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Pratum Magnum



Pratum Magnum

Nel grande Pratum Magnum, dentro le mura della Città, dove scorreva la roggia Pelucca, si stendevano le stoffe ad asciugare. La produzione tessile a Monza era antica.
Poi la roggia divenne una fogna, fu coperta e nella piazza assolata c'era il grande mercato, diviso tra piazza Mercato appunto (oggi piazza Trento e Trieste) e il Verziere a San Michele (piazza Carducci e parte di San Paolo).
Attorno alla piazza, nell'800 e nei primi '900, il Teatro, il Seminario, la Pesa, tanti alberghi, ristoranti e le stalle per cavalli e carrozze. Nei primi decenni del '900, anche un giardino pubblico, non con erba e piante riportate, ma vere, radicate sulla terra e la cartolina degli anni Trenta lo riproduce. Il giardino fu fatto prima della retorica del monumento ai Caduti inaugurato da Mussolini. Un monumento che, sempre per ironia, qualcuno prende in giro dato che quando piove o nevica la massa di muscolosi eroi sembra continuare a fare pipì per ore o per giorni lungo le gambe ignude.

l'aiuola
dal sito del sindaco su FB

Qualche anno fa in piazza Roma avevamo assistito al “verde verticale” (dissi per scherzo, ma non tanto, che col nuovo PGT poi buttato, ci toglievano quello orizzontale per darci quello verticale). Ora, ma non è la prima volta, una grande aiuola riportata sulle piastrelle di marmo. Una provocazione e un simbolo. Però io preferisco le piazze che siano tali. Certo qualcuno ci ha messo anche un portale con sotto una buca che dissi (sempre per ischerzo) che mi sembrava il monumento alla fognatura sottostante e non il ricordo della roggia.
Fu cambiato in peggio il progetto della piazza dopo il concorso e durante l'attuazione.. Quando vidi i progetti del concorso devo confessare che preferivo il secondo, con il monumento ingombrante spostato in fondo a destra, contro la facciata “Upim”. Rapportava meglio la piazza agli edifici esistenti nuovi e riportava la piazza stessa ad un insieme continuo, un quadrilatero senza diventare una dipendenza attorno al monumento che l'aveva ridotta a rotatoria stradale attorno più che piazza. Era previsto anche un piccolo giardino pubblico di rispetto del monumento “abbassato”.

il plastico anni '30

Il monumento tra l'altro è ora girato, con la tromba verso il Duomo perché allora il Piano Particolareggiato degli anni '30 prevedeva di unire il sistema delle piazze Trento e Trieste, Roma e Duomo con sfondamenti delle cortine storiche edilizie connettendo visivamente l'Arengario, il Duomo e il monumento ai caduti.
Attorno alla piazza molte sono state le demolizioni di edifici storici civili e religiosi anche prestigiosi, comprese quelle per la realizzazione del nuovo municipio che Bucci classificava come un tavolino capovolto. Alcune cartoline qui pubblicate ne danno testimonianza (vedansi Piazza Trento e Trieste cart010 , La trattoria dell'Angelo cart016 , Storia d'amore o avventura cart017 ,San Michele cart024). Per completarlo il Podestà vendette il giardinetto con la fontana e relativa cubatura ad una società che poi nel dopoguerra realizzò il palazzo “Upim”, una architettura che regge nel tempo, ma posta nel posto sbagliato a causa della “Negoziazione urbanistica” (come si direbbe oggi) di un Podestà che demolì un bel palazzo storico.

la planimetri anni '30

Piazza San Michele (oggi piazza Carducci) ha avuto anche storia peggiore con la demolizione di San Michele, ridotta a strade con parcheggio. C'era anche un distributore di benzina (oggi lo volevano fare nel Parco!) e poi piante che nulla c'entrano col paesaggio urbano. Nella piazza Trento e Trieste che è la piazza Mercato nella dizione storica, sopra il parcheggio interrato e in ragione dei lavori si è tentato negli anni passati anche di negarne la funzione storica di mercato
Insomma una piazza sperimentale, quella Trento e Trieste, in continua trasformazione quasi che la Città non ne riconosca l'identità e funzione. Cosa che è avvenuta anche per il Parco reale dove è finito un autodromo. Certo bisognerebbe confortare il sistema di piazze centrali storiche di Monza articolando le connessioni pedonali con pavimentazioni e arredi urbani adeguati. Ancora oggi il sistema è sconnesso e disomogeneo.

Alfredo Viganò

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  7 settembre 2012