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La demolizione della vecchia stazione del 1840
e il pericolo che ci fu di demolire la Villa Reale



la vecchia stazione in demolizione

Una cartolina non usuale: la demolizione della vecchia stazione realizzata nel 1840 e demolita nel 1901 dopo soli 61 anni.
Pure appare come edificio elaborato e composito secondo le abitudini del tempo, di ispirazione classicheggiante.
La stazione nacque come “terminale” della linea Milano-Monza.
La stazione di Milano mi pare si attestasse a Porta Nuova e quella di Monza dove oggi c'è il cavalcavia di largo Mazzini .

la linea ferroviaria

Fu la necessità di realizzare il prolungamento della linea ferroviaria a Nord che spinse a demolire e spostare la stazione nella situazione attuale laterale ai binari. Stazione questa, come ho già mostrato e ricordato in altre cartoline, che era dotata di una grande copertura del tratto di binari di servizio all'accesso dei viaggiatori.
Come riporto con estratti da una famosa stampa d'epoca la stazione di Milano era a tre piani (con un mezzanino intermedio) e quella di Monza ad un piano con un alto mezzanino prima del sottotetto.
Ambedue si ispiravano, come si è detto, all'architettura classica con timpano, lesene, cornici ecc. e nel caso di Monza con anche delle poderose colonne con capitelli ionici nel porticato di ingresso alla sala principale e centrale.







la vecchia stazione di Monza
la vecchia stazione di Milano


La cartolina ci mostra la demolizione in corso. Un signore col panama bianco osserva e la sua presenza serve al fotografo per dare “dimensione” all'edifico. Si vedono i ruderi di una parte con i grandi plinti scoperti e l'ala ancora in elevazione rivela la costruzione interna con la parte della grande sala a volta poggiante su colonne di ispirazione corinzia.
Sul fondo, oltre le macerie, sono fermi alcuni vagoni passeggeri. La copertura visibile lascia intendere un corpo di fabbrica abbastanza profondo.
Per come avvenne lo spostamento con la realizzazione dei giardinetti antistanti tra corso Milano e la stazione ho già parlato e documentato in precedenti cartoline.

la mappa del 1857 il nuovo tracciato dei binari

Della vecchia stazione è rimasta solo la torretta dell'acqua che ancora si vede dal cavalcavia di largo Mazzini.
E' un peccato che la stazione sia stata interamente demolita, forse si poteva fare altrimenti. Questo edificio non era un opera monumentale, ma ne avremmo apprezzato la memoria. Memoria che troppo spesso a Monza è stata cancellata anche per valori monumentali di grande significato. Basti ricordare la Porta De Gradi, la Porta Milano e i resti del Castello Visconteo, la Chiesa di San Maurizio, quella di San Michele, San Biagio, Chiesa egli Angioli e altro.

E' significativo che perfino la Villa Reale, con l'arrivo dei Francesi, si salvò per miracolo per l'attenzione di un funzionario ingegnere che si oppose alla sua demolizione.
Scrive Cesare Mozzarelli, nel volume La Villa Reale di Monza,: “E di fatti la Villa viene venduta, per una cifra modesta, 180.000 lire, ad un privato, tale Meuvon, che intende abbatterla. A salvarla, e ad imporne il recupero al governo, deve intervenire una considerazione culturale ed estetica che, al di la ormai del tempo delle corti – si crede - , ne valuta le caratteristiche in termini monumentali e storici. Di fronte alla protesta motivata da “zelo patriottico” di Domenico Palmieri per la vendita ed il prospettato abbattimento d'uno “ dei più magnifici monumenti della Lombardia, e senza esagerazione per molti riguardi, di tutta l'Italia” e che può avere qualche destinazione come “ Edificio Nazionale”, l'Amministrazione Generale della Lombardia chiede all'ingegnere già camerale Bellotti notizie sul contratto, ed una stima del palazzo… All'esaltazione della magnificenza del complesso da parte di Bellotti...”Sempre i governi si sono preoccupati di proteggere i monumenti e le belle arti” - osserva il parere fiscale ed “ora ai nostri giorni in cui sonosi sviluppati maggiori lumi in ogni ramo interessante il decoro dello Stato, ed un lodevole diletto dei Cittadini, non potrebbe che apparire a noi stessi , ed ai Posteri un testimonio troppo contradditoro il fatto, e la tradizione d'essersi tollerati freddamente la demolizione d'un edificio che a ragione tiene il primo luogo nella sfera di simili monumenti”.

La Villa Reale restò allo Stato e diventò Villa della Repubblica. Visto il bando per gli interventi sulla Villa, in attesa del convegno indetto dal Comitato Cederna, c'è da chiedersi dove sono finiti i Palmieri e i Bellotti, nonché i funzionari del Fisco dello Stato, oggi sostituiti da Infrastrutture Lombarde. Ma!

Alfredo Viganò



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