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La fabbrica di firme false in Lombardia
Umberto De Pace


firme false
Otto Max su segnalidifumo

Venerdì scorso un imprenditore monzese al telefono mi raccontava di aver saputo quella stessa mattina, durante una riunione di lavoro in quel di Lecco, che erano state convocate diverse persone presso il comando di Polizia di quella città per la verifica delle firme apposte alle liste di alcuni partiti, quali la Democrazia Cristiana, un partito “Padano” e un'altro che non ricordava.
Oggi sappiamo che la Procura di Lecco sta indagando per violazione della legge elettorale sulle liste presentate da Forza Nuova, Alleanza di Centro, Forza Nord, Democrazia Cristiana, Upa e Lega Padana; che la Procura di Como ha sotto la sua lente l'elenco di firme presentate da Forza Nuova (da il Giorno cronaca di Como del 4/3/2010); che la Procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta sulle firme presentate da Forza Nord nel comune di Albano S. Alessandro e dai Verdi bergamaschi per la competizione regionale (da il Giorno cronaca di Bergamo del 6/3/2010); che è in forse la partecipazione alle regionali di Forza Nuova nella circoscrizione brianzola per presunte irregolarità nella raccolta di firme (da il Cittadino la nuova provincia del 11/3/2010); che la procura di Mantova sta indagando su elenchi di firme fasulle legate alla lista di Forza Nuova mentre sono state evidenziate dai controlli del Comune altre quattro liste di piccole formazioni politiche con firme sospette ( (la Gazzetta di Mantova del 11/03/2010).
Sembra chiaro oramai che non si tratta di casi isolati ma che con buona probabilità vi sia dietro a tutto ciò una centrale operativa e un'organizzazione strutturata ed estesa su tutte le province della Lombardia.
Andrea Pescino, 63 anni, imprenditore e militante dell'estrema destra, in un'intervista al quotidiano il Secolo XIX di Genova, in merito alle firme false ai partiti dichiara: “L'estrema destra lo ha sempre fatto, in tutta Italia. E' un modo per autofinanziarsi” (da il Secolo XIX del 10/3/2010).
Ma chi c'è dietro alla fabbrica delle firme false in Lombardia? Rimaniamo ai fatti. E' un fatto ad esempio che Massimiliano Loda, insegnante di fisica e matematica, un passato nella Lega Nord, candidato nel 2008 per il comune di Laglio (CO) per la Lista del Grillo-No Euro sia in questi giorni sotto processo con l'accusa di aver violato il “Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali”, con l'ipotesi che le firme raccolte per la sua candidatura fossero false. Le stesse accuse gli sono state contestate a Lecco, nell'ambito della raccolta di firme per le attuali regionali relativamente a un partito “Padano” (da il Giorno cronaca di Como del 6/3/2010). Visitando il sito No Euro si possono vedere fotografie con i simboli sia della Lista del Grillo che della Lega Padana.

la lista del grillo

Fondatore della Lega Padana per la Lombardia nonché attuale segretario è Roberto Bernardelli, imprenditore milanese nel settore alberghiero, ex onorevole, eletto deputato per la Lega Nord nel 1992, assessore nelle due ultime giunte di Milano. Il suo partito è sotto l'attenzione della Procura di Lecco e Bernardelli dichiara al Corriere della Sera (8/3/2010): “E' stata tutta una truffa. Tutti i partiti, salvo qualche eccezione, come minimo hanno riciclato le firme raccolte per petizioni di varia natura, referendum o tornate elettorali passate. Girano elenchi di tutti i tipi: i pazienti registrati dai medici, i soci di club sportivi eccetera. Il punto cruciale è procurarsi i nomi dei cittadini e gli estremi dei loro documenti di identificazione.” Tutti i partiti ci tiene a sottolineare Bernardelli, confermando quindi che il suo è certamente coinvolto. Nello stesso articolo Achille Abbiati segretario regionale della Democrazia Cristiana, altro partito nel pieno del ciclone delle firme false, si smarca invece, dichiarando: “Ho sentito queste voci, anche se non ho visto le schede, noi non ce l'abbiamo fatta a raggiungere l'obbiettivo, ma non abbiamo voluto fare quello che a Milano si chiama una “zanzata””.
Il giornalista del Corsera parla di voci che circolano a Milano su “moduli già compilati per 50-60 mila euro”, la cosa non ci stupisce e se il nostro “testimone per caso” (vedi "Firme false in Lombardia") parlava di 10 centesimi a firma, di certo qualcuno dietro a questo sporco gioco ha lucrato non poco. Ammettendo pure, per stare a quanto dichiarato da Andrea Pescino, che i gruppi di estrema destra sfruttano questo “mercato” per autofinanziarsi, rimane da chiarire chi è che lo finanzia. A vedere i nomi dei partiti e dei personaggi che circolano nelle varie inchieste in corso, anche ad un osservatore esterno poco attento il cerchio degli interessi pare abbastanza circoscritto.
Sarebbe a questo punto auspicabile un lavoro in sinergia fra le varie Procure o addirittura che fosse aperta un'unica inchiesta centrale per tutta la Regione al fine di smascherare una volta per tutte la fabbrica delle firme false in Lombardia, garantendo la privacy di noi cittadini e la correttezza della competizione elettorale. In caso contrario non stupiamoci se nel 2011, per le prossime elezioni comunali, sentiremo ancora parlare della fabbrica delle firme false. Loro, i fabbricanti, sicuramente sono già al lavoro.

Umberto De Pace


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  12 marzo 2010