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La chiusa del Cantone


La chiusa del Cantone

La cartolina mostra una celebre chiusa, quella del Cantone che genera la Roggia ( è chiamata nel disegno impropriamente Molinara che in realtà è altra roggia molto più importante ) che poi muoveva le pale dell'omonimo mulino. Un mulino minore tra quelli presenti nel Parco, come  a San Giorgio o gli Asciutti , tanto da sembrare quasi un “modellino”, un gioco, dove l'architettura preesistente e riadattata della torre di guardia, la classicità eclettica e rustica della costruzione, le pale nel condotto interno all'edificio, sembrano più realizzati a dimostrazione e per il diletto di chi passava che per la reale capacità produttiva.

Nel Lambro ci sono chiuse e cascate che organizzavano la portata delle acque, sopratutto per fare andare i mulini . L'acqua corrente ha sempre espresso una energia utilizzata dall'uomo sin dai tempi più lontani.
La chiusa ha più ragioni di essere costruita. Tra queste quella di consentire un “dislivello” per la realizzazione di canaletti e rogge laterali al fiume che consentano la spinta delle pale del mulino. E' una dimostrazione di energia chiamata pulita, come quella che muove le turbine delle centrali idroelettriche.
La chiusa genera anche delle cascate artificiali e di queste il Lambro è ricco anche nel percorso urbano.

schema dalla mappa del Brenna

Le mappe ne mostrano parecchie .Qui allegato lo schema che il prof. Pompeo Casati nella pubblicazione da lui curata nel 1986: “L'acqua nel territorio di Monza”, riproduce schematizzando la celebre mappa del '600 (dell'ingegnere milanese Piero Antonio Barca…) del corso del Lambro e dove appaiono le numerose isole, derivazioni, rogge che venivano utilizzate per i mulini.
Gli asterischi segnalano sulla mappa i numerosi mulini esistenti già nel XVII secolo lungo il fiume che, come si vede, diventa una poderosa macchina produttiva di beni essenziali come le farine.

La chiusa del Cantone

Il disegno della “Chiusa del Cantone” è molto bello e testimonia la cura dei manufatti, della architettura di tutti i particolari che compongono il Parco.  Il disegno è dell'ingegnere Cantalupi e porta la data del 1852 ( tratto dal più volte citato volume “il Parco reale di Monza” a cura della Pro Loco 1989 ).
La chiusa, come si nota dalla cartolina, oltre che dal disegno di progetto, partecipa dolcemente al paesaggio del fiume. Non pare neppure una chiusa, una barriera ma piuttosto un “anfiteatro d'acqua” che unisce l'utilità al piacere della vista, dello spumeggiare, del rumore dello scorrere dell'acqua ( quasi un segnale, una musica della presenza del Fiume ) nel superare lo sbarramento o meglio un opera di ”accompagnamento” dell'acqua da una quota ad un'altra, come una brevissima rapida a dolci gradoni.

il mulino del Cantone - sezione

Nella sezione si nota il “dislivello dell'acqua nella caduta, Dislivello che viene creato per consentire un flusso abbastanza forte nel canale laterale per muovere le pale. La sezione dell'edificio del Mulino del Cantone (il disegno è del Tazzini e datato 1840) mostra l'ulteriore dislivello del canale e la pala.

il mulino del Cantone

La seconda cartolina mostra invece il mulino che già ho rappresentato con altra cartolina. Come si vede il canale (oggi disattivato) passa al centro dell'edificio dove sta anche la pala.
La cartolina è viaggiata nel 1912. Come qualche volta avviene la titolazione è errata : “Casa Alta” dice, confondendo altra Cascina del Parco con il Mulino del Cantone.

Un signore scrive ad una “ madmoiselle” in Francia, Catherine che ha però un cognome italiano o corso, come il mittente, forse marito, padre o fratello. L'indirizzo è sbagliato, non arrivò mai a destinazione : “adresse incomplete” dice un timbro sul retro.
Un signore con l'immancabile cappello di Monza fa bella mostra di se in posa per l'occasione e per animare l'immagine.

Alfredo Vigaṇ


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  19 marzo 2006