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Quesiti e dibattito di professionisti e tecnici
Primo punto – il Sistema del commercio
di Alfredo Vigaṇ


Lunedì 23 gennaio scorso si è tenuto all'Urban Center una riunione generale con professionisti, geometri e altri sul PGT. La riunione era organizzata dal Collegio architetti e ingegneri di Monza e Brianza. Alla riunione hanno partecipato al tavolo: per il Collegio l'arch. Michela Genghini, presidente e l'arch. Gnetti, il sottoscritto, come assessore al Territorio, l'assessore Palma per il Commercio e i funzionari arch. Giorgio Majoli, dirigente del settore programmazione territoriale e proponente il PGT, dott.ssa Volpe del Commercio, arch. Pino Riva dell'Edilizia (al tavolo o in sala), se tutti ricordo. E' intervenuto nella discussione anche il sindaco Michele Faglia.

Questi primi quesiti di un dibattito ovviamente ancora aperto, di cui si è discusso nella seduta, investono più aspetti importanti che, anche in questo caso, esamineremo in più volte (Il sistema commerciale e la sua importanza nel PGT nonché le procedure relative tra permessi edilizi ed autorizzazioni commerciali; chiarimenti su perequazione, compensazione e traslazione; modalità di lettura delle tavole di riferimento; il calendario di adozione e approvazione del PGT; quali le competenze per l'approvazione del PGT; Il sistema infrastrutturale e di attraversamento e accessibilità della Città come problema rilevante per le prospettive di piano; la VAS o valutazione ambientale strategica ; gli aspetti fiscali inerenti gli standard reperiti con la perequazione; il ruolo del Parco e le definizioni del PGT riguardo allo stesso).

Un primo aspetto posto alla attenzione è relativo al sistema commerciale.

  • Il PGT affida al SISTEMA DEL COMMERCIO di medie dimensioni (200-1500 mq), insieme con i pubblici servizi, le attività paracomunali e di servizio, un ruolo strategico per la creazione di centralità che siano motrici  per la riqualificazione del tessuto urbano consolidato e non.
    Quali sono le considerazioni, le certezze, (parzialmente o totalmente espresse nel Dls. 114/98), secondo cui questa scelta strategica apparentemente contro tendenza, possa essere concorrenziale con quello della GRANDE DISTRIBUZIONE e quindi realmente sostenibile dagli operatori del mercato immobiliare?
    In che modo si dovrebbe regolare il principio della contestualita' tra provvedimenti urbanistici e commerciali ?
    Diventa obbligatorio/vincolante il rilascio della licenza commerciale a quello della pratica edilizia, e/o viceversa?
    (arch . Silvia Peronetti).
Una prima questione è squisitamente urbanistica e segnalo le norme del PGT, sia nel Documento di piano, nel Piano dei servizi e in particolare nel Piano delle regole al Titolo III : “Normativa specifica per il commercio e attività equiparate” (artt. 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, e relative tabelle). Il Piano dà le corrette ed esatte dimensioni di riferimento degli esercizi di vicinato e quelle dei differenti “livelli” di media struttura di vendita.

I concetti di fondo quelli che seguono.
  • Rafforzare anche con interventi innovativi e di servizio i sistemi commerciali esistenti e che svolgono un ruolo connesso al tessuto abitato, di quartiere o urbano come ad esempio nel centro storico.
  • Limitare gli interventi della grande distribuzione a quelli già esistenti ed escludere nuove localizzazioni.
  • Individuare specificatamente, sulla base degli studi e indirizzi del Piano urbanistico del commercio, la riorganizzazione dei sistemi commerciali, in particolare con una gerarchia anche di medie strutture ma localizzate in prevalenza nelle aree o ambiti strategici e di riqualificazione urbanistica. Tali interventi sono sempre connessi anche alla vitalizzazione del sistema commerciale di vicinato. Inoltre le medie ammesse sono di diversa scala di superficie di vendita a seconda dei bisogni e necessità elaborate dal Piano sulla base delle situazioni esistenti e delle previsioni.
  • Assicurare nei quartieri, soprattutto in presenza di “polarità”, la compresenza di più funzioni tra cui quelle commerciali di vicinato e, nel contempo, limitare alcuni tipi di esercizio nei quartieri in ragione della loro accessibilità o compatibilità ambientale (acustica).
  • In questo senso gli ambiti previsti, ad esempio nell'elaborato A 13, descrivono queste possibilità, analiticamente e puntualmente per ogni ambito  dando anche la categoria di appartenenza, ad esempio della struttura di vendita anche media ammessa, o comunque le dimensioni e destinazioni che devono essere presenti negli interventi.
  • Considerare il sistema commerciale come partecipe di quello più generale dei servizi ai cittadini e quindi di integrazione delle “polarità” di quartiere, di ruolo territoriale ed urbano, e della connessione del sistema con la mobilità, pedonalità, ciclabilità e parcheggi nel territorio. Il sistema commerciale in particolare partecipa della riqualificazione di importanti aree dismesse, come ad esempio quella del Cederna, che storicamente avevano costituito il necessario presupposto dello sviluppo e organizzazione del commercio di quartiere.
A.V.

