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Il Mercato, un pezzo della nostra Storia
Una cartolina "politica"



il Verziere

Oggi, dopo un po' di tempo riprendiamo con le cartoline del mercato.
Le cartoline che propongo sono del mercato in centro alla città.
La prima mostra la parte di mercato (Verziere) che si svolgeva nella attuale piazza San Paolo. Sul fondo si intravede anche una parte di mercato in piazza San Michele oggi Carducci (si veda la cartolina qui già pubblicate su San Michele). E' viaggiata nel 1930, un signore scrive a una bella signorina di Torino.

Piazza Mercato

La seconda cartolina (che rappresenta la piazza a fine '800, primi '900), è titolata come molte altre Piazza Mercato e ne riprende lo svolgimento, con il celebre cinema viaggiante Kulmann e dietro le bancarelle. Non è ancora stato demolito Palazzo Durini, che verrà sostituito purtroppo da quello attuale. Sullo sfondo la città della torre dell'Arengario e del campanile e delle guglie del Duomo non ancora rifatte e allungate.

Il mercato a Monza si è sempre svolto nella parte centrale della città, con perno su piazza Trento e Trieste, con una pausa nelle piazze Anita e Giuseppe Garibaldi (allego un mio disegno del 1957) ed è sempre stato distinto tra alimentari e altro.

il mercato in piazza Garibaldi

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Nelle scorse settimane vi è stata giusta polemica contro il comportamento di questa amministrazione comunale sul problema del mercato e sul comportamento di assessore al Commercio e sindaco. Amministrazione che rischia di essere mal catalogata tra quelle del dopoguerra.
La questione è: per poter fare i lavori di piazza Trento e Trieste si spostò provvisoriamente il mercato in piazza Cambiaghi.
Vi furono comunque polemiche anche se l'amministrazione di allora, precedente a questa, aveva deliberato espressamente, come contenuto di progetto e tempi, per il rientro del mercato nella piazza perché fatto di interesse generale e storico della città.
In questa amministrazione vi sono assessori che allora come consiglieri fecero fuoco e fiamme cavalcando spudoratamente la protesta, a mio parere ingiustificata, degli ambulanti. Ora hanno cambiato sia faccia che, malamente, il progetto della piazza (non ancora finita dopo quasi tre anni) e vogliono escludere il mercato dalla piazza che appunto si chiamava Piazza Mercato.
Non solo, hanno perso la causa con gli ambulanti e dovranno pagarne le spese a danno dei cittadini tutti.
Non solo da un anno fanno melina e ora prendono in giro la città e gli ambulanti dicendo loro che ne fanno rientrare solo la metà ingannando sulla capienza della piazza.
Vi sarà ovviamente altra causa e altri danni economici per una decisione arrogante e sbagliata e di violenza alla città.
Abbiamo protestato inutilmente anche se il disagio serpeggia in molti, anche della maggioranza in consiglio.
Ho portato le ragioni di rispetto storico in consiglio e il sindaco, dall'alto del suo scranno, mi ha praticamente irriso. Sette più per la sua figuraccia.


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Statuti

Giancarlo Andenna, nei Saggi Critici sugli Statuti Medioevali di Monza dice, riprendendo proprio anche dal testo degli Statuti stessi: Il principale centro dei commerci era il Mercato, che a Monza si teneva ogni settimana al giovedì (come ora), diviso in due distinti settori a seconda dei prodotti: la legna, il fieno, la paglia ed il brugo dovevano essere esposti nella località detta “prato magno” (l'attuale Piazza Trento e Trieste), mentre i cereali ed i legumi erano posti in vendita solo al di sotto della metà occidentale del palazzo comunale. Infine sulla piazza prospiciente l'edificio pubblico erano offerte al pubblico tutte le altre merci, compresi i pesci e i gamberi del Lambro, dell'Adda e dei laghi prealpini, che dovevano essere stati pescati in giornata .”
Lo Statuto che ancora si conserva a Monza descrive con precisione dove e come si deve svolgere il Mercato oltre alla Fiera di San Giovanni: “ Mercatata de caetero fieri non debeant in ecclesia, uel cimiterio aliquo die, nec in aliqua alia parte burgi, uel fuburbiis in diebus…..effent in diebus Iouis,….Quod nullus ducat ad uendendum, nifi in prato magno….”. Si parla di Misure, di Moneta, di stoffe, di verdure, di vino e di che qualità, di pane, farina,vino, pesce, carne e luganega, olio, con attenzione anche sanitaria, e delle pene per chi inganna o vende robaccia. Si parla anche di candele, di opere in ferro e in bronzo e di altro commerciabile sul Mercato.
Il testo sembra essere in prevalenza ancora quello della riforma statutaria datata 1331 sotto Azzone Visconti.
I Rotary Club di Monza, nel 1991, in occasione del nuovo Statuto comunale, ha fatto una cosa egregia pubblicando : “Liber Statutorum Communis Modoetiae: Cum suis Rubricis , et Indice.” Edizione dello Statuto dell'anno “M D X X IX, Mediolani, Apud Paulum Gottardum Pontium”, accompagnata da interessanti saggi critici che ne illustrano i contenuti, le ragioni e relazioni del tempo. Consiglio a tutti di dare un occhiata reperendone una copia da amici o in biblioteca. Ne vale la pena per capire non solo la storia della nostra città e i suoi costumi ma anche i limiti di questa giunta comunale. Anche il Frisi ha scritto del mercato e del Prato Magno. Ho detto in consiglio: “chi è mai costui?” Riporto una bella foto tratta da “Vecchia Monza” di Dante Fossati.

Alfredo Viganò


Vecchia Monza


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  14 marzo 2010