romana (mi piace pensare che sotto ci siano ancora parti di lastricato romano), come si può vedere anche dalla allegata planimetria, e i percorsi “romani” sono quelli in uso ancor oggi.

strade romane
Carta topografica della Brianza romana con strade e insediamenti.
(da Storia di Monza e Brianza, vol. II, ed. Il Polifilo )

La cartolina è spedita all'inizio del secolo scorso. In fitto francese il viaggiatore scrive ad una “Chere mademoiselle … le plaisir de vous revoir“ , nel luglio del 1906. Con affetto dice del suo viaggio e che le racconterà al ritorno.
Di fianco, dove poi vi sarà il negozio “Carnelli”, l'insegna dello SPORT BAR campeggia sul muro. Di fronte al bar sono parcheggiate le biciclette e la gente passeggia. La lampada d'angolo del vicolo sembra la stessa di trenta anni prima, sopravvissuta ai lavori (vedi fotografia).

La facciata è quella restituitaci dal “restauro” del 1870 perpetrato dall'arch Maciachini. Era abitudine allora di integrare e completare a piacimento e secondo canoni interpretativi e ricostruttivi i monumenti tramandati dal tempo. Non aggiunte funzionali o di necessità o anche solo rappresentative di nuova epoca e cultura ma di “interpretazione libera” dell'epoca originaria. Ma già andava bene, tutto sommato, per la attenzione teorica per il restauro che Camillo Boito (1836-1914), come architetto, artista e storico dell'architettura, diffondeva passando (man mano anche nei suoi interventi) da un restauro romantico (con anche pesanti ricostruzioni stilistiche) ad uno rispettoso delle sedimentazioni storiche dei monumenti. Fu personaggio di valore anche internazionale e di novità teorica dato che non seguiva la visione stilistica di Viollet-le-Duc di pulitura, ad esempio delle cattedrali francesi, da ogni aggiunta successiva. A lui tutti gli architetti del tempo facevano riferimento per il restauro dei monumenti.
La chiesa che oggi conosciamo inizia la sua fabbrica nel 1348, dove già vi era un luogo religioso (sembra dei Francescani). Segue poi il piccolo convento e la prima “trasformazione “ nel 1610 a seguito del fervore degli interventi promossi dal Cardinal Borromeo (venne realizzata la copertura “a botte” sotto la quale, leggo, si trovano ancora le travature e capriate in legno originali).
Un'altra pesante trasformazione interna fu eseguita nella seconda metà del '700 dall'architetto Riccardi.
Bonincontro Meriggia (cronista del '300 sulle cose di Monza) scrive dell'epoca di Galeazzo I Visconti, della nascita del Castello con distruzione di una Chiesa dedicata alla Vergine e poi della costruzione di Santa Maria in Strada, anche con l'aiuto di Galeazzo per volontà di Frà Giovanni, un francescano (il tutto poi riportato dal Frisi) . Egli lascia scritto che l'architetto del '300 fu Ambrogiolo da Milano (che aveva solo 20 anni). Solo alla fine del '300 si mette mano alla facciata ed al campanile.

Maciachini
Facciata della chiesa di Santa Maria in Strada prima degli interventi ottocenteschi.
(da Storia di Monza e Brianza, vol. IV, ed. Il Polifilo )

L'intervento del 1870 del Maciachini “inventa” le celle campanarie (vedasi la foto tratta dalla Storia di Monza e Brianza, ed. Il Polifilo con la facciata originaria). Bella la statua della Madonna degli inizi del XV° secolo, con il globo in una mano e il bambino sostenuto nell'altra. Interessanti anche gli affreschi interni di Giambattista Gariboldi e particolare la bella Annunciazione e Madonna col Bambino. Il convento dopo la Cisalpina diventa abitazioni e poi, con l'unità d'Italia, scuola.
La parte alta della facciata è quella poco manomessa e conserva parti originarie di grande interesse e bellezza (nello stesso periodo Matteo da Campione completava la facciata del Duomo). La parte terminale del campanile, a cui siamo abituati, è fantasia del Maciachini, come sopra abbiamo accennato, aggiunta alla originaria torre campanaria. Da lontano ricorda la torre dell'Arengario.

stampa

Allegata anche una cartolina “viaggiata” nel 1902. Ricorda una celebre stampa del '700 presa da sud di Monza, sulla sinistra il Castello e entrando in Città, da “Porta Milano” si vedono i primi campanili tra cui (mi pare il secondo nella vista ma il primo che si incontra lungo la strada) la torre campanaria di Santa Maria in Strada. Di fronte le mura con la torretta sul Fiume che ancora vediamo, vicino alle ex Frette. Dietro la chiesa si sta lavorando da due anni circa alla realizzazione del Museo della Città in una parte dell'antico complesso monastico. Ma di questo possiamo parlarne un'altra volta.

Alfredo Viganò


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  3 novembre 2007