In particolare, durante la presentazione e il dibattito, l'assessore Palma ha relazionato assieme alla dott.ssa Volpe. Riporto pertanto la precisa nota che inviano come contributo al dibattito in corso che affronta anche gli aspetti tecnici dello specifico settore del commercio.



Linee di indirizzo per il Commercio a Monza.

Con il decreto Bersani - D.Lgs.114/98 -, per l'apertura delle medie e grandi strutture di vendita, i titoli autorizzativi di natura solo edilizia sono illegittimi. Le autorizzazioni commerciali ed i Permessi di costruire devono essere rilasciati contestualmente ed in modo integrato ( in ragione del tipo di procedura edilizia a Piano Attuativo o a Permesso di costruire). Questo per evitare la previsione convenzionata, la realizzazione o la ristrutturazione di spazi commerciali che poi non riescono ad avere le autorizzazioni per avviare l'attività.
Il principio della contestualità si può intendere o come un provvedimento unico finale emanato per esempio da un unico dirigente che autorizzi sia la realizzazione edilizia che l'apertura commerciale, oppure come la possibilità di provvedimenti separati ma contestuali e integrati rispettivamente verificati e concordati anche con procedure di “sportello unico”.
Il comune di Monza sta studiando le due ipotesi, ha istituito lo sportello unico non solo per le attività produttive ma anche per il commercio e potrebbe avere le condizioni per emettere un provvedimento unico riguardante sia l'autorizzazione edilizia che quella commerciale o anche quella inerente la previsione contenuta in Piani Convenzionati.

La scelta operata da questa Amministrazione Comunale di non autorizzare l'apertura di centri di grande distribuzione, ma di procedere al potenziamento, là dove possibile, della media distribuzione, parte da una precisa analisi del tessuto commerciale cittadino.
Innanzi tutto si precisa che - come da D.Lgs. 114/98 -, per grande distribuzione si intendono le strutture commerciali con oltre 2500 mq di superficie di vendita.
La media distribuzione è invece l'attività commerciale che si sviluppa da 250 a 2500 mq di vendita, tale categoria di attività è stata dal nostro Piano commerciale distinta in 4 livelli:
Media struttura di      1° livello:                       tra 251 e 400 mq
                                    2° livello:                       tra 401 e 800 mq
                                    3° livello:                     tra 801 e 1500 mq
                                    4° livello:                   tra 1501 e 2500 mq
Infine sono classificate come attività di vicinato , quelle strutture che non superano i 250 mq di superficie di vendita.
E' emerso che Monza, sicuramente in contro tendenza rispetto ad altre realtà anche confinanti con la nostra, vede una presenza di grande distribuzione inferiore alla media distribuzione. Quest'ultima è anche ben distribuita sul territorio andando a servire in maniera abbastanza omogenea tutta la città. L'Amministrazione Comunale ha perciò scelto di potenziare questa offerta che, diventando un servizio di prossimità seppur con dimensioni maggiori rispetto ad un esercizio di vicinato, serve meglio l'utenza monzese senza sovraccaricare sia commercialmente che a livello ambientale o viabilistico la città, favorendo il richiamo di un'utenza anche sovracomunale, come avviene invece con la presenza delle grandi strutture di vendita.


   PGT@arengario.net


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  28 gennaio 2006