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La piscina nel Parco
e il miserevole distributore di carburanti


La piscina
La piscina a fianco della pista dell'Autodromo

La cartolina, non viaggiata, offre una panoramica della piscina nel Parco. Affollata da persone di tutte le età. I costumi delle signorine sedute in fila sul prato sono tipici dell'epoca. Bella ed originale la borsa, rigata in primo piano che doveva essere capiente per gli asciugamani e qualche bevanda e panino per risparmiare i costi del bar. Fa caldo, una delle signorine sventola dei fogli come un ventaglio. In fondo la parte bassa della piscina per i bambini e per chi non sapeva nuotare. Dalla parte del fotografo, sulla destra c'erano i trampolini che qui non si vedono. Si nota invece in basso a destra il porta rifiuti non dozzinale, di buon disegno, arrotondato e senza spigoli per sicurezza. La cornice di verde, pur nella cartolina senza colori, appare maestosa, quasi esotica. Sul retro il timbro dell'Autodromo.
Ero un ragazzo, al liceo, quando si realizzò questa piscina olimpica al Parco di Monza, a ridosso della pista dell'Autodromo. Poco oltre il campeggio. Tutto nel verde. Ho ancora delle foto degli anni '50 mentre faccio un tuffo “mortale” dal trampolino. Mi ricordo anche le risate perché un signore (un negoziante vicino a casa mia) si stava lavando col sapone nella vasca, interrotto non troppo gentilmente dal personale di servizio.

Noi ragazzi arrivavamo alla piscina a piedi o in bicicletta. Era un tragitto non breve ma piacevole, tutto nel Parco di fianco all'Autodromo.
Allora l'alternativa era di andare a Milano. Cosa che facevamo, soprattutto d'inverno, in compagnia prendendo il tram o il treno e poi a piedi alla piscina Cozzi, coperta, riscaldata, di tipica architettura degli anni '30. C con un altissimo trampolino da cu era un piacere con scarico di adrenalina tuffarsi. D'inverno, dato che a Monza c'era una piscina tradizionale estiva che era, sino agli anni 50 il fiume, in particolare nell'ansa di Triuggio (prima che si colorasse di scarichi), qualche roggia ancora pulita, dove si raccoglievano ancora i gamberetti di acqua dolce, e i laghetti artificiali delle cave. Frequentatissimo il Villoresi coi suoi secondari e terziari.
Da bambino avevo un bellissimo salvagente portato dagli americani con la guerra. Mi aiutava al Villoresi dove scappavo di nascosto dai miei, spesso con mio fratello, senza ancora saper nuotare. Si correvano incoscientemente gravi rischi. Da ragazzo, una volta passavo in bicicletta lungo il Villoresi, dietro la Sapio, e mi buttai vestito per salvare un altro ragazzo che non conoscevo, era caduto nel canale, non sapeva nuotare e stava annegando trascinato dalla forte corrente. Lo afferrai da dietro e lo trascinai alle ripide sponde in cemento, aggrappandomi all'erba. Gli amici sopra lo afferrarono. Si salvò. Solo in anni recenti ho scoperto per caso durante una cena che era lo zio di un amico e collega.

La piscina
Foto aerea della zona del distributore fra piscina e campeggio

Oggi, come hanno riportato i giornali, su un'area boscata tra la piscina e il campeggio immerso nel verde, c'è chi vuole, col consenso dei nostri amministratori, inserire un distributore di carburanti per le automobili e mezzi vari. Si distrugge una zona boscata. Questa idea peregrina è mascherata dietro l'idea di attività all'Autodromo per lo sviluppo e uso di carburanti alternative a quelli derivati dal petrolio, come il metano, il GPL e più in là nel tempo, l'idrogeno o altro. Ho già scritto cosa ne penso e fortunatamente la Provincia non è favorevole ma non ha competenza in materia. Spero proprio che il Parco della Valle del Lambro e la Soprintendenza non consentano questo scempio nel Parco che è monumento paesaggistico tutelato e protetto. Il Piano di Governo del Territorio non consente l'intervento, la Commissione paesaggio del Comune ha dato netto parere negativo, pure la nostra giunta ha mandato avanti il pasticcio con una delibera. Il progetto è anche del tutto incompatibile con le qualità ambientali e tradizioni per ogni manufatto che partecipi a questo grande monumento di verde e di architetture. Ma sembra che il rispetto delle norme e l'attenzione alla tutela del nostro patrimonio storico ed ambientale per alcuni amministratori siano solo un impaccio da rimuovere e il Parco storico un'area “libera” e quindi costruibile, come si vuole fare su tutte le aree agricole del nostro territorio con la proposta di nuovo PGT.


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  14 novembre 2010