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I suggerimenti e la confessione
di Cossiga, agente provocatore
Franco Isman


Cossiga




Cossiga, in un'intervista rilasciata alla catena di giornali Il resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, fa proposte aberranti, indegne e illegali sul comportamento che il ministro dell'Interno dovrebbe imporre alla polizia ma, contemporaneamente, fa una confessione di una gravità inaudita e cioè che lui, quando ricopriva appunto quella carica, in tal modo si era comportato:

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
«Lasciarli fare
(gli universitari). Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città». 
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri». 
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì». 


Vecchio matto? In parte forse sì, ma quando confessa il passato è purtroppo tragicamente attendibile. Qui non ci si fa neppure scudo dei servizi eternamente deviati, no, è il ministro dell'Interno in persona che si assume la responsabilità di aver infiltrato agenti provocatori nelle manifestazioni degli studenti. Non si può non fare riferimento all'uccisione di Giorgiana Masi nel maggio del 1977 quando appunto numerosi agenti provocatori furono infiltrati fra i dimostranti (cfr. Wikipedia).
E queste dichiarazioni non sono esattamente sovrapponibili a quanto successo a Genova durante il G8 del luglio 2001?
Non dimentichiamo che Cossiga è il fondatore di “stay Behind”, la futura Gladio, e se ne fa vanto. E non dimentichiamo neppure che era ministro dell'Interno durante il tragico rapimento Moro.

E' incriminabile un ministro dell'Interno che infiltra agenti provocatori nelle manifestazioni affinché queste non rimangano pacifiche? Certamente sì quando questo possa essere dimostrato. E Cossiga che confessa di averlo fatto?

Quello che è veramente incomprensibile è il fatto che a questa sconvolgente presa di posizione e confessione di Cossiga in un'intervista comparsa contemporaneamente sui quotidiani Il resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, intervista mai smentita, non sia seguita praticamente nessuna reazione: non ne hanno parlato fino a questo momento né Repubblica né il Corriere e neppure l'Unità. Le uniche reazioni sono di numerosi blog. E Veltroni non ne ha neppure fatto cenno nel suo pur lungo e articolato discorso al Circo Massimo. Si direbbe che ormai siamo tacitamente rassegnati al ritorno dello squadrismo.

Franco Isman

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  26 ottobre 2008