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Natale 2010
dedicata ad Eloisa



il Palazzo Comunale-1931

Non sono molte le cartoline spedite a Natale. O almeno quelle che rappresentano edifici, monumenti o piazze. Qualcuna però si trova, spesso si parla di tutto oltre che degli auguri, data l'occasione della data e degli auguri anche per l'anno nuovo.
Presento una cartolina di queste. Rappresenta il Municipio, di cui oggi, essendo Natale e pertanto teso a perdonare anche i peggiori, non parlo, magari la prossima. La cartolina presenta delle particolarità dei nomi e delle storie antiche e recenti.

il testo

Il 23 dicembre del 1931 Angioletta scrive alla Gentilissima Signorina Eloisa a Verica, frazione montana, antica e di nobile storia, di Pavullo in Emilia, in provincia di Modena. Non compare la via, il borgo è piccolo poco più di 300 abitanti (negli anni '30 forse meno) e sicuramente la cartolina arrivò. C'è anche un santuario alla Madonna e ricordi di miracoli. Angioletta fa gli auguri di Natale e per il nuovo anno, usa il termine babbo, come una toscana.
Zona di famosi castelli che vale la pena di visitare (cito la meraviglia di Montecuccolo) , compreso quello della nostra frazione del XII secolo. Dal punto di vista culinario la zona non è affatto male, vale la pena.
Ho visto una piccola notizia: il 18 ottobre 2010 a Verica si è ricordato un fatto importante per noi, per tutta l'Italia riscattata dalla Resistenza e dall'anti-fascismo. Vi è stata una cerimonia per ricordare che in Paese furono nascoste delle famiglie di ebrei ospitate nelle case, ricercate dai repubblichini e dalle SS naziste. Un grande coraggio in un piccolo Borgo dove tutti si conoscevano e nessuno fece la spia, almeno non ne trovo traccia. Il parroco don Michele fu parte importante nel trovare le famiglie ospitanti. Questa solidarietà di una intera comunità, di religione diversa, quando si rischiava la pelle e la distruzione del Borgo, non è poca cosa e si tratta di una frazione non isolata e di alta montagna, ma a poco più di 500 metri di altitudine e a pochi chilometri dai maggiori centri abitati. Bocche chiuse, cucite, ma non certo di mafia. L'Italia, dicono le statiche, era ancora in prevalenza agricola (38,3 per cento contro il 25,1 industriale)
Nel 1931 imperava come segretario del Partito Fascista Achille Storace che si distingueva per le sue cretinate (si dice che lo stesso Mussolini, che di cretinate se ne intendeva e drammaticamente le faceva, in privato lo chiamasse “fesso”). Aveva detto ai giornalisti, di “non interessarsi di Einstein, è un ebreo”. Entrò in vigore, nel '31, il Codice Rocco e la pena di morte anche per reati non politici. Brutti tempi.
Bel nome Eloisa e ricorda Abelardo, la storia del lontano amore di quasi mille anni fa, tra il docente, chierico, grande filosofo e teologo, e la giovane allieva.

Eloisa e Abelardo

Una donna ricordata non solo per questo ma per la bellezza e ancor più per la superba intelligenza e cultura. Le sue lettere, come le poesie d'amore per lei di Abelardo, testimoniano un epoca, quanti pregiudizi abbiamo sul passato, e una passione sopra ogni cosa, anche quando si divisero.
Il loro fu un grande amore e una triste vicenda (castrazione di Abelardo per vendetta) che appassionò la Parigi ed il mondo del tempo, ma che fu perenne nel ricordo storico, nelle immagini e nella letteratura. Non voleva sposarsi per lasciare libera la carriera di Abelardo e scriveva (siamo nell'undicesimo secolo e riporto da altri): “quante lacrime verserebbero coloro che amano la filosofia a causa del matrimonio… cosa hanno in comune le lezioni dei maestri con le serve, gli scrittoi con le culle, i libri con i mestoli, le penne con i fusi?... “. E anni dopo, divisi da molti anni, lei badessa e lui abate, lei scrive : “Non ho voluto soddisfare la mia volontà e il mio piacere, ma te e il tuo piacere, lo sai bene.”….” Perché la sublimazione, si dovrebbe raggiungere soltanto annichilendo i sensi e il sentimento d'amore che si prova verso un'altra persona?”
Il tempo, la religione, lui abate e lei badessa, non hanno impedito che fossero sepolti nella stessa tomba, prima lui (che lei volle sepolto vicino anche da morto trasferendolo), poi lei che era molto più giovane.
Una cartolina può davvero raccontare tante storie, piccole e grandi, basta volerlo.

Alfredo Viganò



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