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L'abominevole intervista
di Franco Isman


La prima pagina de il Manifesto di oggi
The Spectator, settimanale conservatore inglese, e La Voce di Romagna di Rimini hanno pubblicato ieri la seconda parte dell'intervista a Berlusconi di Boris Johnson e Nicholas Farrel, suoi ospiti a Porto Rotondo verso la fine di agosto (vedasi anche «L'aberrante intervista»).
Parlando di Iraq e di Saddam, in seguito ad una provocazione di Farrel che aveva paragonato la dittatura di Saddam alla situazione in Italia sotto il fascismo, Berlusconi ha testualmente detto: «Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino».

In questo specifico caso non c'è dietrologia da fare, semmai analisi psicologiche e psicanalitiche; comunque valgono due aggettivi: «pirla» e ignorante.

Non vogliamo addentrarci in una comparazione fra i due regimi: il fascismo e quello di Saddam, anche se elementi comuni si possono certamente trovare, come in tutte le dittature; vogliamo soltanto ricordare i morti ammazzati provocati da Mussolini e le altre «benemerenze» del fascismo:

- gli almeno 2000 morti, ammazzati dalle squadracce fasciste fino alla presa del potere;
- Giacomo Matteotti, Giovanni Amendola, Pietro Gobetti, i fratelli Rosselli;
- i Tribunali Speciali con 43 condanne a morte (per la gran parte eseguite) e altre 5.000 per un totale di circa 29.000 anni di carcere (Sandro Pertini 10 anni, Antonio Gramsci 20 anni, e morirà in prigione);
- i 17.000 confinati su semplice provvedimento di polizia, senza alcun processo;
- la guerra di aggressione all'Abissinia con l'utilizzo, autorizzato personalmente da Mussolini, dei gas asfissianti, già messi al bando dalla Società delle Nazioni (notevole parallelo con il regime di Saddam);
- l'intervento nella Guerra civile spagnola;
- le infami leggi razziali che privavano gli ebrei dei diritti fondamentali;
- l'intervento nella Seconda guerra mondiale con l'aggressione alla Francia, alla Iugoslavia, alla Grecia e con la spedizione dell'Armir in Russia conclusasi con la ritirata costata centomila morti oltre ai feriti ed ai prigionieri;
- la repubblica di Salò, complice dei nazisti nel genocidio degli ebrei, nella deportazione di 600.000 militari italiani nei lager tedeschi (e 60.000 non tornarono), nei rastrellamenti e fucilazioni dei partigiani.

Ma Benito Mussolini la guerra, forma suprema di assassinio di massa, la teorizzava addirittura:
«Anzitutto il fascismo... non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla».
Sono parole testuali di Mussolini, riportate alla voce fascismo della Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1932 ristampata ancora nel 1949. Ed a questi principi si sono aggiunti la criminale leggerezza con cui in guerra siamo stati buttati con un esercito con armi ed equipaggiamento assolutamente insufficienti.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net


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  11 settembre 2003