prima pagina pagina precedente indice




Monza e il monumento a Garibaldi
Una cartolina per il 150° della Unità d'Italia.



il primo monumento

L'Eroe dei due mondi fu tra i personaggi più popolari, conosciuto e seguito da tutto il mondo, non solo in Europa, nelle sue battaglie ed avventure
E poi Anita: un amore, una storia e una vita affascinante che catturò la fantasia dell'epoca. Quando Garibaldi andò invitato a Londra si dice che la folla che lo volle ricevere fosse immensa, non solo per l'epoca. Si scrisse che oltre 500.000 persone accorsero al suo arrivo.
A Marsala, alla spedizione dei Mille, parteciparono anche giornalisti di tutto il mondo. Dumas che ammirava Garibaldi era lì col suo panfilo. Vi sono anche pareri e scritti discordanti che lo descrivono come un bandito. Fu eletto al Parlamento e fece la pace coi Savoia, lui che da un Savoia era stato condannato a morte, che fu sempre repubblicano e vicino alle forme di socialismo anche utopico, che partecipò alla difesa della Repubblica romana e aderì alla Comune di Parigi.

Garibaldi morì a Caprera nel giugno del 1882 e già nello stesso anno, testimoniando il grande riconoscimento popolare per il “Generale” il Consiglio comunale di Monza decise per la realizzazione di un monumento marmoreo, tra i primi in Italia, in piazza Isola (in effetti c'era un isola come in altre cartoline ho mostrato) che divenne piazza Garibaldi, mentre quella in continuità sul Lambro sino al ponte di San Gerardino fu chiamata piazza Anita Garibaldi.
A seguito di concorso fu incaricato uno scultore prestigioso come Ernesto Bazzaro (1859-1937) e ne abbiamo già parlato in altra “cartolina” cart006.html. Vi fu anche una sottoscrizione cittadina. Venti erano i bozzetti proposti, e di valore la stessa commissione composta dai pittori Bianchi e Borsa, dagli scultori Grandi e Barzaghi e dal critico Archinti. Il monumento venne inaugurato nel 1886. Bazzaro ci provò poi anche per il monumento ai Caduti di Piazza Trento e Trieste ma non fu scelto.

La prima cartolina che propongo è spedita l'11 novembre 1906 da un certo Edmond ad amici in Belgio. Imponente, chiaro e bianco il marmo, luminoso. L'ampia fronte liberata dal cappello che tiene in mano e la spada che solleva, dietro, la mantellina. Il monumento è completo in ogni sua parte, compresa la mano col cappello oggi mancante, come mozzata. Il bassorilievo in bronzo sul basamento si vede molto bene. Simpatico il lampione d'epoca in ghisa, c'era già l'elettricità come testimonia il filo che attraversa la piazza.

Purtroppo le tecniche di protezione e risanamento di allora non erano quelle attuali e nel 1912, una commissione di indagine ritenne compromesso il monumento, nel 1915 quindi la statua di marmo fu sostituita da un monumento in bronzo, predisposto in copia dallo stesso Bazzaro. Dopo la fusione la nuova statua fu posta sempre in piazza Garibaldi. L'originale venne spostato nel cortile delle scuole, dove ora ancora giace.

il monumento di bronzo

La seconda cartolina è del 1932 e mostra appunto il monumento in bronzo nella stessa ubicazione e sullo stesso piedestallo. Diversa è la lettura della statua che diventa buia per chi sta sotto e guarda contro luce, priva di particolari e della diffusione luminosa che dava il marmo. Come più piccola e modesta.
Nel 1934 Il monumento venne spostato ai Boschetti pensando erroneamente che fosse una sistemazione più adatta. Penso sia stata una decisione sbagliata. Interessante che nell'immediato dopoguerra (1946) si sia pensato di spostare Garibaldi in piazza Gianni Citterio e Vittorio Emanuele nei Giardini della Villa Reale. Ipotesi non attuata.

il monumento ai Boschetti

La terza cartolina mostra la statua traslata ai Boschetti, dove si trova tuttora, spedita nel 1941 alla signora Santina. Da allora è sempre rimasto là ma è sparito il bassorilievo in bronzo sul basamento, e non si sa dove sia andato a finire, forse in qualche magazzino comunale, sostituito da una lapide in marmo. Notate anche i lampioncini “moderni”.
A Monza Garibaldi passò almeno due volte.
Nel dopoguerra, mi ricordo anche se bambino, il suo ritratto campeggiava sui muri nella campagna elettorale come simbolo del “Fronte Popolare”.













targa 
il monumento a Garibaldi oggi

Ho già raccontato di come la statua originaria del Bazzaro giacesse tra vario materiale edile nel cortile dell'Istituto Olivetti. Un giorno con la rimpianta Giovanna Mussi (allora assessore) visitammo il luogo e vi fu l'impegno mantenuto di risollevare la statua e porla almeno in vista nel cortile della scuola, dietro la scuola Pascoli (oggi sede della Circoscrizione e della biblioteca dato che dopo decenni di abbandono si mise mano al progetto e appalto di restauro e ristrutturazione). Alla statua manca una mano, quella con teso il famoso cappello e necessita di restauro.

A suo tempo, in Comune, quando avevo un ruolo amministrativo, iniziai il percorso per restaurare la statua originaria in marmo per ricondurla in piazza Garibaldi. Con l'architetto Pino Riva (quasi obbligato ad andarsene dal suo ufficio in Comune dall'attuale amministrazione) e con l'Ufficio Cultura si era predisposto un primo studio per il restauro e il ripristino nella piazza.
Il tempo trascorso non consentì di giungere in porto. Allego una immagine, tra altre ipotesi, della possibile collocazione vicino al Tribunale. Un altro posizionamento potrebbe essere sopra la scalinata dello stesso. La statua posta più vicino al suolo diventerebbe partecipe della normale vita della piazza.

Sarebbe da non perdere l'occasione di effettuare questo restauro e di riportare la statua nella sua sede propria e cioè in piazza Garibaldi per il 150° della Unità del Paese, anche per testimoniare questa Unità, oggi posta in discussione e in pericolo, come la stessa Costituzione. In questo senso si sono attivate alcune associazioni e cittadini fra cui Novaluna.

Alfredo Viganò

panoramica


cartolina successiva cartolina precedente

  12 ottobre 2010