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A ricordo della Villa Reale, che rischiamo di perdere
Concessa al privato per trent'anni per trenta denari.
San Giovanni, San Gerardo, aiutateci voi! Mettiamoci però anche del nostro.


Sono in corso strane vicende su cui la Città dovrebbe dire la propria ed è purtroppo tacitata.
Il Bando “strano”, e con alcuni di dubbia legittimità, fatto dalla Regione o dalla sua “mano operativa” per appalti belli e brutti di Infrastrutture Lombarde. Bando che vuole dare gran parte del corpo centrale della Villa in concessione per trent'anni ad un privato per meno di “trenta denari”. E proprio perché si tratta di questo braccio operativo, con le implicazioni religioso-ideologiche che conosciamo, mi riferisco a Giuda, ma potrei parlare anche di Farisei visti gli affari che circolano nel Tempio e gli scandali politico-immobiliari che stanno emergendo in Brianza.
Trenta denari, a mio parere in contrasto coi disposti di legge: il pubblico ci mette quasi 19 milioni di euro per questa vergogna del primo lotto di intervento, mentre il privato solo quattro milioni. Penso che una sottoscrizione a Monza e Brianza potrebbe supplire a questa svendita agli amici che lascia allibiti.
Con la legge Bavaglio riusciremo ancora a sapere qualche cosa o solo a pagare le cospicue indennità e stipendi di costoro a cui la crisi non fa un baffo? Gli offerenti nella prima parte del Bando, se veri vedremo perché secretati, tanto per non smentire la trasparenza, sembra siano tredici, uno più degli Apostoli. Due giuda quindi, tanto per non sbagliare, e non solo uno.
Quando alziamo la testa? Perché non mandiamo una protesta in Regione, in Comune e in Provincia?
Perché non ci rivolgiamo all'organismo di vigilanza previsto dalla legge per controllare la regolarità degli atti sugli appalti?


Oggi alcune cartoline della Esposizione internazionale di Monza, alla Villa Reale negli anni Venti.
Con questa esposizione l'attenzione nazionale e internazionale per le arti e il design fu molto alta. Alla scuola di Monza insegnavano artisti prestigiosi e l'Esposizione era un momento di forte coinvolgimento culturale.
Altre volte abbiamo segnalato cartoline di firme importanti (Nizzoli, Rosso, Campigli, Guerrini etc.) ancora bellissime. Oggi ne riproponiamo tre, di cui una già mostrate altra volta, perché dimostrano l'attenzione di artisti e designer alla nostra Esposizione internazionale.
Le cartoline in realtà sono quattro in quanto ce ne sono due della stessa, spedite da personaggi diversi, e sono una piccola testimonianza storica e per questo di particolare valore.


Una, della prima Biennale, del famoso Cisari, con la Corona del Ferro. Spedita nel dicembre del 1922, poco prima di Natale (quindi già pronta per la IA Mostra Biennale Internazionale di Arti Grafiche che si svolgerà nel maggio-ottobre del 1923!), probabilmente non ancora in circolazione, ma in possesso degli artisti che partecipavano a vario titolo all'evento internazionale.
Infatti la cartolina è spedita dal pittore Emilio Borsa (1857 – 1931) che visse e morì a Monza. Pittore importante, anche paesaggista, che ha lasciato molte opere. Una, significativa e molto conosciuta, è quella titolata “Molini a Monza“, che mi pare si trovi nello studio del Sindaco e che rappresenta la cascina e il mulino della Madonna delle Grazie di via Boccaccio. Cascina rappresentata anche in cartolina che qui in Arengario abbiamo già presentato, poi demolita per fare posto ad una fabbrica ormai da anni dismessa.

Barca

Questa cascina era posta di fatto su un isolotto formato dal Lambro e dalla roggia deviata per fare muovere le pale del mulino, come tanti altri mulini sul Lambro. Il celebre disegno dell'ing. Barca rappresenta il Lambro per un suo tratto, con la Città di Monza murata, isole e mulini, tra cui questo.
Su “Orizzonti, paesaggi dalle collezioni civiche monzesi” a cura di Alfredo Vergani con testi di Rodolfo Profumo (Silvana Editoriale 2009), si trova sia la riproduzione del quadro che una breve biografia di Borsa. Figlio d'arte dato che il padre era pittore, e la madre sorella di Mosè Bianchi, allievo di Hayez a Brera e cugino di Pompeo Mariani. Una curiosità è che abitò a lungo anche alla Cascina del Sole nel Parco.
Nella cartolina Emilio Borsa manda auguri e saluti all'amico “Pittore” Enrico Vegetti in Francia (Alta Savoia), amico anch'egli conosciuto come paesaggista (1863 – 1954).


E proprio amico era se poi, nel 1925 Emilio Borsa gli invia un'altra bella cartolina, spedita da Monza il 21 gennaio, di Ugo Ortona (sempre con anticipo sulla Esposizione) e dice tra altri convenevoli : “Spero in un tuo vicino ritorno, nell'occasione della Mostra Internazionale d' Arte Decorativa che si aprirà nella prossima primavera alla Villa Reale di Monza.” Leggo che Ugo Ortona, l'autore della cartolina, fu pittore, decoratore e altro, conosciuto in Italia e all'estero (1888 – 1977), anche critico e organizzatore di mostre ed eventi, in contatto con Mussolini e la signora Sarfatti.

Terza cartolina. Sempre nel 1925 (15 maggio, durante lo svolgimento della Esposizione internazionale di Monza), un altro pittore significativo, Italo DeSanctis, manda la stessa cartolina al barone Francesco Bonanni a Fossa, dove vi è un palazzo di grande valore artistico. De Sanctis fu pittore e ritrattista, conosciuto come il “ ritrattista delle belle donne”.
Vi è un'altra firma col De Sanctis, che sembra di Agostinoni, penso Emidio Agostinoni, anch'egli abruzzese, giornalista e pedagogo, che fondò “La cultura popolare”, scrittore e pubblicista, deputato socialista “riformista” che si ritirò nel suo paese di Montesilvano con l'avvento del Fascismo. Ma non ne sono sicuro.


Una quarta cartolina (poi per oggi basta) è del 1930, particolare perché coinvolge il design e l'amore delle arti applicate e dell'artigianato.
La cartolina rappresenta un “mobile per sala da pranzo eseguito dal Liceo d'arte e mestieri di San Paolo del Brasile su disegno di Tomaso Buzzi.” Anche questa cartolina è una testimonianza dato che è firmata dallo stesso Buzzi e inviata al Podestà Faleschini di Osoppo, spedita da Monza il 22 settembre1932. Buzzi ringrazia dell'articolo, infatti il professor Faleschini era anche giornalista e pubblicista. Buzzi (1900 – 1981) fu personaggio e architetto colto e non secondario in quegli anni, partecipò ai movimenti culturali milanesi interessandosi anche di urbanistica (Club degli urbanisti, Domus, Novecento Milanese). Ebbe grande amore per le arti applicate e qualcuno lo definì come uno dei principali designer italiani del '900.

Da qualche cartolina un po' di storia recente, di personaggi che hanno lasciato memoria a Monza, di una Villa di grande significato che è a rischio per scelte sbagliate di chi non sa dei legami della Villa con la Città e il Territorio.

Alfredo Viganò


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  26 giugno 2010