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Il negozio di Belle Arti Bellini…
e l'esame di Vitto.



negozio Bellini
  lo storico negozio con sulla porta l'Angiulin, il factotum, probabilmente con la sua famiglia

Oggi una cartolina particolare nella memoria della città. Un vecchio negozio, fondato nel 1860, che racconta una storia con qualche generazione e tanti personaggi, sino ad oggi.
“...Il negozio di Belle Arti” (come citato nel libro di Augusto Merati “il Commercio nel monzese”) di Eugenio Bellini e Figli, prima in via Carlo Alberto e poi oltre, nello splendido edificio di fronte a San Pietro Martire. “Fabbrica Colori – Vernici - Prodotti chimici - Articoli Belle Arti – Benzina -Lubrificanti”, titola l'insegna.
Sulle bancarelle dei mercatini, nell'arco di qualche anno, ho trovato otto cartoline della famiglia Bellini. Una illustrata col negozio ed altre postali, con la intestazione del negozio, ed una militare, tutte compilate con fitta calligrafia.
L'architetto Antonio e l'ingegner Vittorio Bellini, figlio e padre ed entrambi amici, quando, qualche tempo fa, mostrai loro qualcuno dei miei ritrovamenti mi scrissero: “Alfredo ciao, ti ringrazio anche a nome di Vittorio che ha così ricordato storie quasi dimenticate. Ti invio due pagine tratte dal capitolo “L'evoluzione del commercio in 60 anni di ricordi” di Augusto Merati che raccontano del negozio del nonno di mio padre, Eugenio, e poi del nonno Guido e che, fino al trasferimento nella casa di via Carlo Alberto 32 (acquistata e ristrutturata dai Bellini alla fine degli anni Venti), era nella casa ex Fossati, dove ora c'è Vergelio calzature.
Vittorio ha riconosciuto
(si riferisce ai personaggi della cartolina) l' Angiulin ( il factotum del negozio) mentre non sa chi possano essere la signora incinta e il bambino, comunque non sono della famiglia. Saluti e salute, Antonio e Vittorio.

posta militare

In data 25 luglio 1918 (sono gli ultimi mesi di guerra prima dell'armistizio ) su una cartolina militare piuttosto sbilenca (Esercito Italiano, corrispondenza in franchigia) Alfredo Bellini sergente maggiore, scrive dall'ospedale militare a Eugenio Bellini. Informa che una febbre ne ha ritardato il rientro a casa ma partirà a giorni. Ringrazia per quanto fatto dallo zio “Salutatemi e baciatemi Rosa e i piccinini, e a voi tutti molti baci, vostro aff. Alfredo “;.

governare l'Italia

Il 7 agosto 1924 Eugenio Bellini scrive a Guido Bellini dalle vacanze al mare (Finale Marina come si vede dal timbro postale) e parla anche di bagni e gite in barca. Curiosa la scritta stampata nel retro della cartolina postale : “ NOI SOPRAVVISSUTI . NOI I RITORNATI RIVENDICHIAMO IL DIRITTO DI GOVERNARE L'ITALIA” .

catrami e gomme

In data 14 settembre 1931 Eugenio scrive alla mamma Rosa Bellini, in vacanza a Gromo (Bergamo) e la avverte della morte di una signora amica e della partecipazione della zia e di Vittorio ai funerali. “… La zia ti rammenta di fare essiccare le noci. “ aggiunge tra alte cose e baci e saluti cari anche alle sorelle. La cartolina postale porta la titolazione del negozio e precisa anche (oltre a vernici etc.):” Specialità in catrami e gomme per cappelli”. Compare il numero di telefono 2154.
Il 29 giugno '36 (compare, dati i tempi, anche con numerazione romana l'anno dell'Era Fascista: XIV) Eugenio scrive al papà Guido Bellini a Castione della Presolana, per Bratto, precisa l'indirizzo. Informa tra altre cose “Vitto” (Vittorio evidentemente) ha probabilmente avuto l'esame di ginnastica da ripetere, se ho capito bene : “… dice che sono stati trovati tutti un po' deboli...”. Cambia la intestazione del negozio con delle novità: “casa fondata nel 1860”, tra i prodotti si aggiungono gli “Smalti” . Al numero telefonico 2154 si aggiunge anche quello della fabbrica , il 2100.
Il 3 luglio '36 (sempre XIV) Ida scrive su una cartolina postale identica alla precedente, alla Famiglia Bellini, sempre a Castione. Tra altre cose si riprende la storia dell'esame di Vitto che “si prepara al suo esame orale...”. Dice poi che anche un amica lo ha trovato bene “ bel grasso e di bel aspetto, di fatti in questi giorni mangia con molto appetito…”.
Tre giorni dopo, il 6 luglio '36 (nella fretta ha dimenticato il numero romano) Eugenio scrive ancora alla Famiglia Bellini a Castione precisando anche l'ora, le 14,30. Informa il papà che al ritorno hanno bucato ad Albino. L'esame doveva essere proprio una preoccupazione per tutti: “Vitto studia con l'aiutante Dino. E' assediato dalle domande ansiose dei compagni circa il suo esame “.

non spedita

Un'ultima cartolina postale è diversa e particolare, non spedita, porta un complesso disegno decorativo e floreale, con una donna alata, con la scritta ARS LABOR e barattoli vari al suolo.

Vitto è Vittorio Bellini, amico ma soprattutto personalità rilevante nella nostra Città. Antifascista e reduce dal campo di concentramento di Gusen, studioso, scrittore, artista, opinionista e altro ancora, ha ricevuto il Giovannino d'oro come riconoscimento della Città tutta.
Con un po' di ironica cattiveria tra amici gli ricordo di essere stato rimandato per l'esame di ginnastica nel XIV anno del ventennio. La famiglia si preoccupava ma in realtà, visti i tempi, era un merito per chi sceglieva un libro al posto del moschetto. Ma Vittorio afferma che non č esatto e con orgoglio rivendica di aver avuto anche l'esame di greco.
Con l'occasione racconta di quando suo padre Eugenio, per un certo periodo, aveva provveduto a rimettere pių volte un pennello nella mano della statua di Mosč Bianchi in piazza San Pietro Martire, antistante il suo negozio di Belle Arti, che i vandali (c'erano anche allora!) ogni tanto portavano via.

Alfredo Viganò

Mosč Bianchi
foto Franco Isman


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  24 dicembre 2007