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Una cartolina per Gaetano Bresci
Una lapide in piazza san Paolo per i monzesi massacrati dalla truppa il 7 giugno 1898 durante la “protesta dello stomaco”



Una cartolina per Gaetano Bresci
  Il processo a Gaetano Bresci


Alla Stazion di Monza
Arriva il Tren che ronza
Hanno ammazzato il Re
Colpito con palle tre

Il 29 luglio 1900 Umberto viene ucciso a Monza da Gaetano Bresci.
Si conosce quasi tutto del regicidio di quel giorno. Non sempre si ricorda il quadro storico in cui si colloca questo tragico evento.
Molti giovani italiani dell'800, prima e dopo l'unità del Paese, operavano in movimenti, nazionali e internazionali, che avevano come scopo sia il riconoscimento delle identità nazionali, sia l'edificazione di nuovi soggetti politici e popolari. Irredentisti e anarchici in particolare, non il filone socialista, sin dai tempi di Mazzini non disdegnavano l'attentato a figure rappresentative dei regimi esistenti, si trattasse di monarchi o presidenti di repubbliche. Non era un attentato alla persona , ma a quanto la persona, come simbolo, rappresentava nella società.
Lungo è l'elenco: Il tentato regicidio di Carlo Alberto di Savoia (Gallenga); i vari attentati a Napoleone III e in particolare quello del 1855 (Pianori); quello a Federico II di Napoli (Agesilao Milano); nel 1857 a Luigi Bonaparte (Palo Tibaldi) e le bombe di Felice Orsini a Parigi nel 1858; Oberdan nel 1882 organizza l'attentato non riuscito contro Francesco Giuseppe; nel 1896 il presidente Carnet della repubblica francese viene ucciso (Sante Caserio); nel 1897 viene ucciso il presidente della repubblica spagnola (Michele Angiolillo); nel 1898 la moglie di Francesco Giuseppe viene uccisa a Ginevra (Luigi Luccherini).
Anche Umberto I non fu estraneo ad attentati: Passanante nel 1878; Acciarino nel 1897 e nel 1900 il regicidio di Monza da parte dell'anarchico Bresci, di cui abbiamo più volte già scritto illustrando cartoline.

Una cartolina per Gaetano Bresci

La cartolina di oggi è particolare perché a cura della “Aurora” di Forlì è nel retro titolata: CARTOLINA COMMEMORATIVA DI GAETANO BRESCI, con sottotitolo: Monza 29 luglio 1900.
Rappresenta il processo al Bresci in “Corte d'Assisi” a Milano nell'agosto 1900. Nella gabbia il Bresci circondato da carabinieri. Ho già altra volta scritto del processo troppo celere e dello strano suicidio in carcere qualche mese dopo.
Mi preme ora, per la commemorazione del 29 luglio ricordare che l'atto del Bresci avveniva dopo gli eccidi a Milano, ma anche in molte altre città e pesi d'Italia oltre che a Monza, perpetrati per ordine del generale Bava Beccaris che aveva dichiarato lo stato d'assedio e fatto sparare sulla folla con i cannoni ad altezza d'uomo, uccidendo anche donne e bambini.
Il figlio del sindaco di Milano che si trovava a Pavia e cercò di intervenire fu ucciso dall'esercito.
Morti a Monza, Molfetta, Bagnacavallo, Sesto Fiorentino, Siciliana, Voltri, Modica, Bari, solo per citare i casi maggiori, con quello più grave di Milano con oltre un centinaio di morti accertati e più di quattrocentocinquanta feriti.
A Monza, i morti furono 7 e una quindicina i feriti. In piazza San Paolo, non si voleva che le truppe andassero a Milano a dar man forte a Bava Beccaris.

Anno difficile quello del 1898 (da qualcuno chiamato anno orribile), anno di pesanti fallimenti delle inverosimili guerre coloniali e d'Africa, di crisi economica e del lavoro, di scandali, di corruzione e bancari, ma anche di aumento dei prezzi, anche quelli di risposta elementare alla vita di gran parte degli italiani, come il prezzo del pane che diventava insostenibile per le tasche di molte famiglie. La gente manifestava nelle piazze per quella che fu chiamata LA PROTESTA DELLO STOMACO. Bava Beccaris fece sparare e il Re Buono Umberto I gli diede la medaglia con grandi elogi di salvatore della patria, insieme al Primo ministro Rudinì. Non una parola per le centinaia di morti.
“A Lei poi personalmente volli offrire di motu proprio la Croce di Grand' Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perché le attesti col mio affetto la riconoscenza mia e della patria”. Queste le parole del Re per il generale che trucidò centinaia di persone inermi.
Ogni anno anche alcuni della amministrazione comunale vanno a “rendere omaggio” alla Cappella espiatoria, qui a Monza, dove venne ucciso il Re Umberto I.
In consiglio comunale mi sono permesso di chiedere di mettere in piazza San Paolo anche una lapide coi nomi dei cittadini di Monza che, inermi, furono massacrati dalle truppe per ordine di Bava Beccaris e del Re Buono.

Alfredo Viganò

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  29 luglio 2010